Clima referendario. Lo spread e i #iostoconMattarella.

#iostoconmattarella

Ieri sera si è consumata una pagina che ricorderemo a lungo nella Storia della Repubblica: di fronte al veto sul nome di Paolo Savona come ministro dell’Economia e delle Finanze, Lega e Movimento 5 Stelle hanno ritirato il loro progetto di governo, seppure fosse sancito in un “contratto” da poco fatto sottoscrivere anche ai loro elettori, portando il premier incaricato Giuseppe Conte a rimettere il mandato nelle mani del Presidente Mattarella.

La prima parte della querelle mette in discussione il veto del Presidente come decisione esterna al perimetro dei suoi poteri. Scommetto che nessuna parte, al di là delle chiacchiere, nessuna forza politica muoverà alcuna reale accusa al Presidente, il che qualifica la solidità di questa narrazione.

Purtroppo accade spesso che chi agisce con protervia ed arroganza ottenga più visibilità di chi si muove con educazione e rispetto. Così vari esponenti politici possono permettersi di andare in TV lanciando infondate accuse all’indirizzo del Presidente, sottoposto così ad un processo mediatico senza spazio di replica, se non un comunicato di smentita, inevitabilmente -mediaticamente parlando- debole.

La questione è che il prof. Savona, illustre uomo dell’establishment, contributor per il sito “Grande Oriente”, presidente di fondi d’investimento lussemburghesi, ex direttore generale di Confindustria, membro del Bilderberg (ancora mi chiedo come abbia superato i filtri etici del Movimento 5 Stelle) ecc ecc ha un problema di credibilità.

Un problema, a dire il vero, di tutta la compagine del “contratto di governo”. Questo problema deriva da una cosa molto delineata: l’ambiguità.

Sia Lega che Movimento 5 Stelle hanno a lungo percorso il sentiero dell’ambiguità sul tema euro.
O dichiarandosi pro e contro a giorni alterni, come ha fatto il M5S

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Oppure scegliendo un doppio linguaggio: rassicurante nel dialogo con le istituzioni e cospirante sui social e nei blog-circoli delle bocce, spiegando a più riprese che l’uscita dall’euro si può fare, si farà, ma per farla non bisogna dirlo. Quindi -strizzata d’occhio- domani dovremo “smentirla”. E dai di gomito.

Siccome, però, il responsabile economico della Lega dice chiaramente “intendiamo uscire, ma non potevamo scriverlo sul programma“, le rassicurazioni verbali dette al Quirinale finiscono per essere svuotate di significato.

Paolo Savona non è da meno in questo, come autore del “piano B” per uscire dall’euro rappresenta in maniera chiara il gruppo de “l’uscita dall’euro si fa ma non si dice”. Quel genere di cose che -a prescindere- fanno scappare gli investitori e che pertanto provocherebbero un impatto grave per il Paese.

Senza contare che si tratta di un uomo che sostiene bellamente che il progetto europeo non è altro che la prosecuzione del piano nazista “Funk” con altri mezzi (cosa su cui si è già cimentato il prof Ugo Arrigo da questi pixel), il che non rappresenta esattamente l’ideale per sedersi a conversare in un ecofin con i nostri partner.

Mattarella chiede quindi uno sforzo, un ministro delle Finanze di emanazione politica, non tecnica, così che qualcuno metta a repentaglio il proprio patrimonio politico sulle mosse del ministro.

Rubo una considerazione dall’amico Paolo Manasse:

Un uomo pacato e intelligente, con senso delle istituzioni, si rende facilmente conto che le ripercussioni finanziarie internazionali della perdurante instabilità’ politica possono essere molto gravi per il Paese. Lo scontro istituzionale apertosi sul suo nome ha una portata che trascende il suo nome. Normale attendersi che dimostri di avere a cuore l’interesse del Paese e non le proprie ambizioni.

Ma no, Paolo Savona non accetta di farsi da parte, e rilascia un comunicato che avrebbe intenti “rassicuranti”. Il destinatario sarebbe quindi il Quirinale, ma la scelta per la pubblicazione dice molto: per la comunicazione al Capo dello Stato non è stato scelto un quotidiano nazionale come il Corrier, la Repubblica o il Sole24Ore, ma il sito “scenarieconomici” – uno dei tanti siti gravidi di teorie anti-Europa ed euroscettiche in generale.
Chiaramente la cosa appare la ripetizione del consueto schema, con colpetti di gomito inclusi. Mattarella non ci sta e pone il veto sull’uomo (come svariate altre volte è stato fatto in passato da altri presidenti su altri ministri). la smania di governare era tale, il “contratto di governo” così solido, che la richiesta di cambiare un ministro e di dare una connotazione politica all’Economia ha fatto allontanare Salvini e Di Maio dal progetto: nessuna maggioranza, si torna al voto.

Il governo viene così affidato – per il solo disbrigo degli affari correnti – a Carlo Cottarelli. Qualcuno si aspettava un rimbalzo dei mercati, una discesa dello spread. Arrivano, ma durano poche ore: gli eventi rendono chiaro che ci troviamo in un clima referendario. Voteremo presumibilmente a settembre e la scelta potrà essere presentata come:

élite contro popolo
sovranità contro tirannia
finanza internazionale contro democrazia

Ma si tratterà in realtà di scegliere se stare dentro o fuori dall’Europa.

Man mano che gli investitori realizzeranno questa idea preferiranno portare altrove i loro capitali. Sarà un’estate elettorale molto calda, la scelta di Cottarelli ( che così viene “bruciato”) si spiega con la volontà di contenere il più possibile, con un uomo tecnicamente indiscusso, il nervosismo dei mercati, per limitare l’interferenza che lo spread può causare ad una campagna elettorale che ha tutta l’aria di essere cruciale per il futuro del Paese.

[tweetthis]Lo spread, la democrazia e il clima referendario #iostoconMattarella[/tweetthis]

E c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di avere da ridire sul Presidente Mattarella!

 

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

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