Liquidità senza fine

L’ultima volta che l’appuntamento con la Storia era fissato, era l’estate del 2012, bastarono le parole: “Whatever it takes“: Mario Draghi diede a intendere che la BCE avrebbe salvato l’euro a qualunque costo e che la speculazione sulla sua disgregazione sarebbe stata perdente.
Quasi due anni dopo siamo di nuovo tutti qui, davanti agli schermi come stessimo guardando una partita dei mondiali di calcio, per ascoltare le decisioni della BCE, che stavolta non potrà contare sulla sola dialettica.
Il tasso di inflazione in Europa è molto lontano dall’obiettivo di medio termine, ovvero “appena sotto il 2%” e ha registrato pochi giorni fa valori anche inferiori alle attese, con un indicatore medio dell’area euro a +0,5% ed un valore di inflazione core a +0,7%. Alla pubblicazione del dato i mercati hanno reagito vendendo bond: una reazione atipica, considerato che la discesa dei prezzi dei bond fa salire i rendimenti, ma alla discesa dell’inflazione corrispondono già rendimenti reali più alti.
Il motivo sta nelle attese di ciò che la BCE avrebbe fatto oggi: una azione di intervento per riattivare il ciclo inflattivo dove l’inflazione è troppo bassa e far uscire dalla deflazione quei 4-5 paesi che già hanno il “mostro” nel salotto di casa.
E l’aspettativa, evidentemente, era che potesse arrivare una riduzione dei tassi, non un piano di acquisti di asset (il famoso Quantitative Easing). Questo ha portato gli operatori ad immaginare poco spazio di compressione dei rendimenti, che abbiano già raggiunto i minimi insomma, e che il focus della Banca Centrale non sarebbe stato sui titoli di Stato.

Riflettiamoci su: i paesi dove la situazione di inflazione è più grave sono quelli con elevati debiti pubblici, bassi consumi e crescita prossima allo zero. Paesi che hanno attuato o stanno attuando riforme del lavoro che abbasseranno le tutele e i salari. Quello che manca in questi Paesi, e che mancherà sempre di più se non si interviene, è la domanda.

L’attività di credito non è conveniente e questo dipende, più che dalle condizioni a cui viene offerto il denaro, dagli scarsi ritorni (ed i rischi ancora elevati di insolvenza) che si ottengono. Ecco quindi che la BCE unendo i puntini ha deciso di intervenire con un segnale forte: un fuoco incrociato fatto di

  • tagli dei tassi, introducendo anche i tassi negativi sui depositi delle banche
  • stop alle sterilizzazioni delle precedenti iniziative
  • un piano di facilitazione delle cartolarizzazioni e rilancio del mercato degli ABS (Asset Backed Securities)
  • un nuovo LTRO, questa volta con uno specifico target (infatti si chiama TLTRO: Targeted Long Term Refinancing Operation).

Tutto questo ha esattamente lo scopo di snodare la filiera e far arrivare la liquidità alla base: i consumatori.

Il QE rimane un colpo in canna, con tutta la portata della “minaccia” del suo utilizzo. Semplicemente non era il suo momento: avrebbe influenzato i risultati della Asset Quality Review in corso.

Il TLTRO varrà per i finanziamenti netti che le banche faranno verso l’economia reale, Draghi ha esplicitamente detto che varranno a tale scopo solo i finanziamenti verso soggetti che non facciano parte del settore finanziario, perché non vada a coloro che (ammissione tacita) hanno beneficiato dei precedenti interventi: governi e banche.

La forza del provvedimento sta nel supporto reciproco delle misure introdotte oggi:

  • accantonamenti ed incagli non sono più un limite, grazie al TLTRO.
  • Se si desidera liberarsi di crediti li si può impacchettare in ABS e trovar loro mercato con più facilità.
  • Se si rimane troppo attendisti o si abusa della liquidità, si finisce per pagare.

Ogni banca potrà avere accesso al TLTRO inizialmente per il 7% dell’ammontare totale dei crediti (esclusi i mutui privati: niente benzina per altre bolle immobiliari) esistenti al 30 aprile 2014. In due successive aperture, a settembre e a dicembre di quest’anno, potranno avere accesso ad altre risorse per un ammontare non superiore alla prima erogazione. Fino a metà 2016 le aperture di TLTRO proseguiranno con cadenza trimestrale. Le erogazioni TLTRO scadranno tutte a settembre del 2018, ma a partire da metà 2016 le banche potranno decidere di restituire parte o tutto ciò che hanno ottenuto in finestre di opzione con scadenza semestrale.

Per gli ABS, allo scopo di evitare la rinascita delle “salsicce” che affossarono le banche americane nel 2007-2008, verranno richiesti 3 requisiti:

  • reali
  • trasparenti
  • semplici

Cioè a dire “niente porcherie strutturate costruite sul nulla”.

Tutto questo in un contesto di accresciuta liquidità a causa della chiusura delle sterilizzazioni. Liquidità per cui ora c’è tutto l’incentivo ad erogare all’economia reale perché da oggi la patrimoniale sui conti correnti c’è, ma -a dispetto di molti malpensanti- è una patrimoniale che colpisce i conti correnti delle banche.

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

9 Risposte a “Liquidità senza fine”

  1. Non ho francamento capito come mai dopo il crollo dell’euro a 1.3516 rispetto al dollaro, mentre Draghi parlava, ora si stia addirittura apprezzando rispetto a USD. Perché? Grazie.

  2. Rendere gli ABS troppo allettanti potrebbe finire per ingolosire investitori americani, provocando un flusso di denaro da USA verso UE, il mercato sembra aver valutato la conseguenza e dopo una ventina di minuti di entusiasmo (cambio spinto fino a 1,351) i valori sono tornati oltre 1,36

  3. ABS il sistema frenante?
    😀

    Cosa sono e come funzionano sti ABS?
    Chi ci lavora alla BCE Bartezzaghi? Siano strafulminati TUTTI gli acronimi partoriti in BCE!

    Scusami ma non sto capendo quasi niente, anzi niente.
    Perché si ingolosiscono amerecani? Come? Con quali meccanismi entrano in questo processo?

  4. Come nel periodo di panico c’era chi investiva in bund con rendimenti negativi piuttosto che rischiare di prestare soldi ai periferici, così le banche preferiranno pagare una “patrimoniale” sui loro conti piuttosto che assumersi un rischio se tale loro lo riterranno.
    Come la fiducia non l’abbiamo noi consumatori, così non ce l’hanno le banche, è un circolo vizioso dal quale credo prima o poi usciremo, non si può aver paura per sempre, prima o poi riprenderemo a consumare e le banche a prestare, ma non per merito di forzature che non forzano proprio per niente.

  5. Battista! La raspa che il piumino non basta.

    La manovra è elegante, quasi “buonista”. Di quanto crescerà la massa monetaria? 1%? Quali saranno gli effetti sul cambio? Irrisori? Avrà reali effetti sulla domanda aggregata? Non credo. La manovra tende a stimolare il credito al consumo e quello per investimenti. Con prospettive deflattive sui redditi, perché gli individui dovrebbero indebitarsi per consumare? Per rovinarsi del tutto? La sbronza è finita da tempo, il maggior credito al consumo avrà effetti effimeri. Con prospettive di riduzione della domanda interna perché le imprese manifatturiere dovrebbero aumentare i già cospicui debiti, per collezionare investimenti improduttivi?

    Esiste una forte domanda di credito finalizzata a rinviare il fallimento. Questa non sarà soddisfatta. Il maggior credito alle imprese sarà utilizzato esclusivamente da quei gruppi, già in posizione dominante, che potranno attuare nuovi processi di concentrazione di attività e quote di mercato. L’occupazione rimane un non obiettivo.

    Certo è, impacchettando ABS, che molte banche potranno riassumere la parvenza di tale nome, riportando a un minimo di decenza quel che fu la loro attività principale.

    La patrimoniale sui conti correnti overnight delle banche? Non scherziamo, molto probabilmente sarà scaricata sulla clientela minore.

    Il colpo di bazooka rimane in canna, ma la cerbottana non basta. C’è chi sostiene che si compri altro tempo, vien facile ricordare che: “In The Long Run We Are All Dead”

  6. La finanza e’ utile certo, e’ tanto, ma dal 2000 forse troppo. A lungo
    accessoria alle idee ed ai risultati, mai protagonista; troppe volte stupita ,
    talvolta distratta spettatrice di importanti momenti di cambiamento.
    Credo ci sia da rivalutare anche tutto cio’ che sta agli antipodi del
    capitale in senso stretto, senza dover essere per forza Marx o seguace di
    movimenti para-ideologici che tifano decrescita solo per vendere gli ortaggi
    semi biologici dello zio di campagna.
    Sfruttiamo insomma tutto cio’ che abbiamo saputo fare sino ad oggi, tentiamo
    di fare convivere il buono dell’industrializzazione italiana con il nostro umano
    romanticismo, arte cultura intelligenza (qui la manodopera non ha prezzo!).
    Adesso che hanno aperto i sipari economici, a guardarci bene siamo davvero
    piccoli, ammettiamolo. Aveva ragione Churchill.
    Siamo diventati da decenni piu’ costosi, non ostiniamoci a voler produrre
    cio’ che e’ economicamente ragionevole che facciano altrove. Continuiamo ad
    allestire il palcoscenico per i nuovi cittadini del mondo che stanno conoscendo
    il progresso e la ricchezza, la liberta’. Insisteremo con mestieri ad alto
    contenuto umano/tecnologico. E magari ci inventeremo una nuova versione del made
    in italy, applicando il concetto di qualita’ non solo al prodotto ma anche al
    processo, al metodo, al servizio (ad es.e’ possibile immaginare fondi di
    investimento italiani che si comprino le partecipate dallo stato per
    “efficientarle” e generare quella cassa necessaria al bilancio statale per
    abbattere debito pubblico e spingere l’economia?). E se saremo troppi migreremo
    come abbiamo sempre fatto, senza farne catastrofi esistenziali.
    Vorrei dare im mio contributo alla stesura di un nuovo copione che diventera’
    la sceneggiatura del nostro futuro, lo immagino con persone capaci,
    intellettualmente oneste e che vogliono rischiare per ideali che non siano
    frutto di una delusione ma di un cassetto lasciato chiuso da troppo tempo con le
    chiavi ben in vista, perche’ i tempi non erano ancora maturi..

  7. In presenza di aste di finanziamento a tasso fisso e full allotment già da anni, e con risibili risultati sulla crescita del credito bancario, ottenendo il solo scopo di abdicare ai banchieri privati la creazione di base monetaria, sono molto dubbioso della efficacia degli TLTROs peraltro pure con un benchmark minimo di riferimento, che fungerà, quanto più alto sarà, da disincentivo al credito quanto più alti saranno i NPLs che salteranno fuori durante la campagna per la asset quality review.
    E’ assolutamente condivisibile l’appunto di J599 quandi dice che esiste una domanda di credito finalizzata a rinviare i fallimenti, cosa che ovviamente non piace ai sempre più scettici e reticenti uffici crediti bancari…
    Il taglio in negativo del tasso sui depositi si scaricherà prevalentemente o principalmente, e sta già accadendo, in acquisti sui mercati monetari e a brevissima scadenza; il taglio del refi e mro avranno unico effetto di blindare in un sentiero ancor più stretto le oscillazioni dell’eonia, ma non daranno in sè alcun effetto a livello del costo del credito dove la fa da padrone il mark up bancario necessariamente alto per mantenere o tentare di mantenere in positivo bilanci in contrazione con crescente deterioramento del credito, relativi accantonamenti, produttività in calo e attivi in contrazione per cercare, senza dover mettere mano al portafoglio, di ricapitalizzare i bilanci bancari secondo Basilea…
    L’effetto sul cambio dipenderà anche dalla grandezza della voce partite correnti, che mi pare aumentare il cambio piuttosto che deprimerlo.
    Sugli ABS dissi già da da un anno che le dimensioni del rekativo mercato europeo sono molto diverse da quello USA, con conseguenti minori effetti, e che il dubbio principale su queste operazioni è sempre quello di ottenere una bella pulizia dei bilanci bancari dall’ontume accumulato, e a spese della “contribuzione generale”, se mi passate la rozzezza del termine…
    Io sono molto scettico, qualcosa si doveva pur fare, ma ritengo che se la strada ormai chiara è quella deflattiva, di contrazione degli attivi bancari e di disintermediazione bancaria, di concentrazione delle attività economiche e di maggiore flessibilità dei mercati di lavoro e welfare, non c’è manovra MONETARIA che tenga: la strada è segnata e presto o tardi la percorreremo tutti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.