Dalla Svizzera arrivano le salsicce coi buchi

Una banca portoghese di primo piano, il Banco Espirito Santo, è finita in luglio in un avvitamento che l’ha portata verso un salvataggio composto: bail-out dello Stato e bail-in degli azionisti, con uno split fra good-bank e bad-bank. Tra gli azionisti coinvolti nel danno c’è il Credit Agricole, che deteneva il 15% dell’istituto lusitano.

Ma c’è un altro soggetto estero che, in modo diverso, avrebbe partecipato al fallimento del Banco Espirito Santo: si tratta del Credit Suisse, e la sua partecipazione consisterebbe nell’aver contribuito a mettere nei guai la banca portoghese.

Stando a quanto si legge oggi sul Wall Street Journal, Credit Suisse avrebbe confezionato prodotti finanziari che qualche anno fa sarebbero stati definiti “salsicce” attraverso veicoli d’investimento offshore. Questi strumenti sono stati poi collocati ai clienti del Banco Espirito Santo, che non erano a conoscenza della natura degli strumenti che stavano sottoscrivendo.

Non è chiaro se la banca svizzera abbia avuto una parte attiva nella vendita dei titoli o se si sia limitata a strutturarli (anche se il suo ruolo di “arranger and dealer” fa pensar male), ma ora che il banco Espirito Santo ha avviato le procedure della propria bancarotta è necessario seguire tutti i filoni d’indagine per scoprire l’origine di ogni malversazione.

L’Ente regolatore Portoghese potrebbe decidere di obbligare la banca a riacquistare i prodotti per risarcire gli ignari sottoscrittori, coinvolti in una formula che serviva a gonfiare il valore delle attività del gruppo Espirito Santo. Ad oggi il governatore della Banca Centrale Portoghese ha già chiesto il buy-back di 1,25 mld€ di questi titoli, un tassello importante nella pila di debiti che hanno affossato la banca.

I quattro veicoli off-shore, con sedi in paradisi fiscali, usano nomi allettanti -in portoghese- come “risparmio” e “alto rendimento” il loro meccanismo di funzionamento era semplice: compravano dosi massicce di debito del gruppo Espirito Santo (financo le sue attività in Angola), finanziandosi periodicamente emettendo azioni “privilegiate” che venivano collocate dalle filiali del Banco ai correntisti. Piccole emissioni destinate ad un ristretto numero di sottoscrittori non necessitano, secondo le leggi vigenti in Portogallo, di prospetti informativi, così il dettaglio dello strumento passava solo per bocca dei funzionari della banca:

Stia tranquilla, signora mia, si tratta di prodotti sicuri come averli in conto corrente, ma con rendimenti più alti

Ogni collocamento di queste azioni “privilegiate” forniva nuove risorse per comprare debito del gruppo Espirito Santo in una sorta di spirale dalla perfida apparenza virtuosa che continuava a far crescere il patrimonio e gli attivi del gruppo bancario.

Sono oltre 2 miliardi di € le quote di questi veicoli sottoscritte dai correntisti della banca, molte di queste sono state collocate nei primi mesi di quest’anno e tutta l’indagine si è avviata grazie alle richieste di chiarimento scritte dai risparmiatori all’ente regolatore lusitano. 

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

Una risposta a “Dalla Svizzera arrivano le salsicce coi buchi”

  1. L’ economia non è mai stata scienza triste come nella nostra epoca. Chiunque la voglia raccontare con passione, oltre la radiocronaca e la scarna lista dei marcatori, degli ammoniti e degli eventuali espulsi, deve immaginare un altro gioco, o muoversi nella prospettiva di un altro gioco.

    Il resto è l’attuale salsiccia avvelenata e altre tristezze indigeribili, checché ne dicano sommi economisti per lo più dediti a baruffe digitali, dove amano presentar ricette variegate ed opposte per salvare il pianeta. Tutte ricette matematicamente dimostrate, o quasi….. Il Credit Suisse qui in azione, serve da memento mori a professoroni e professorine (e aspiranti) che si immaginano l’economia come una pragmatica festa (oasi?) di certezze.

    La certezza di esser gabbati?

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