Perché “riservato a” non sempre significa “a beneficio di”: il BTP con il “malus”

BTP futura

L’apparenza è importante, specie di fronte ad un pubblico superficiale. Così il Tesoro ha deciso di mettere a punto una emissione speciale di BTP riservata ai clienti retail denominata “BTP Italia Futura”. Non sappiamo se sia un tardivo o un involontario omaggio all’associazione politica lanciata da Luca Cordero di Montezemolo nel 2009, ma pare chiaro che l’esclusione degli investitori istituzionali, più attrezzati a considerare la qualità di un titolo e l’equità delle cedole, apre le porte a meccanismi che possano sacrificare la sostanza sull’altare dell’apparenza.

Intanto partiamo dallo spirito dell’iniziativa, dopo i 22 miliardi raccolti solo un paio di settimane fa con il BTP Italia 2025, la scelta di riproporre un’emissione specifica per gli scopi che si prefigge la linea speciale del MES è un modo esplicito di raccogliere sul mercato a tassi italiani quel capitale a cui avremmo potuto accedere a tasso zero o addirittura leggermente negativo.

Vedremo, entità dell’emissione alla mano, quanto ci sarà costato questo scatto d’orgoglio.

Il Tesoro cerca di guardare in prospettiva, un atteggiamento che è meritevole di approvazione, proviamo a farlo anche noi mettendoci nei suoi panni: quando l’emergenza sarà archiviata, bisognerà affrontare l’ulteriore espansione del debito pubblico. I tagli della spesa saranno ancora più difficili da fare (hanno interessato prevalentemente Sanità ed Istruzione negli ultimi anni, ed è improponibile ora pensare di tagliare su queste voci), e in generale le scelte di austerità hanno un elevato costo in termini di capitale politico.

Più probabilmente il maggior debito finirà per aumentare -ancora- la pressione fiscale, con la relativa riduzione di potenziale di crescita economica.

Tutto questo potrebbe portare ad un calo di gradimento da parte degli investitori per i titoli di debito pubblico.

Questo è il contesto in cui nasce l’idea di “BTP Futura”

uno strumento che riconosce cedole crescenti anziché costanti (è solo apparenza, ovviamente: è solo un modo diverso di distribuire il rendimento) e un bonus a scadenza (dopo 8-10 anni, i termini sono ancora da definire) pari alla crescita media del PIL italiano. Questo bonus non sarà comunque inferiore a 1% né superiore a 3%.

Tralasciando considerazioni su quante possibilità ci siano di avere più del bonus minimo, l’elemento da focalizzare bene è il criterio di assegnazione del bonus, che è riservato a coloro che hanno detenuto il titolo dalla sottoscrizione fino alla scadenza. E’ un bonus fedeltà, che -dal punto di vista finanziario- è a tutti gli effetti un malus.

Facciamo un esempio paradossale:

un normale BTP decennale oggi rende poco meno dell’1,5% annuo. Supponiamo di confrontarlo con un titolo che paga l’intero rendimento (1,5 x 10= 15%) sotto forma di “bonus” a scadenza. E’ evidente che il primo ha molto più valore: cederlo comporta cedere anche il rendimento residuo. Il titolo che offre il rendimento come “bonus fedeltà” invece viene ceduto senza rendimento residuo, quindi chi lo comprerà sarà disposto a pagarlo molto meno.

Ciò significa che, per avere effettivamente accesso al rendimento previsto, il sottoscrittore deve, ben più che con una emissione normale, essere certo di voler investire con un orizzonte temporale a 8-10 anni.

Un orizzonte temporale che offre ben altre prospettive ad un investitore consapevole. 

[tweetthis]Perché “riservato a” non sempre significa “a beneficio di”: il BTP con il “malus”. Di @alienogentile[/tweetthis]

Mettiamola allora così: nessuno di noi desidera che l’Italia faccia default. E di fronte alle esigenze crescenti di spesa, se da una parte non smetteremo di sgolarci chiedendo una riduzione del perimetro dello Stato, dall’altra bisogna prendere atto che le risorse lo Stato le deve reperire. E un sequestro di capitale sotto forma di BTP sottoscritto volontariamente da investitori poco consapevoli è, da molti punti di vista, molto meglio di un prelievo forzoso o di altre forme di imposta patrimoniale.

E’ stato detto decine di volte che “il debito pubblico italiano è sostenibile grazie all’elevata ricchezza privata“. Forse dobbiamo accontentarci del fatto che parte di essa venga consegnata pensando di fare un investimento vantaggioso. Comprando un malus, venduto come bonus.

In fondo, potrebbe essere come diceva Oscar Wilde: “la forma è tutto. È il segreto della vita.”

Articolo pubblicato su “il Foglio” il 11-06-2020
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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

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