#ElezioniUK: Mai dire May

ElezioniUK

Credevamo di esserci vaccinati alle sorprese inglesi, dopo il voto su Brexit di un anno fa, ma dopo il giugno 2016, anche il giugno 2017 coglie impreparati molti osservatori e bookmakers: la scommessa di Theresa May, che -forte dei sondaggi- voleva blindare la sua maggioranza, è fallita.

Con un’affluenza alle urne da record (la più alta degli ultimi 20 anni) il Regno Unito esce dal voto politico senza un governo, con un Parlamento senza alcuna maggioranza.

Paradossalmente (anche se al momento i numeri dei seggi non sono ancora definitivi) i tre principali oppositori del governo (Laburisti, Liberaldemocratici e Partito Nazionale Scozzese) avrebbero insieme circa il 50% dei seggi, mentre Ukip, il partito di Farage “vincitore” del referendum su Brexit, si ritrova fuori dal Parlamento, senza seggi.

Corbyn ha chiesto le dimissioni di May, che al momento non sembra intenzionata a lasciare (è a colloquio dalla Regina chiedendo un reincarico). È possibile che i conservatori provino a cercare un governo di coalizione con i Libdem, che però sono fermamente contrari ad uscire dalla UE e quindi sarebbero partner scomodi per un governo che si ritrova a dover gestire le trattative per la Brexit, su cui la faccenda si complica: il mandato per una “hard Brexit” a questo punto non c’è, anche se il tema Brexit non era più al centro della campagna elettorale, perché è ormai un tema acquisito, lo snodo è comprendere come verrà gestita la trattativa, con quale approccio e con quali obiettivi. Al momento il dato certo è che i tempi si allungano, i Libdem (secondo la BBC) proveranno a richiedere un nuovo referendum. Al momento mi pare piuttosto improbabile che possa accadere.

[tweetthis]il punto di @alienogentile tra politica e finanza sulle #ElezioniUK[/tweetthis]

La prima reazione forte, dal punto di vista finanziario, viene registrata dalla sterlina, che scende ancora (-2%), dando una spinta al listino azionario inglese (la migliore piazza questa mattina). La trattativa sulla Brexit, però, si prospetta meno aggressiva, più improntata all’equilibrio e al dialogo, in questo caso la sterlina quindi potrebbe aver visto il suo periodo peggiore, e non mi stupirei che i ribassisti sulla valuta inglese chiudessero le posizioni portando a casa i profitti. Viceversa è più facile che vengano mantenute aperte le posizioni sulla borsa inglese a cambio coperto, beneficiando così della spinta di eventuali ulteriori discese della sterlina visto che le principali aziende quotate a Londra sono multinazionali che fanno business prevalentemente fuori dal Regno Unito.

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

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