Il buon padre. In famiglia e non solo

padri fondatori

Zeus era “padre degli uomini”, il Dio biblico è “padre celeste”. Gli USA celebrano i “padri fondatori” e Garibaldi è “padre della patria”.
Il “buon padre di famiglia” è evocato in Costituzione e Codice Civile.

Volendo essere un buon padre mi son soffermato a pensare.

Nel senso comune il “buon padre” è un soggetto pieno di qualità proprie: forte, saggio, giudizioso, gentile anche se talvolta duro, ma sempre equo. In ogni caso, sempre dalla nostra parte.

Chi potrebbe non volerlo?

buoni padri

Da bambini siamo tutti fragili e bisognosi di protezione. Non sappiamo cosa sia il mondo, ogni minimo pericolo ci può essere fatale. A quell’età è normale desiderare la protezione di un padre che appare imponente fisicamente agli occhi del bambino, ma anche onnisciente: “papà sa tutto”, quello che insegnano a scuola, ma anche come fare le cose. I padri vanno a letto tardi e danno la sveglia la mattina. Al mare o in piscina ti aggrappi al loro collo; ti portano sulle spalle senza apparente fatica.

Viceversa spesso dei problemi nell’età adulta sono riconducibili a un padre forte, ma prepotente o disinteressato. Tanti i possibili traumi: era più attento a un altro fratello? Concentrato sulla carriera? O magari era fuori casa perché divorziato, o -talvolta- è morto giovane.

Se nell’età adulta permane il bisogno di un padre non è il frutto del lavoro di “un buon padre di famiglia”, ma la conseguenza dell’abbandono. Fragilità e insicurezza fanno desiderare la protezione di un uomo forte che prenda grandi decisioni, e che affronta di petto i problemi.

Il pericolo di questa ricerca è di apparecchiare la tavola alla delusione, perché nessuno può realizzare i nostri desideri al posto nostro. C’è chi può sapere cosa vogliamo, e prometterci di farcelo avere, ma gradualmente prenderemo atto che nessuno è perfetto.

Scopriremo che non ci sono abbastanza soldi per fare ciò che ci è stato promesso, e che appena vacilla il consenso, l’uomo forte non mostra più amore con “bacioni” ma passa al disprezzo manifestato con pungente, e spesso sprezzante, sarcasmo.

uomo forte

Non era amore, ma un’illusione

In effetti uno degli aspetti della bontà è la consapevolezza dei propri limiti. Un buon padre non si finge onnipotente, confessa -quando è il momento- che non può risolvere tutti i nostri problemi, anche se vorrebbe davvero poterlo fare.

Aspetta che siamo abbastanza forti da sopportare la realtà. Poi dimostra il suo amore smontando l’idea di essere perfetto e infallibile. E’ così che aiuta suo figlio a diventare un adulto.[sociallocker].[/sociallocker]

Attaccare chi sostiene l’uomo forte è controproducente, perché rafforza la devozione: perché essere attaccati aumenta il bisogno di protezione.

Per questo ritengo sia meglio incoraggiare l’indipendenza, la consapevolezza e sforzarsi di comprendere l’altrui sofferenza e/o paura, mostrando che si desidera il meglio, anche se magari con ricette diverse.

Leonardo da Vinci, divenuto zio, scrisse con sarcasmo al fratello Domenico: “tu ti se’ rallegrato d’averti creato un sollecito nemico, il quale con tutti li sua studi disidererà libertà, la quale non sarà sanza tua morte”: un buon padre insegna che non puoi per sempre contare su “papà”

Ed è per questo che la proposta politica “interventista” o “soluzionista” è seducente: richiama il consenso ben più della confessione di avere dei limiti e dell’invito ad essere indipendenti, a godere della libertà che deriva dalla fatica. Il “buon padre” in politica è merce rara e non gode, evidentemente, di grandi probabilità di successo elettorale. E’ per questo che chi ha elaborato in qualche modo una consapevolezza, è clamorosamente privo di vera rappresentanza politica.

Ci abbiamo messo decenni a portare questo paese nella palude, sarebbe meglio diffidare di chi si propone con ricette magiche e soluzioni semplici, serve pazienza, tempo e sforzi per vedere risultati. Tutte cose che si preferisce non dire quando si vuole prendere voti.

E’ così che si confeziona l’ascesa, ma al tempo stesso anche la discesa, perché poi i nodi arrivano al pettine prima di quanto si creda.

Una volta, dopo il voto si facevano le riforme, e gli assalti alla diligenza arrivavano per l’ultima finanziaria della Legislatura. Oggi l’ottica corre sempre alle successive e imminenti elezioni regionali, europee, locali; una sorta di dittatura delle scadenze elettorali viste come conferme di un consenso che viene sempre più confuso con democrazia.

Ma che è “democratico” come quei padri senza nerbo che sanno solo dire dei “Sì”, seminando problemi.

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

Una risposta a “Il buon padre. In famiglia e non solo”

  1. Ma che è “democratico” come quei padri senza nerbo che sanno solo dire dei “Sì”, seminando problemi.

    Corretto, ma chi é indulgente in breve tempo disintegra qualunque organizzazione sociale. Son bastati 50 anni per disintegrare la società occidentale grazie all’imposizione della irresponsabilità individuale e la giustificazione sempre e comunque dei risultati nefasti della sua applicazione.
    In 50 anni distrutto il lavorio di secoli che dopo aver dato dignità ai cittadini tutti si apprestava ad inculcare in loro la responsabilità.

    Ma non c’è modo di farlo capire.

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