Lettori ed e-lettori

e-lettori

I giornali di carta vendono sempre meno, i lettori si stanno trasformando in “e-lettori”.

Sarà per questo che c’è grande timore, prudenza, nello scuotere le spalle della pubblica opinione?
E’ forse voglia di lisciare il pelo agli e-lettori ?
Si teme di offenderli? O si intende rassicurarli?

Temo ci sia un equivoco nella funzione del giornalismo. Svariati componenti di vario livello di questo governo stanno dicendo apertamente che:

  • non è prioritario rispettare i parametri di bilancio
  • l’ascesa dello spread va alimentata perché è un’opportunità elettorale
  • investire i risparmi in BTP è una sciocchezza
  • si potrebbero lanciare dei BTP riservati a Italiani
  • prima dei parametri c’è la crescita (da perseguire violandoli)
  • “la caduta del Muro di Berlino sembrava impensabile. Faremo cadere Bruxelles”
  • bisogna togliere le sanzioni alla Russia
  • bisogna reintegrare la Russia nel G8
  • si scelgono in posizioni chiave esponenti euroscettici, filo-russi, anti-scienza, negazionisti, complottisti

A questo si aggiungono sporadici attacchi al Presidente della Repubblica.

Per un giornalista questo materiale offerto liberamente dovrebbe essere manna, è meglio del Watergate, non c’è nemmeno da fare la fatica di un’indagine, è tutto alla luce del sole, va solo raccolto ed esposto: abbiamo un governo che punta al “tanto peggio, tanto meglio“.

Un governo che esplicitamente dice di voler mettere la testa del Paese sul ceppo, perché peggio andranno le cose e più aumenterà la rabbia sociale e la richiesta di rottura degli schemi.

E’ come se -rivolgendoci alle forze dell’ordine- bussassero a casa i Drughi di Arancia Meccanica

drughi

Minimizzare la portata di questi comportamenti, normalizzare l’aspetto di un siffatto governo, distribuire alzate di spalle su attacchi troll che “tanto sono ininfluenti” (ma porca miseria, la notizia di ingerenze nel funzionamento democratico è grande in sé non c’è spazio per alcun benaltrismo, senza rinunciare al buon senso) ci fa perdere tutti.

Perché il giornalismo è “il Quarto potere” solo se svolge la funzione di cane da guardia. Non da compagnia.[sociallocker].[/sociallocker]

Lasciare a singoli utenti sui social il rischio di esporsi è irresponsabile:

“il giornalismo è scrivere esclusivamente per gli altri” (Gomez Davila)

Molti pensano che il risveglio dell’opinione pubblica ci sarà quando gli eventi si faranno drammatici e soprattutto quando verrà toccato il portafoglio. Non sono d’accordo: la spinta umorale delle rivendicazioni, che portò i giovani ad arruolarsi al grido  “per Trento e Trieste” nel 1915, quando poi gli eventi si fecero drammatici (Caporetto) alzò la soglia delle rivendicazioni e portò alla scelta di un Duce.

Non possiamo delegare all’opinione pubblica il suo risveglio

A chiarimento: questo è un appello rivolto molto più a direttori ed editori che a singoli giornalisti. Mi rendo perfettamente conto che sia quasi impossibile scegliere determinati atteggiamenti senza l’avvallo di chi poi deve decidere di (se) pubblicare e tutelare chi scrive e si espone.

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

5 Risposte a “Lettori ed e-lettori”

  1. Caro Alieno, leggo te da alcuni anni come leggo Mazzalai, Danilo DT, Borghi e Bagnai. Ho citato solo alcune fonti senza far torto ad altri. Questo perchè voglio che sia chiaro che quello che ho da dire è la riflessione di un semplice cittadino che ha investito una parte del suo tempo nel cercare spiegazioni e/o soluzioni. Cito solo alcuni punti:
    -) Non possiamo fare deficit perchè nei parametri che l’Europa si è data esiste un 3% di debito/ pil che pare essere stato pensato in una notte di sonno un poco agitato. La francia fa come gli pare e la germania fa lo stesso con i parametri di surplus. Eppure secondo te siamo solo noi che non rispettiamo gli accordi presi o non vorremmo rispettarli…
    -) Mi sono anche reso conto che l’Italia non è certo un paese modello, ma che gli altri non sono esattamente dei paesi dove il rispetto delle regole è alla base di tutto. Sono semplicemente dei paesi che pensano agli affaracci propri, no ad un concetto di europa unita. E questo è stato ancor piu evidente con la questione rifugiati.
    -) Ho altresì capito che ci sono parti dell’establishment, informazione economica compresa, che remano a senso unico in alcune direzioni “quasi” per partito preso. Ora, essendo che ti seguo da alcuni anni, e tutto sei meno che ingenuo e sprovveduto, qualcosa comincia a non tornarmi…
    -) Una frase accreditata a Odscar Wild diceva “se devi vivere tutta la vita strisciando come un verme, alzati e muori!..”. Sono consapevole delle conseguenze che coloro che tu reputi “possessori della verità” saranno in grado di infliggerci. Potremmo anche ritrovarci in una situazione simile a quella della Grecia, come estrema ratio. Ma almeno stiamo dando voce al nostro paese. Lo stiamo difendendo come “LORO” difendono i propri cittadini da una stortura quale è l’Europa così come concepita.
    -) Non pensare che i cittadini siano così stupidi. Ce ne sono di sicuro ma ci sono anche persone che leggono e si informano. Su Quotidiani importanti leggo ogni giorno cose assurde e la gente lo sta capendo. Ti chiedo magari, se lo vorrai, di fare attenzione anche tu alla credibilità che potrà avere il blog dove tu scrivi, se non integri un articolo come quello di oggi con osservazioni un poco più “esplicative” sulla realtà in cui viviamo.
    -) Mi pare di capire che tu lavori nel settore della finanza che di sicuro preferisce mari calmi a mari tempestosi. Ma la finanza, caro Alieno, è solo una parte di questo sistema. E neanche la più importante. Vorrei incontrarti di persona e farti conoscere un giorno la persona che scrive queste poche righe. Capirai che è una persona che ha avuto la fortuna di studiare a buoni livelli e di lavorare a buoni livelli. Ha deciso poi di fare altre scelte di cui poi magari pagherà le conseguenze, ma almeno mi sento “libero”. Libero anche di scriverti sapendo che le cose che scrivo non ti faranno piacere. Avverto come se dietro alcuni articoli scritti, e questo è uno di quelli, ci sia una “regia”. Ho cercato di non scriverlo fino all’ultimo ma alcune cose che leggo non possono essere pensate da una persona acuta ed intelligente come te, senza sapere che non ci sono solo “pecorelle smarrite” a leggerti. Ma ci sono anche persone che si fanno delle domande, tutti i giorni, su quello che leggono.

    Ti chiedo scusa dello sfogo, ma era da un pò che lo maturavo. Non sono solito stare su chat e blog vari. Se vorrai autorizzarlo e dare un tuo commento a riguardo , sarò ben felice! Enrico

    1. Commento molto lungo, provo a rispondere a tutti i punti, ma sarà difficile. La libertà di avere opinioni diverse è sacrosanta, non vedo perché non avrei dovuto autorizzare il commento/sfogo. Lavoro nel settore finanziario, sì, questo mi dà degli strumenti per misurare certe cose, e mi impone dei limiti non facendomene vedere altre, ma dietro quello che scrivo c’è molto più spesso il pensiero da cittadino che non da investitore. Francamente, come investitore le preoccupazioni sono modeste: se si inquadra correttamente lo scenario è facilissimo cambiare la destinazione degli investimenti, persino guadagnare sui ribassi è estremamente accessibile. Per la verità i “mari calmi” sono veleno per la mia professione, che invece gradisce la volatilità perché questa genera opportunità e panico rendendo più importante il mio ruolo.

      Sul fatto che ciascun paese pensi solo agli affari propri e non all’Europa unita e che io vedrei solo l’Italia non rispettare i parametri direi che stai banalizzando, e molto: i punteggi della “rule of law” sono molto diversi tra i vari paesi europei e l’Italia non brilla, di certo non in confronto a Francia e Germania che non sono il paradiso, ma su determinati argomenti sono paesi più civili del nostro. (http://data.worldjusticeproject.org/).
      La frase di Oscar Wilde è molto ammaliante, ma più prosaicamente ritengo che si farebbe un miglior servizio al paese ridando dignità all’onestà intellettuale, calpestata con regolarità a tal punto che talvolta ho la sensazione che molti diano per scontato che non esista (non a caso arrivi a dubitare che in questo spazio insignificante qualcuno possa industriarsi ad una regia per distribuire contenuti ad usum delphini).
      Se poi vorrai dirmi dove avrei detto che i cittadini sono stupidi te ne sarò grato. Intanto mi rallegro che dopo anni di lettura questo post abbia smosso qualcosa portandoti a commentare e dialogare.
      Andrea

      1. “Non possiamo fare deficit perchè nei parametri che l’Europa si è data esiste un 3% di debito/ pil che pare essere stato pensato in una notte di sonno un poco agitato”. Per poter rispondere a questa devo prima smontarla parola per parola:
        esiste un parametro di deficit (non debito, dò per scontato fosse un errore dovuto alla fretta e di non dover spiegare la differenza) / PIL al 3 percento. Un parametro condiviso e fondato su considerazioni piene di logica, un parametro che poteva essere disegnato diversamente, ma che non va cestinato sic et simpliciter travolgendo, nel respingere gli aspetti che non ci piacciono, il buon senso che l’ha originato.
        Se un parametro esiste, e definisce quale misura di deficit si possa fare, significa esattamente il contrario de “non possiamo fare deficit”. Possiamo, a tal punto che l’abbiamo SEMPRE fatto, si parla di austerity come se l’avessimo realmente attuata, ma abbiamo sempre fatto deficit. Il parametro ne limità la dimensione, non l’esistenza.

        1. Il confronto con la Francia (e la Spagna) che hanno “fatto più deficit di noi” può essere illustrato con una metafora.
          Si stabilisce che bere fa male, e che è vietato avere in corpo più alcool di quanto ne sia contenuto in 6 bicchieri di vino.
          Alla Francia è stato consentito di bere perché aveva già bevuto “solo” 4 bicchieri, mentre l’Italia è già al decimo: prima di chiedere di bere ancòra, dovrebbe smaltire gli eccessi di prima.

  2. Anche chi scrive, come Enrico, ha deciso di esporsi dopo parecchio tempo di attenta lettura. Vorrei contribuire con una riflessione.
    Io vivo all’estero da parecchio tempo, nel recente passato mi è capitato di dover gestire un imbarazzo crescente, dal bunga bunga (notevole ve lo assicuro), fino alla confusione di una tornata elettorale che ha generato vari governi eterogenei tra loro.
    Ora sono in una situazione analoga. In parte per come il governo si è formato (di fatto come i precedenti, mettendo insieme i pezzi e non a seguito di una vittoria chiara) soprattutto per il modo di porsi sprezzante ed arrogante dei nostri attuali rappresentanti, il quale unito ad un programma di governo all’apparenza non attuabile, ha prodotto uno spot per l’Italia che mi limito a definire sconsolante.
    Siamo un paese alla deriva da parecchio, su questo tutti concordiamo, ritengo che il cambiamento sperato ed auspicato non verrà da un governo in generale poco preparato, senza nessun rispetto dell’istituzione che rappresenta, con un programma che pare basato sui sogni, in perenne campagna elettorale e di conseguenza di un colpevole da bastonare (l’Europa che non ci fa fare quello che vogliamo, il capo dello stato che osa ridire su di un ministro, i Benetton e via discorrendo).
    La mia preoccupazione maggiore è verso l’uso della dialettica, che sta portando a tensioni pericolose, il reddito di cittadinanza su tutti, perché orrendamente classista. Sapete spiegarmi cosa ci sia di meritorio ad essere italiano piuttosto che marocchino o svizzero?
    Detto questo, noto come molti opinionisti da me stimati, tra i quali il nostro ospite, si stanno accanendo in maniera a volte poco lucida contro l’attuale dirigenza. Mi sembra controproducente.
    Questo è il nostro governo e dobbiamo accettarlo, senza dimenticare che i voti che ha preso (li ha presi senza dubbio) nascono dalla catastrofe politica di chi li ha preceduti. Dobbiamo accettare la democrazia (non lo facciamo da tempo, saremmo dovuti tornare alle urne mille e più volte, invece…), rispettare chi ha votato queste persone e trovare il modo di persuadere, in primis con l’evidenza di ciò che gli attuali governanti (non) faranno, sulla loro inadeguatezza, sapendo altresì proporre di meglio.
    Ed è qui il problema, non c’è al momento niente di meglio. Nemmeno l’ombra.
    Se ci fosse, potrebbe spiegare che la chiacchiera e l’atteggiamento da bar non funzionano in nessun ambito, che le promesse assurde restano tali, che la fermezza non è sinonimo di arroganza o bullismo, soprattutto verso dei poveracci su di un barcone. Io non credo che un governo con un presidente svuotato di autorità politica (rispetto delle istituzioni sigh), un giovane viceministro troppo acerbo per il ruolo (sigh sigh) e un furbacchione acchiappavoti (sigh sigh sigh) possano far meglio che danni. Ma non posso nemmeno indignarmi verso chi ci crede, chi ha visto in queste persone un miglioramento verso i predecessori. Attaccandoli a testa bassa, si attacca chi li ha voluti, e questo non mi piace un granché. L’educazione ha perso, dobbiamo trovare il modo di farla riemergere.
    Io non li ho votati (dall’estero possiamo dire la nostra) perché la dialettica e i toni non mi rappresentano, ma nessuno degli altri schieramenti poteva rappresentare una soluzione maggiormente affidabile da un punto di vista pratico. Forse, sarebbero sati meno grezzi, niente piu’.
    Non credo che riusciro’ mai a vedere un movimento che porterà alla vittoria educazione, pragmatismo e coerenza, perché abbiamo bisogno di vent’anni per sistemare tutto, una promessa del genere non vince le elezioni. Soprattutto se si spiega che vale solo al netto di un cambio di mentalità generale.
    Bisogna rompere in primis le collusioni a tutti i livelli (credo sia il maggior problema italiano) ed accettare una parola che un tempo era un valore. Sacrificio. Al giorno d’oggi, tra l’altro, molto meno dura rispetto al significato che aveva per le generazioni passate.
    Se non smetteremo di piagnucolare con mammina e trovare scuse (i giudici, l’Europa, i Benetton o gli immigrati) e a non avere rispetto civico, indipendentemente dalla fede politica, affonderemo insieme ai barconi che stiamo respingendo, magari lamentatoci del fatto che nessuno ha portato i salvagente.

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