Carenza di domanda e spread BTP-Bund

Nella pluriennale Crisi da sovrapproduzione che stiamo vivendo le politiche iper espansive della Fed hanno funzionato molto meglio di quelle conservative della BCE, troppo condizionata (come abbiamo visto) da uno scontro di pulsioni nazionali. Hanno funzionato meglio perché lo scoppio della Crisi ha provocato prima una fase di brutale deleveraging dei mercati finanziari (grazie alla leva si era creata troppa ricchezza finanziaria) che andava compensata; inoltre il rispristino di una ricchezza finanziaria è servito a ridurre la conseguenza tipica di una crisi da sovrapproduzione: la disoccupazione.

In Europa la risposta della Banca Centrale, a 7 anni di distanza dal primo forte segnale (il bailout di Bear Sterns) della Crisi che stava deflagrando, è finalmente arrivato sotto forma di Quantitative Easing. Iniziativa su cui i mercati stanno facendo laute libagioni da qualche tempo a questa parte.

Tuttavia il problema della domanda in Italia, ed in Europa, rimane. Come si vede bene in questo grafico inviatomi da “Cigolo” :
consumi e fiducia
Perciò quando si vedono rapidi scivoloni di parti del mercato viene spontaneo portare il proprio pensiero alla persistenza della Crisi: in soli 15 giorni il “fu famigerato” spread BTP-Bund è salito del 40%. Che il mercato abbia sentito così fortemente la carenza di domanda da stimare problemi di lungo termine sulla crescita (e dunque sulla solvibilità)?

Niente affatto. Innanzitutto in parte è proprio l’attesa di una bassa crescita futura a giustificare rendimenti così bassi per le obbligazioni, ma nel fatto che stiamo narrando si tratta di un problema di domanda, semplicemente non di quel tipo di domanda.

Nella fase attuale di mercato, che non fatichiamo a definire famelica, in cui tutti gli operatori comprano”tutto ciò che respira“, il Tesoro ha forse esagerato un attimino. Intelligentemente, infatti, si cerca di sfruttare il contesto di tassi prossimi allo 0 per “allungare” le scadenze del debito: il rendimento di un titolo è determinato dal mercato, per gli investitori, ma il costo del debito è determinato dalle condizioni a cui viene emesso, le variazioni di prezzo non riguardano più l’emittente una volta che il titolo è collocato. Se il momento di mercato è tale per cui si può emettere titoli a costo quasi zero, la tentazione è di emetterli sempre più lunghi per garantirsi questo basso costo del debito per il massimo tempo possibile.

Nonostante ci sia una BCE bendisposta, e impegnata formalmente a comprare, ed una conseguente domanda degli investitori drogata a rialzo da questo contesto, il Tesoro (e non solo quello italiano, perché anche in Spagna…) forse ha fatto male i conti, o quantomeno calcato un po’ troppo la mano, emettendo in pochi giorni titoli ordinari a medio/lungo termine, BTP Italia con emissione in due fasi per i privati e per gli istituzionali, ed una offerta di concambio con cui ritirava dal mercato titoli brevi per consegnarne in cambio altri a scadenza decennale.

La stragrande maggioranza di queste offerte ricadevano sul medesimo tratto della “curva” saturando tutta la domanda, che si è rivalata -per quanto drogata- insufficiente a coprire cotanta carta. Così lo spread schizza impazzito da 100 a 140 punti in un paio di settimane e qualcuno ci ricama su un articolo sensazionalista.

Tuttavia il contesto di Quantitative Easing riporterà rapidamente le cose nel loro alveo. Lo scivolone dei BTP, così chiaramente determinato da tecnicità del momento, verrà riassorbito da quel mercato famelico di cui sopra, facendo restare di questo noioso articolo – con buona probabilità – soltanto un “intelligentemente” e lo strascico di qualche bizzarra congettura sul contagio greco dei titoli periferici, che in questa occasione mi sentirei di dire non è stato l’elemento cardine.

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

Una risposta a “Carenza di domanda e spread BTP-Bund”

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