Industria automobilistica cinese. C’è spazio per tutti

Negli ultimi anni l’industria automobilistica in Cina ha goduto di margini di profitto e flussi di cassa elevati. Le principali case automobilistiche mondiali hanno deciso di entrare in Cina non appena hanno capito l’importanza della loro presenza in un mercato profittevole con ampie prospettive di crescita. La scelta di entrare nel paese ha richiesto grandi investimenti, con cui i maggiori produttori di auto al mondo hanno costruito i propri impianti, al fine di soddisfare al meglio la crescente domanda per autovetture nel mercato cinese. Tuttavia, l’industria automobilistica cinese è oggi alle prese con la rapida evoluzione che sta interessando il mercato dell’auto. La rapida evoluzione, sommata ad un ritmo più lento della crescita, sta minacciando molti segmenti e gran parte degli attori che compongono questo ambiente dinamico e mutevole. Di conseguenza, le prospettive per il futuro di questo settore sono incerte, e a causa dell’alta volatilità che caratterizza questo mercato, è difficile fare previsioni accurate.

Dietro il recente rallentamento delle vendite c’è l’influenza di una serie di fattori. Per gli attori del mercato, difendere i margini operativi in doppia cifra, che il mercato dell’auto in Cina aveva generato fino a pochi anni fa, sta diventando sempre più complicato. Da una prospettiva macroeconomica, l’economia cinese ha registrato il suo più basso tasso di crescita da oltre 25 anni. Inoltre, è previsto che i tassi di crescita diminuiranno gradualmente fino a raggiungere un livello stimato del 4% per il 2030. La tendenza al ribasso del PIL potrebbe avere un forte impatto sull’industria automobilistica. Si tratta infatti di un settore ciclico per definizione. Come abbiamo visto con la crisi finanziaria del 2009, il settore automobilistico ha sofferto il rallentamento dell’economia più di altri settori.

Nel mese di giugno 2015, come riportato dall’ Association of Automobile Manufacturers (CAAM), la produzione e la vendita di automobili in Cina hanno registrato rispettivamente 1.850.800 e 1.803.100 unità, cifre inferiori del 5,8 % e del 5,3 % rispetto al mese scorso, e inferiori dello 0,2 % e del 2,3 % rispetto all’anno precedente. E’ il primo anno dal 2011 in cui si registra un declino nelle vendite mensili di auto. Per il primo semestre dell’anno 2015, la produzione e la vendita di automobili sono state rispettivamente di 12.095.000 e 11.850.300 unità, pari al 2,6 % e 1,4 % in più rispetto allo scorso anno. Tuttavia, la crescita cumulativa mensile continua a diminuire. Il totale delle consegne di autoveicoli, autocarri e autobus è probabilmente destinato ad aumentare del 3 % per il 2015, contro il 7% previsto da CAAM a gennaio. Se si verificasse, sarebbe il più piccolo aumento a partire dal 2011. I tassi di crescita dell’industria automobilistica rimangono quindi positivi, ma negli ultimi tempi hanno subito una significativa contrazione, che in prospettiva preoccupa il mercato.

Sebbene l’industria automobilistica cinese stia calando per numero di vendite e produzione, la Cina vedrà aumentare la propria capacità produttiva. Le società di maggior rilievo hanno infatti piani di lungo termine per la loro presenza in Cina, e così continuano a investire grandi risorse nel paese. Tra questi, Hyundai Motor Co. costruirà due stabilimenti entro il prossimo anno, Renault SA ha una fabbrica pronta ad aprire nella prima metà del prossimo anno, e Fiat Chrysler Automobiles (FCA) sta per avviare la produzione del marchio Jeep. Inoltre, Volkswagen AG lo scorso anno ha annunciato che investirà oltre 22 miliardi di euro in Cina entro il 2019 con i suoi partner locali, mentre la joint venture tra General Motors (GM) e SAIC Motor Corp. ha in programma una spesa di 100 miliardi di yuan (circa 16 miliardi di dollari) nel 2020, per cercare di espandere la propria quota di mercato.

I diversi segmenti che compongono il mercato sono stati colpiti in modo diverso dai recenti trend. Tra le varie categorie di autovetture, facendo un confronto con lo stesso periodo dello scorso anno, i SUV hanno continuato a sostenere una crescita ad alta velocità, con la produzione e le vendite che sono aumentate rispettivamente del 47,55 % e del 45,94 %. Anche la categoria delle monovolume ha avuto una crescita in doppia cifra, con un incremento del 16,4 % e del 15,3 % della produzione e delle vendite. Il valore delle vendite di SUV e monovolume è principalmente dovuto a due fattori. Il primo è la dimensione dei nuclei familiari. A differenza della maggior parte dei mercati, il numero di famiglie da 6 o più persone si mantiene abbastanza stabile. Spesso e volentieri le diverse generazioni si ritrovano a condividere la casa. Questo permette di mantenere il numero di vendite di monovolume relativamente stabile, e supportare allo stesso tempo un incremento delle vendite di SUV. Il secondo fattore ad influire è la crescente preferenza che i cinesi hanno sviluppato nei confronti delle auto di grandi dimensioni. L’acquisto di un SUV consente loro non solo di soddisfare le esigenze di guida, ma anche di dare prova del loro gusto personale e di mostrare lo status sociale di appartenenza. Anche se la tendenza al “più grande” è senza dubbio forte sul mercato, ci sono grandi opportunità di vendita nel segmento delle utilitarie, grazie al nuovo stile di vita urbano che sta emergendo. Nell’immagine riportata di seguito ci sono le previsioni delle diverse categorie di autovetture secondo Euromonitor International.

Nel primo trimestre dell’anno 2015 qualcosa di molto inusuale è accaduto in Cina nel mercato delle autovetture: le case automobilistiche cinesi sono cresciute molto più velocemente rispetto alla media di mercato. Negli ultimi anni le case automobilistiche cinesi hanno speso molte risorse per recuperare il livello di tecnologia delle società occidentali, investendo una notevole percentuale del budget in R&D. Secondo i sondaggi condotti da JD Power, la qualità dei marchi cinesi nel 2014 ha raggiunto il livello di qualità che le marche straniere avevano nel 2011. Il divario qualitativo si sta rapidamente accorciando ed i consumatori stanno diventando abbastanza perspicaci da non orientare le proprie scelte di acquisto unicamente in base alla forza dei brand d’oltreoceano. Inoltre, le case automobilistiche in Cina stanno fortemente investendo in marketing per comunicare più efficacemente il valore ai clienti, e in questo modo la loro quota di mercato è in graduale aumento. In un futuro prossimo costituiranno una minaccia sostanziale per gli alti margini a cui i costruttori esteri di auto si sono abituati negli ultimi anni nel mercato cinese. Nel frattempo, sotto la crescente pressione domestica, le case automobilistiche estere hanno fatto ricorso a sconti per cercare di ridurre il divario di prezzo e stimolare le vendite. Ad esempio, Volkswagen AG e General Motors Co., che in Cina hanno il loro più ampio mercato, hanno ridotto i prezzi per difendere le proprie quote di mercato.

Un altro fenomeno fresco che accelererà il processo di contrazione del settore automobilistico cinese è la caduta che le borse cinesi hanno subito a partire da metà giugno scorso. Infatti, il crollo dei mercati azionari cinesi e la conseguente caduta della fiducia dei consumatori hanno iniettato incertezza nell’economia. Dal momento che molti cinesi hanno perso parte del loro reddito nel recente fenomeno di sell-off di titoli che si è azionato nelle borse di Shanghai e Shenzhen, il livello di spesa per alcune categorie di beni diminuirà almeno temporaneamente. Un altro motivo di preoccupazione è l’aumento delle limitazioni imposte dalle autorità locali sulla vendita di nuove auto nelle principali città cinesi. L’obiettivo è di ridurre la congestione e l’inquinamento nelle zone ad alta densità di popolazione. A livello locale sono state varate leggi e regolamenti per perseguire questo scopo. Una notevole limitazione è data dal complesso meccanismo che consente di ottenere le targhe. Viene utilizzato un sistema di assegnazione di queste ultime piuttosto insolito. A differenza di quanto accade nel resto del mondo, i cittadini cinesi che decidono di acquistare una nuova autovettura devono partecipare ad una lotteria tramite cui cercano di ottenere il diritto per ricevere una targa. Questo sistema basato sulla lotteria alimenta un mercato nero per le targhe, dove i cinesi benestanti sono disposti a pagare per ottenere il numero di targa senza la necessità di vincere la lotteria. Un altro tipo di limitazione è presente a Pechino, dove le autorità pubbliche continuano a limitare il numero di automobili nelle ore di punta per alleggerire la congestione. La restrizione vieta la circolazione delle auto in base al numero di targa, pari o dispari, ed è volta a migliorare la qualità dell’aria e a tagliare il traffico. Inoltre, un importante cambiamento strutturale è in corso in Cina per il mercato delle autovetture. Il paese ha sviluppato recentemente per la prima volta un mercato delle auto usate. Così i consumatori hanno ora una scelta più ampia e non sono più costretti ad acquistare una nuova auto. Un vantaggio chiave nell’acquisto di un’autovettura usata è che la si compra già dotata della targa.

Se da un lato il calo dei prezzi del petrolio sostiene la domanda nel breve termine, come avviene nella maggior parte dei mercati, dall’altro lato, l’introduzione di obiettivi di consumo medio di carburante da raggiungere, apre il mercato ai veicoli elettrici. La Cina che vanta il titolo di più grande emettitore di carbonio al mondo, ha imposto che entro il 2016 almeno il 30 per cento dei nuovi veicoli del governo siano alimentati con fonti energetiche alternative. Questa ultima mossa governativa contro l’inquinamento è indice di un progressivo impegno e una crescente rilevanza della questione ambientale. A parte il prezzo di acquisto relativamente basso dei veicoli elettrici, possibile grazie alle numerose iniziative di finanziamento, in Cina, rispetto ai mercati sviluppati, vi è in genere una minor avversione verso la tecnologia delle avuto alimentate ad elettricità. Le prospettive future del mercato dei veicoli elettrici sono ottimistiche. Data l’esigua base rappresentata ad oggi dai veicoli elettrici in Cina, i futuri tassi di crescita di questo segmento saranno più che considerevoli.

Nel complesso, il mercato automobilistico nonostante la sua contrazione è ancora ben lontano da una crisi. Il mercato ha ancora spazio per crescere, soprattutto nelle città più piccole della Cina, dove è registrato un crescente numero di vendite. Detto questo, la serie di cambiamenti che saranno affrontati dai costruttori in un futuro prossimo sarà difficile da fronteggiare. Per sopravvivere in un ambiente così mutevole le case automobilistiche dovranno muoversi più velocemente del mercato stesso, cercando di anticipare il cambiamento e le nuove tendenze.

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Pubblicato da Alberto Forchielli

Presidente dell’Osservatorio Asia, AD di Mandarin Capital Management S.A., membro dell’Advisory Committee del China Europe International Business School in Shangai, corrispondente per il Sole24Ore – Radiocor

Una risposta a “Industria automobilistica cinese. C’è spazio per tutti”

  1. Buongiorno,

    ho letto con interesse l’articolo e ci sono alcuni passaggi che, mia opinione personale, non condivido.

    Al di la’ di questo, intervengo, solo per un motivo che riguarda il paragrafo delle auto elettriche.

    Le informazioni date non sono esatte poiche’ c’e’ stato un upgrade ad inizio 2015.

    Il governo cinese ha riveduto gli obiettivi 2020 (5MLN di EV immatricolati), portando l’obiettivo a 1MLN , con un taglio dell’80%.
    Attualmente sono state immatricolate solo 300.000 vetture (dal 2010) e ne dovranno essere ancora immatricolate 700.000 entro il 2020 (cosa non assolutamente facile…anzi!)

    Cio’ ha rimodulato anche le forme di incentivo gli EV al punto che circa 450MLN di $ sono stati destinati a potenziare la diffusione degli LCV a metano: questa operazione porterà, entro il 2020, alla riduzione della domanda di ben 560.000 barili di greggio al giorno!

    Maggiori dettagli si possono trovare su (http://www.automotivespace.it/la-cina-abbandona-lelettrico-e-leuropa-sta-a-guardare/)

    p.s.: se il link viola qualche vostra regola editoriale potete anche cancelarlo

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