Dalle memorie di Sir William Reginald Davies: l’incontro.

Amor può troppo più che né voi né io possiamo.
Giovanni Boccaccio

Mi voltai sentendo il mio nome. Era dall’altra arte della strada, dietro ad un’automobile rossa, un soprabito verde scuro e gli occhi che rimangono sempre gli stessi occhi. Sapevo che prima o poi sarebbe successo, città Italiane, città piccole, stesse persone ed anche quelle morte restano nell’aria, nella pietra delle case, negli affreschi dentro le chiese. Alzai la mano e attraversai per andarle incontro, fingendo sorpresa per mascherare una stretta allo stomaco e vestendomi di un sorriso ampio che si spense quasi subito avvicinandomi a quegli occhi.

Passeggiammo verso il centro. Mi disse che abitava da quelle parti, aveva lo stesso profumo e questo mi rese particolarmente malinconico. Ringraziai il destino quando entrammo in un bar e quel profumo si perse tra sbuffi di caffé, pane riscaldato ed altri odori d’umanità varia:
era un ricordo troppo forte. Ci sedemmo ad un tavolo in una sala un po’ più silenziosa. Mi disse che lavorava come traduttrice dal finlandese, sia nel campo del turismo che per delle aziende. Dissi che ero lì da un anno per un progetto politico Europeo. Sorrise.

Misi un cappuccino caldo nello stomaco per vedere se si rilassava almeno un poco. Ascoltavo da un altrove, come se ci fossero stati due William: uno parlava, l’altro lo osservava, uno si mascherava e l’altro stava lì affogando in un sapore di ricordi talmente fitto da faticare a far emergere singole immagini. Buttavamo lì decine di parole, mi accorsi che era lo stesso anche per lei, ma erano solo un ridicolo sipario, fumo. Era un discorso di sguardi, le parole servivano solo a non renderlo imbarazzante.

Venne l’ora di alzarsi da quel tavolo e separare gli occhi, uscire noi quattro, i due parlanti ed i due silenziosi. Un sole accecante riempiva il cielo di una luce enorme e il mare non lontavo sembrava voler amplificare quell’atmosfera abbagliante di primavera, di malinconia e desiderio, di profumi e chissà quali altre diavolerie.
“Magari ci si rivede vengo spesso in questo bar”.

 

 

Sabbie Mobili

Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di gia’ si e’ ritirato il mare
E tu
Come alga dolcemente accarezzata dal vento
Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di gia’ si e’ ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi.

Jacques Prévert

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Pubblicato da Mr Pian Piano

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