Everlasting love (Le Canzoni Inclinate)

In prossimità della diga il Ticino era largo e placido, la riva sassosa a tratti protetta dalle chiome disordinatamente tondeggianti delle robinie.

Al di la dell’ampia strada sterrata si ergeva la cinta della raffineria; durante la settimana vi transitavano molti autocarri con il loro carico di zucchero grezzo, ma il sabato mattina, benché operai e impiegati fossero al lavoro, il traffico era pressoché nullo.

Lui conosceva bene il fiume e quello non era uno dei punti che prediligeva: troppo aperto, le acque troppo tranquille, la pesca fin troppo facile. Selvatico e di indole assai schiva nonostante la giovane età, amava piuttosto le assenze, le voci del bosco, il mormorio gorgogliante dell’acqua. Era figlio di contadini avvezzi a risparmiare su tutto, anche sulle parole, e barricati dentro un impenetrabile pudore dei sentimenti. Era stata l’evoluzione dei tempi a indirizzarlo verso un mestiere che lo aveva allontanato dalla terra, quando era apparso chiaro che, con quella che possedeva la sua famiglia, non avrebbe potuto campare: alla fine degli anni ’60 anche nella pianura attorno a Milano il futuro dei giovani era nelle fabbriche.

Ma un sabato d’estate in cui si era ritrovato a lanciare la lenza in quel tratto di fiume per caso e per noia dei soliti posti, aveva incontrato lei.

Non erano ancora le otto del mattino ma la giornata era già ammantata dell’opaca foschia che preannunciava una calura afosa. Osservando la superficie rilucente dell’acqua, sulla quale aleggiava un alito impalpabile di umidità trafitto dai raggi del sole, stava preparando la lenza mentre gustava il sapore atroce della prima Alfa della giornata. Aveva dapprima udito il picchiettare attutito dei tacchi sullo sterrato, poi l’aveva scorta avanzare decisa verso la cancellata della raffineria: una bella ragazza dalle forme giunoniche, la vita ben delineata a sottolineare il petto prosperoso e i fianchi tondi, i polpacci torniti che sfinavano nelle caviglie elegantemente sottili. Camminava fiera come una regina, sul capo la corona di gonfi capelli corvini, splendenti nel mattino assolato. In quei pochi secondi lui aveva compreso che era quella la donna che voleva, lei e nessun’altra.

Need you by my side
Girl to be my bride
Never be denied everlasting love

Tornò lì anche i sabati successivi trattenendosi fino a mezzogiorno, quando lei ripercorreva quel pezzo di strada lungo il fiume per sbucare sulla provinciale, dove si trovava la fermata della corriera, senza decidersi ad avvicinarla. Lei un giorno rallentò la camminata baldanzosa per osservarlo con un’espressione blandamente impertinente sul volto dai lineamenti armoniosi; lui non riuscì a decidere se con ciò intendesse suggerire un incoraggiamento o, al contrario, un diniego. Tuttavia, fu certamente da quel momento che i ruoli si invertirono, e il cacciatore divenne inconsapevole preda.

Un sabato sera d’agosto lui si ritrovò in una balera nel varesotto e ad un tratto la vide sulla pista da ballo. Si dimenava con grazia in mezzo a un gruppetto di ragazze che sovrastava in altezza, ma quando lo scorse interruppe bruscamente la danza, lasciò la pista e gli andò incontro con la determinazione che pareva essere una costante del suo incedere.

Lo scrutò con attenzione, ravvisando l’incredibile rassomiglianza con un celebre attore americano: fisico atletico, gli stessi occhi d’un verde chiarissimo, il medesimo volto squadrato, la bocca generosa, persino l’identica stempiatura della crespa capigliatura castana e l’espressione un poco statica. Attraente, certamente, soprattutto così differente dai suoi amici, brillanti e spigliati.

“Tu sei l’uomo del fiume”,

disse puntandogli un dito sul petto come se fosse una rivoltella. Lui seppe rispondere solo

“Sì”.

Non avrebbe saputo spiegare le ragioni della sua attrazione fatale per quella ragazza. Non era l’unica bellezza che conosceva e per la verità non faticava a trovare compagnia, quando ne aveva voglia: certamente era la sola a non essere per nulla intimidita dal suo fascino tenebroso, così come fu subito chiaro che non era disposta a riconoscergli un ruolo dominante. Abituata a rappresentare l’oggetto del desiderio per molti maschi dai quali era corteggiata, sin dai primi tempi gli si concesse con parsimonia, lasciandogli sempre la percezione di negargli una parte importante di sé, la più intima e vera. Lui continuò a cercarla, con una cocciutaggine un poco ottusa.

Credette di poterla avere sposandola, ma non fu così.

Dal canto suo, lei assecondò un’attrazione fisica che avrebbe potuto esaurirsi nel giro di poche lune, ma soprattutto si lasciò blandire da ciò che seppe riconoscere come un amore cieco e incondizionato. Per un poco si divertì anche nell’esibire quel marito bello e taciturno, del quale tuttavia si annoiò presto. Si divertiva a punzecchiarlo e provocarlo, infierendo con molte piccole angherie quotidiane, fino a quando questi non reagiva in maniera rabbiosa e scomposta: allora si chiudeva a chiave in bagno, sorda a qualsiasi richiamo. Seguiva, dopo un lasso di tempo variabile, una furiosa riconciliazione sotto le lenzuola: era quello l’unico momento in cui si lasciava possedere, manifestando un’inaspettata condiscendenza voluttuosa.

Arrivò un figlio e lei si rifugiò in quella maternità: lui comprese che l’unico modo per trattenerla consisteva nel violare il meno possibile il suo spazio, che si estendeva alla casa intera. Era un bravo saldatore e lavorava per un’azienda titolare di molti appalti all’estero: le sue trasferte si fecero allora sempre più lunghe. Guadagnò molto e riuscì a costruire la villetta che lei desiderava, con un pretenzioso quanto inutile patio e la taverna nel seminterrato.

Open up your eyes
Then you’ll realize
Here I stand with my everlasting love

Seguitò a cercarla e ad amarla, accontentandosi di quei brevi incontri passionali che divennero sempre più rari. Non smise di amare la moglie nemmeno quando lei ingrassò a dismisura, si sottopose alle diete più insensate e il suo umore si fece patologicamente altalenante, seguendo le variazioni del peso corporeo. L’amò con la paziente dedizione di un cane fedele, pronto ad accettare anche i calci. L’amò guardandola invecchiare male, la faccia che ricordava il crollo di una diga, proprio come quella della ragazza che dovette sognare De Gregori allorché compose Atlantide: ma lui non poté trovare alcun conforto in questa similitudine, poiché raramente ascoltava musica.

Non smise mai di cercarla, persino quando si ammalò e la immaginò più vulnerabile. Eppure non seppe raggiungerla nemmeno quando si spense tra le sue braccia, piena di livore per una vita che aveva scelto ma non le era piaciuta, al pari di un abito che pareva bello, poi indossato è una delusione e bisognerebbe essere capaci di disfarsene.

Rimase dunque solo, l’unico figlio allontanatosi per la sua strada da molto tempo. Restò nella villetta simile a tante altre, con il patio nel quale d’inverno la nebbia si intrufolava a folate gagliarde.

Lui ora è un poco curvo, il fisico prestante di una volta si è come accartocciato, gli occhi chiari consumati dal riverbero della fiamma del saldatore. È al tramonto e lo sa, ma è in pace. Benché nella sua vita adulta sia entrato in chiesa solo per il suo matrimonio e per i funerali dei genitori e della moglie, da quando lei è morta si reca tutti i giorni alla sua tomba. Ha insistito perché sulla lapide fosse posta una foto di quando era ragazza, bruna e sorridente, bella e sfrontata. Apre lo sgabellino a treppiede da pescatore, lo posiziona sulla ghiaia del vialetto, si siede e le parla per delle ore.

I compaesani sono stupiti e lo commiserano, ma non è un vecchio pazzo, no: lei ora si è fermata e lo ascolta senza interromperlo, sempre ugualmente serena e sorridente, finalmente sua e solo sua. Lui le parla infine del suo amore e le ripete che l’amerà per sempre, e per sempre.

From the very start, open up your heart
Be a lasting part of everlasting love.

 

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Pubblicato da Sonia Fantozzi

Spirito irrequieto alla costante ricerca dei perché e dei percome. Ha lasciato Milano,ma in cima a una collina ha scoperto che sarà milanese per sempre.

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