Il ricordo millenario delle due sorelle vietnamite

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“In politica estera non abbiamo amici o nemici, solo interessi”. È il mantra ripetuto dai governi post-ideologici. L’appartenenza identitaria è scomparsa, la comunanza di ideali è introvabile. La Guerra Fredda appartiene ai ricordi. L’economia di mercato trionfa nei consessi globali, mentre l’Internazionale Socialista appartiene ai ricordi degli studiosi e ai rimpianti dei militanti. Questa impostazione vale, a maggior ragione, per due stati formalmente comunisti come la Cina e il Vietnam. Il pragmatismo è in effetti la stella polare della loro politica estera, uno strumento per continuare a governare nella stabilità. Tuttavia le loro rotte sono spesso in collisione e il ricordo della storia fa giustizia del conflitto che ha insanguinato il Vietnam fino al 1975. Allora, nella tragicità del conflitto, le posizioni di Hanoi e Pechino erano relativamente semplici e omogenee: unità contro l’attacco imperialista di Washington. La realtà, dopo la vittoria vietnamita, è stata più amara. I due paesi asiatici, presto divisi dall’ingombro sovietico, hanno addirittura combattuto nel 1979 una breve guerra di confine, dove la forza cinese non ha avuto ragione della più esperta resistenza vietnamita. Da quel momento, la pace ha registrato progressi lenti ma puntuali e oggi alle frontiere transitano merci e lavoratori, invece di armi e sabotatori.

Le tensioni però non sono scomparse; affondano nella storia e riemergono quando l’amicizia non è più necessaria. La disputa sulle isole Paracel, contese dai 2 paesi e ora controllate dalla Cina, ha raggiunto un livello molto preoccupante. Il dispiegamento delle flotte militari, la retorica usata come strumento di mobilitazione indicano un innalzamento della tensione, tenuto artificialmente bassa negli anni della crescita economica. Ora l’uscita dal sottosviluppo è quasi completata e si riapre lo spazio per ferite mai cicatrizzate. Un pugno di isolette disabitate è al centro di una prova muscolare con effetti su tutto il Pacifico orientale. Pochi giorni fa la TV di stato cinese ha proiettato un documentario inedito sulle tensioni militari nel 2007, quando intorno alle isole si è giunti a una pericolosa escalation, conclusa soltanto con alcune collisioni navali. A determinare il conflitto non è tanto la posizione delle Paracel, in grado di dominare i rifornimenti energetici dallo Stretto di Malacca, né la pescosità dei mari circostanti. In gioco è la discesa della Cina verso i mari caldi del sud, un’ambizione atavica che riaffiora ogni qualvolta Pechino si scopre sufficientemente potente. Il timore del Vietnam è di ritornare sotto il tallone o la sfera di influenza della Cina, come tante volte è successo ad uno stato tributario. Non è a rischio l’indipendenza nazionale, quanto la sottomissione nei fatti a interessi che Hanoi non può controllare perché decisi altrove. La Cina è troppo potente per farne a meno per lo sviluppo del paese, ma è ugualmente così grande da trasmettere paura prima ancora che speranza. Per questo è necessario perseguire gli interessi piuttosto che gli schieramenti. Nel paese abbondano le immagini delle sorelle Trung che si immolarono contro l’invasione cinese. Da quasi duemila anni sono nella leggenda, un orgoglio nazionale nell’anelito di libertà. Le due combattenti che guidarono un esercito patriottico compaiono nei manifesti, nei libri di scuola, nelle tradizioni orali. Sono venerate come eroine, martiri del paese, ad esse vengono addirittura dedicati dei templi. Il loro sacrificio tuttavia è risultato vano perché alla loro morte, nel 43 d.C., il paese è ripiombato sotto il giogo cinese. I dirigenti di Hanoi conoscono bene la storia e sanno che i ricordi non sono sufficienti. Se dovranno mantenere viva la fiammella del ricordo, saranno ugualmente chiamati a una soluzione negoziale, la più vantaggiosa possibile per riaffermare la propria indipendenza e la necessaria libertà d’azione.

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Pubblicato da Romeo Orlandi

Presidente del Comitato Scientifico di Osservatorio Asia. Professore di Economia della Cina e dell'Asia. Esperto di globalizzazione. Autore, editorialista, relatore a convegni.

Una risposta a “Il ricordo millenario delle due sorelle vietnamite”

  1. Romeo, interesantisimo de verdad interesantisimo, non sapevo questa bellissima e triste storia delle due sorelle Trung, loro se hanno inmolato nel 43 dc è la situzione rimane nella stessa di confronto con la Cina. Continuo in spagnolo perche no voglio fare bruta figura con mio italiano. Vietnam se encuentra en una posición estratégica en el Asia. En este momento es estratégica su actitud con respecto a sus relaciones internacionales, con USA su enemigo mas reciente tiene excelentes relaciones económicas, quien hubiera pensado hace 10 años que esto pudiera suceder, nadie y está sucediendo. Tener importantes relaciones económicas con USA también puede ser una astuta medida para no ser absorbido por el Dragón rojo como en el pasado, esas relaciones diplomáticas y económicas pueden ser un contrapeso a favor de Vietnam frente a China y USA tener otro aliado mas en su nuevo pivot del mar del sur tan disputados por todos para ser hegemónicos en el. Diría el Prof Nye de estas naciones que están resurgiendo en el siglo 21 son las que se deben tener en cuenta y en especial USA.
    Como jugara sus cartas internamente Vietnam para mantener la historia de las hermanas Trung vigentes y al mismo tiempo solucionarlo diplomáticamente tendremos que esperar a esos acontecimientos y tu nos relates como fue. Come sempre un piacere leggerti ed imparere con te sul mondo asiatico tan diverso e rico dil nostro occidente.

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