L’audience è un derivato dell’indignazione

E’ domenica sera, un lungo weekend di impegni familiari ti ha distratto dalle fatiche della settimana, ma sei affaticato, prossimo ad andare sotto le lenzuola, ché domani è lunedì mattina e tutto ricomincia. Un veloce zapping prima di chiudere e incappi in Report su Rai3: un’inchiesta sull’uso dei derivati nella gestione del debito pubblico. La stanchezza serale abbassa le tue difese e dallo schermo escono numeri eclatanti

Si passava, seguendo il fil rouge della parola “derivati”, dai conti pubblici del Ministero del Tesoro, alle casse comunali del paesino di montagna, per poi planare sui proventi milionari di chi ha strutturato determinati contratti. Senza riguardo alle differenti nature dei contratti e alla non sottile distinzione fra ciò che viene studiato dal Ministero del Tesoro e Agenzia del Debito Pubblico da una parte e ciò che viene siglato con furbizia politica e inevitabile incompetenza finanziaria da amministrazioni locali.

L’indignazione degli spettatori poteva pascolare libera, mentre apparivano chiari alcuni dettagli

Proviamo ad approfondire, a capire cosa siano i “derivati” e a cosa servono. Innanzitutto occorre dire che ne esistono di varia natura. Quelli usati per il debito pubblico si chiamano Interest Rate Swap, sono contratti che permettono a di predeterminare  un tasso d’interesse.

Il punto di partenza per comprendere questi strumenti è che l’obiettivo di chi li usa è massimizzare il profitto, e minimizzare il rischio dell’attività principale, che in questo caso è l’emissione di un titolo di Stato. Quando il Tesoro emette un titolo a tasso fisso a scadenza molto lunga assume un rischio: che i tassi di interesse cambino, facendo alterare il risultato finanziario dell’operazione che è stata coperta dall’emissione di quel titolo. Per ridurre il rischio che il mercato faccia saltare i conti fatti, l’Agenzia per il Debito Pubblico copre il rischio che i tassi salgano con dei derivati. E’ naturale che se il rischio non si concretizza (ma anzi “sfortunatamente” i tassi scendono per effetto dell’ingresso nell’euro, ad esempio) il costo di queste coperture assicurative aumenta.

Lo scopo del derivato non è dunque guadagnare piuttosto che perdere, ma coprire un rischio. Definirli un cattivo affare per il fatto che siano un costo ha la stessa valenza di definire una fregatura una polizza infortuni per una persona che esce incolume da un incidente.

Ci sono diverse altre forme di contratti derivati, ad esempio in agricoltura si fa abbondante uso di questi contratti: chi ha l’incognita di quanto prolifica sarà la stagione, anche in ragione di cosa succederà meteorologicamente parlando, può fissare, attraverso contratti derivati (in questo caso dei futures sulla commodity oggetto della produzione), prezzi e quantità in anticipo, proteggendosi dal rischio che un anno di carestia lo mandi in rovina (e se invece il raccolto sarà abbondante, o la dinamica dei prezzi non sarà stata rovinosa, avrà sprecato dei soldi, ma avrà anche dormito più sereno…)

Questo stesso procedimento viene utilizzato per garantire la stabilità di attività reali, come appunto l’agricoltura, ma anche altre come l’attività mineraria. E non solo: un commerciante che esporta all’estero i suoi prodotti (o importa dall’estero la materia prima) vorrà proteggersi dal rischio che il cambio oscilli troppo a suo sfavore, rendendo anti-economica la sua attività.

Le controparti che sottoscrivono il derivato hanno dunque scopi e funzione diversi: uno ha l’esigenza di coprire una attività “principale” (per questo si chiamano “derivati”), l’altra è una controparte finanziaria che attraverso l’emissione di queste coperture cerca di fare profitto. Poi subentra la possibilità di scambiarsi questi contratti in un mercato secondario, e qui entriamo nel mondo del trading di derivati, cosa di cui -per quanto abbiamo visto- è intellettualmente disonesto accusare l’Agenzia del Debito Pubblico.

Così come non è un manifesto all’onestà intellettuale ricordare maliziosamente che i migliori tecnici passati negli uffici del Tesoro oggi lavorano per grandi banche. Cosa dovrebbero fare? Stare a casa con un vitalizio per essere accusati di parassitismo? O dormire su un letto di chiodi per espiare la colpa di aver fatto i ministri o i direttori generali di Bankitalia? Non è normale che lavorino nei settori in cui hanno una competenza specifica?

Riassumendo, l’utilizzo di derivati è utile a coprire il rischio di volatilità di prezzi, di prodotti, di valute, di tassi e di altro ancora. L’indignato spettatore di Report è stato preso dalla voglia di correre a cercare un baracchino dove firmare una petizione per il divieto all’utilizzo dei derivati, ma da una trasmissione di approfondimento erogata da una rete di servizio pubblico mi sarei aspettato di vedere meno cecità ideologica e più voglia di approfondimento vero, senza sparare con sensazionalismo “miliardi” in wide screen.

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

12 Risposte a “L’audience è un derivato dell’indignazione”

  1. The evidence of the paper/report[§ – at the end, so!] supports the hypothesis of a trend favouring trading in Bond Derivatives linked to Private instruments at the expense of Derivatives linked to Government Bonds.

    In the Euro Bond Market, the decline is steeper and more consistent.

    For a 1995 observation, it is necessary to consult the Deutsche Mark Market.

    Back then, turnover in the Bund contract represented 78.9% of German Bond Derivatives.

    In 1998, this fell to 62.5%. That year, just before the inception of the Euro, (we) can compute the comparable ratio for the sum of Deutsche Mark, French Franc, Italian Lira and Spanish Peseta at only a slightly lower proportion: 57.6%.

    The first observation for the Euro proper, in 2001, shows a decline to 45.6%. And between then and April 2013, the ratio fell by half to 22%.

    European Sovereign Bond strains have reduced use of Government Bond Futures.

    Trading in Euro-based Government Bond Futures and options (practically all German Bunds) declined by nearly 7% between 2007 and 2010, and then declined dramatically after the onset of Sovereign Debt strains.

    Between 2010 and 2013, turnover in exchange-traded Euro-Government Bond Futures and options fell by 24%.

    Meanwhile, trading in Euro-denominated OTC swaps and options grew by 7% between 2007 and 2010, and by 18% between 2010 and 2013.

    These shifts suggest that the European Sovereign Debt strains accelerated the shift away from Government Bond benchmarking towards Private Benchmarks in Euro.

    l- – – – –

    _§_ L. L. Kreicher, R. N. McCauley, P. Wooldridge (Bank for International Settlements, Monetary and Economic Department, the), “Benchmark tipping in the global bond market” – Working Papers No 466: October 1, 2014

    http://www.bis.org/publ/work46… … see to the pages 10-17 / 28 (or 16-23 / 34).

    – – – – -l

    HONOR and PRAISE to Mrs. Maria (Cannata, Director General of the Italian Public Debt in the Department of Treasury): SERIOUS Person – abroad is much appreciated and considered – unlike many Italic “journalists” (are IN_appropriate, unf_IT write and tell only balls – as always).

    Surfer

  2. _§_ L. L. Kreicher, R. N. McCauley, P. Wooldridge (Bank for International Settlements, Monetary and Economic Department, the), “Benchmark tipping in the global bond market” – Working Papers No 466: October 1, 2014

    http://www.bis.org/publ/work466.pdf

    [see to the pages 10-17 / 28 (or 16-23 / 34)].

    Surfer

  3. The evidence of the paper/report[§] – at the end, so! – supports the hypothesis of a trend favouring trading in Bond Derivatives linked to Private instruments at the expense of Derivatives linked to Government Bonds.

    In the Euro Bond Market, the decline is steeper and more consistent.

    For a 1995 observation, it is necessary to consult the Deutsche Mark Market.

    Back then, turnover in the Bund contract represented 78.9% of German Bond Derivatives.

    In 1998, this fell to 62.5%. That year, just before the inception of the Euro, (we) can compute the comparable ratio for the sum of Deutsche Mark, French Franc, Italian Lira and Spanish Peseta at only a slightly lower proportion: 57.6%.

    The first observation for the Euro proper, in 2001, shows a decline to 45.6%. And between then and April 2013, the ratio fell by half to 22%.

    European Sovereign Bond strains have reduced use of Government Bond Futures.

    Trading in Euro-based Government Bond Futures and options (practically all German Bunds) declined by nearly 7% between 2007 and 2010, and then declined dramatically after the onset of Sovereign Debt strains.

    Between 2010 and 2013, turnover in exchange-traded Euro-Government Bond Futures and options fell by 24%.

    Meanwhile, trading in Euro-denominated OTC swaps and options grew by 7% between 2007 and 2010, and by 18% between 2010 and 2013.

    These shifts suggest that the European Sovereign Debt strains accelerated the shift away from Government Bond benchmarking towards Private Benchmarks in Euro.

    l- – – – –

    _§_ L. L. Kreicher, R. N. McCauley, P. Wooldridge (Bank for International Settlements, Monetary and Economic Department, the), “Benchmark tipping in the global bond market” – Working Papers No 466: October 1, 2014

    http://www.bis.org/publ/work466.pdf

    [see to the pages 10-17 / 28 (or 16-23 / 34)].

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    Honor and praise to Mrs. Maria (Cannata, Director General of the Italian Public Debt in the Department of Treasury): serious Person – abroad is much appreciated and considered – unlike many Italic “journalists” (are IN_appropriate, unf_IT write and tell only balls – as always).
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