LTRO III: Si torna a giocare in grande?

giochi in grande

In molti invocano un nuovo LTRO. Lo chiedono i titolari di aziende, i quali avrebbero piacere anche di poterci attingere per ricevere dei finanziamenti. Ma, consapevoli del fatto che le banche non investono nell’economia ma nella finanza, si accontentano anche della svalutazione dell’Euro che ne dovrebbe derivare.
Lo chiedono le banche, sopratutto quelle italiane, che non vedono l’ora di accaparrarsi denaro all’1% per tre o…più anni.
Ma indirettamente lo chiede anche il sistema, ormai vicino alla fatidica soglia dei 200 miliardi, sotto la quale “costringerebbe” chi ne ha bisogno ad attingere denaro dall’interbancario, con conseguenze sul tasso Euribor , oggi artificiosamente tenuto a livelli quasi ZIRP.

Ma alla fine…è soprattutto l’Europa più debole, quella che ingratamente viene definita di “Serie B” a volere un nuovo LTRO. Infatti il Nord sta facendo invece esattamente il contrario e restituisce quanto preso dalla BCE negli LTRO precedenti.
Infatti Francoforte ha comunicato che in questi giorni rientreranno fondi derivanti appunto dagli LTRO precedenti per circa 5,2 miliardi di euro, contro gli appena 847 milioni incassati la settimana scorsa. Ma chi è che rimborsa? Beh, di sicuro non l’Italia.

LTRO: masse, volumi e beneficiari:

Il grafico è chiarissimo. Le banche dei vari paesi stanno progressivamente rimborsando gli LTRO. Ma di certo non le banche italiane, quelle che ne hanno beneficiato di più e che al momento non mollano un centesimo.

Per carità, non urliamo allo scandalo in quanto questa situazione era prevista ed anche voluta dalla stessa BCE. Gli acquisti di titoli di stato delle banche italiane, acquisti effettuati usando appunto i soldi dell’LTRO sono stati fondamentali per non far saltare il sistema Italia, inteso come sistema finanziario (banche, stato, bilanci, assicurazioni). L’obiettivo raggiunto è stato quello di stabilizzare le quotazioni, fare risalire i prezzi, portare alle banche utili con il differenziale di tasso e nello stesso tempo aumentare il peso dei possessori “domestici” del debito.

Ma quindi, se la BCE se ne esce con un nuovo LTRO, chi sarà a sottoscrivere? In prima fila sicuramente le banche italiane, e poi a ruota quelle spagnole, portoghesi e così via. Anche se così, a prima vista, sembra un’operazione quasi costruita “ad personam”, per il beneficio del sistema bancario italiano e del nostro debito (BTP) che ovviamente ne beneficerà.

Se infatti vediamo l’operazione dal punto di vista di una banca, ad esempio tedesca, verrebbe da chiedersi cosa servirebbe oggi un LTRO.

Non certo per speculare: il tasso su un bund a tre anni non è poi così remunerativo se rapportato al costo dell’LTRO. L’alternativa sarebbe andare a comprare titoli periferici: ma se la sente una Deutsche Bank (per esempio) di prendere LTRO e comprare BTP?

Per risanare la banca ed apportare liquidità: forse alcune banche possono averne bisogno , ma allora come mai così tanti copiosi rimborsi?

Per sostenere le quotazioni dei titoli di stato: beh, palese che le banche tedesche non hanno certo bisogno di sostenere le quotazioni dei Bund.

Per prestare denaro alle imprese: in Germania la disoccupazione è ai MINIMI, la produzione è eccellente, c’è VERA ripresa economica, le banche si FIDANO delle imprese e quindi INVESTONO nell’economia reale e NON solo nella finanza. Non come in Italia.

Unico vantaggio per tutti sarebbe l’effetto sul valutario, in quanto questa manovra dovrebbe portare il cross EURUSD a livelli più consoni. Ma anche qui i tedeschi avrebbero da ridire. MEntre noi qui boccheggiamo, loro sentono il rischio di “surriscaldamento” economico. Questi sono gli effetti di un’Unione Europea sempre più disunita, che resta a tutti gli effetti solo “Unione” teorica.

[Articolo apparso in contemporanea sul blog I&M]
/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Danilo DT

Danilo Rambaudi, alias Dream Theater, è un operatore finanziario dal 1995. Asset Allocation Manager, collabora con istituzioni finanziarie e siti finanziari italiani e non, nell'ambito dell'analisi e della ricerca. Analista tecnico, ma anche padre e marito (e a volte se ne dimentica).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.