Jukebox all’idrogeno nel paese del sol levante.

Il Giappone resta un’entità misteriosa. Là dove il sole sorge per primo troviamo il paese forzato ad aprire i propri confini dopo esser rimasto isolato per secoli, il paese imperialista e crudele macchiatosi di crimini odiosi in Manciuria durante la seconda guerra mondiale, ferita ancora aperte con il dragone Cinese, il paese che conserva intatte energia, bellezza e poesia. Il Giappone dell’onore oltre la vita è servito, il luogo dove  Mishima si è suicidato in un estremo richiamo a valori che vedeva evaporare nel fuoco della modernità. Il Giappone dell’arte e delle stampe di rara dolcezza o esplicito erotismo e delle multinazionali come Toyota o Sony. C’è un fuoco in questa cultura tutt’altro che sopito.

Qui stiamo edificando un atlante soggettivo, allora vi racconto di questo secondo ascolto. Eravamo in piena epoca del vinile e la Yellow Magic Orchestra era disponibile solo come disco d’importazione dal lontano oriente, ad un prezzo folle per le mie tasche di liceale. Smaniavo, ma mi trattenni grazie a registrazioni piratate. Mi sono poi comprato il cd da grande, ma allora avere un vinile era la chiave di accesso ad un tempio sonoro. Oggi i suoni sono ovunque, basta un click. Tutto è cambiato, tutto si trasforma ed i fiori di ciliegio, passata la stagione cadono a terra e la prossima primavera rifioriranno, sempre uguali e sempre diversi.

 

La band di Sakamoto, Hosono e Takahashi resta seminale, non a caso  sono stati rivisitati da big dell’elettronica e restano un riferimento preciso anche per le sonorità contemporanee. Qui uno dei migliori album della Yellow Magic Orchestra per voi.

Il Giappone è dunque il fascino anche di una raffinata vena pop. Con Cornelius entriamo esattamente in quella dimensione in cui l’oriente imita, trasforma e re-inventa sollecitazioni occidentali o latino americane come i ritmi sincopati della bossanova, miscelata con elettronica in un mix di grande impatto.

Il Brasile a Tokio e Fukushima che contamina l’oceano. Cornelius ci porta in un mondo fiabesco con musiche che sembrano perfette per i titoli di testa di un nuovo cartone animato dello studio Ghibli, quello di Totoro per intenderci, altra delizia Giapponese di rara poesia.

La musica pop non è la sola componente in cui primeggiano artisti Giapponesi. Toshinori Kondo, qui con Bill Laswell ed il bravo chitarrista Italiano Eraldo Bernocchi, è un pilastro della tromba jazz elettrica post Miles Davis. Ho visto questa band dal vivo e posso garantirvi che sprigiona un sound molto raffinato e di grande impatto in cui è facile immergersi. Laciatevi cullare da un dub jazz dolce e al contempo potente.

E Sakamoto? Da Sakamoto siamo passati all’inizio e con lui chiudiamo. L’artista Giapponese ha dato e sta dando tantissimo alla musica di fine XX ed inizio XXi secolo. Memorabili le sue collaborazioni con David Sylvian, le poetiche colonne sonore per i più bei film di Bernardo Bertolucci e tante altre belle prove che lo hanno portato ad esplorare anche la musica contemporanea con Alva Noto e l’Ensemble Modern. Uno dei giganti planetari del suono di questo secolo capace di attraversare i generi con rara agilità. Sakamoto invecchia e compone musiche sempre più belle. Amatelo.

Cala il sipario sul “mio” Giappone, una nebbia fredda nasconde le strade e le case, tutto tace ovattato.

A notte fonda
quando mi sveglio, anche se è notte
nitidamente
cadono senza sosta
i fiori di ciliegio.

Akiko Baba
La prossima settimana lo Chef offre:
a) Argentina alla brace
b) India delle spezie
c) Nord Africa dolcissimo

 

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Pubblicato da Mr Pian Piano

king for a day, fool for a lifetime

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