Jimi Hendrix: rock

“Il Blues è facile da suonare, ma difficile da provare.”.
Jimi Hendrix

C’era una volta Jimi Hendrix ed un istinto musicale fatto di improvvisazione ed esplosioni emotive in forma sonora. L’uomo era una stella cadente con una consistente scia luminosa, non leggeva la musica e appunto amava strapazzare chitarre per cavarne grida opportuna ad illuminare il buio. Mr Pian Piano ridacchia delle mie derive pseudopoetiche, vabbé mi taccio….Jimi Hendrix fa del feedback un’arte, non più un fastidioso rumore, ma un grido espressivo. Il distorsore a cui collegare la propria Fender Stratocaster è spinto al limite, è potenza e delicatezza al contempo, le melodie e le armoniche della chitarra elettrica si intrecciano e si fondono con naturalezza e perfezione come mai prima. L’atto musicale come catarsi assume con il chitarrista di Seattle un nuovo e graffiante significato.

A questa esplosione di energia, una sorta di furore rock e blues che lo portava ad incendiare le sue chitarre sul palco in una sorta di rituale, corrispondeva poi una tendenza a comporre dolci ballate con testi visionari costruiti a partire da sogni ed esperienze lisergiche. La chitarra come generatrice di viaggi mentali, il noise come ingrediente necessario al rock ed al blues, diventa con Hendrix elemento centrale e modernissimo.

https://www.youtube.com/watch?v=Fl-rYuI1-0w

Quindi il suo lascito arriva fino a band che hanno fatto il rock moderno come Sonic Youth e Nirvana e fa delle canzoni vere e proprie “masse sonore” che investono l’ascoltatore, con un impatto anche violento per forza di volumi e qualità graffiante dei suoni. C’era in Hendrix anche una volontà politica di critica alla guerra in Vietnam, come esplicitò durante le sue memorabili esibizioni dal vivo, parallelamente a prese di posizione sulla questione razziale, ferita aperta anche ai giorni nostri negli Stati Uniti. Lui sangue nero ed indiano rappresentava la rivolta e la rabbia degli ultimi, dei reduci, degli esclusi. La sua frequentazione delle Pantere Nere ci ricorda questo aspetto non trascurabile del suo discorso artistico.

L’approccio istintivo all’esecuzione rimanda anche all’improvvisazione di matrice jazz. Non a caso artisti come Miles Davis avevano una grande ammirazione per Hendrix e solo la morte prematura del chitarrista non permetterà di realizzare una session potenzialmente memorabile. Hendrix dopo Electric Ladyland aveva esaurito un certo approccio rock/blues e stava cercando nuove strade, pensando di coinvolgere fiati e archi nelle sue composizioni. Non sapremo mai cosa aveva in mente, perché la morte purtroppo se lo portò via. Difficile mantenere un equilibrio psichico all’interno dello star system, nelle continue e faticose esibizioni dal vivo e con un consumo di droghe, alcool e barbiturici proibitivo e alla fine letale.

L’urgenza e la prorompente forza sonora ci restano come impronta indelebile di Hendrix nel rock delle decadi successive e rimane aperta l’incognita di quello che avrebbe potuto sviluppare in termini di linguaggio un musicista curioso ed attratto da sollecitazioni eclettiche. Gli Experience gruppo che oltre ad Hendrix vedeva Mitch Mitchell alla batteria e Noel Redding al basso resta nella storia del rock per compattezza e potenza del suono. Mr Pian Piano riemerge improvvisamente dalla cucina con un buffo cappello da chef e mi invita a finirla con le chiacchiere. Ha un buffo panciotto colorato, con una camicia di raso viola e maniche a sbuffo…..Forse è uscito dal mondo degli gnomi o da Woodstock e dall’isola di Wight?

Mentr mi godo Mr Pian Piano nel suo abito fricchettone con copricapo da chef, lo vedo venirmi incontro solenne e puntuale per servire alla nostra tavola un elisir liquoroso con tutti i profumi della Jimi Hendrix Experience in una playlist con diversi sapori, ricca di spezie ed emozioni intense. CLICCATE QUI et voilà, la Fender di Hendrix entrerà nelle vostre orecchie con una selezione di oltre un’ora curata dal nostro chef sonoro.

 

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Pubblicato da Mr Pian Piano

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