Mario Draghi: l’impareggiabile seduttore

Draghi seduttore

Mario Draghi non si limita ad aprire la porta come gesto di galanteria verso Christine Lagarde. Nella parte di “grande seduttore” dei mercati fa molto di più.

Fa uscire dalle cucine un piatto appetitoso: un nuovo Quantitative Easing, lasciando però a Madame Lagarde il boccone migliore, un vero gesto d’amore.

Il nuovo piano di acquisti è di entità modesta (20 mld al mese contro gli 80 del precedente QE) ma è a durata non prestabilita. Significa che Christine Lagarde non dovrà litigare con il board per far confermare il piano, ad una certa data, ma soltanto deliberare di chiuderlo quando non le servirà.

Un bravo gentiluomo trasmette sempre un senso di presenza, protezione e sicurezza. Un Quantitative Easing aperto e a disposizione finché serve, accompagnerà la presidenza Lagarde come se Draghi fosse lì con lei, pronto a sostenerla.

Ma un vero maestro della seduzione sa fare di più. Con piccoli regali inattesi sa generare un costante effetto sorpresa: Draghi ha rimosso il limite dei rendimenti sui titoli da comprare (dunque anche a rendimenti inferiori al tasso di deposito), garantendo la possibilità di comprare anche Bund di durata più breve.

Molti infatti erano preoccupati della scarsa disponibilità di titoli che avessero le condizioni cui il vecchio QE era vincolato. Voilà, con un rapido gesto il problema scompare: la BCE è pronta e disponibile ad investire in perdita.

Nella sua -di fatto- ultima passeggiata operativa, Draghi ha incontrato molti volti noti: le banche europee. Non poteva fare nulla di meglio che presentare alla sua dama gli amici, lasciandole il pallino della conversazione, dopo aver impostato le cose.

Ci riferiamo al cosiddetto tiering, ovvero l’esenzione dal costo di riconoscere tassi negativi ai depositi che le banche nell’esercizio della loro funzione.

Al momento questa esenzione è stata data a depositi fino a 6 volte la soglia di riserva obbligatoria di ciascuna, ma questo moltiplicatore potrà essere variato ogni tre mesi, aprendo e chiudendo la farfalla di agevolazione per le banche.

Un uomo galante, infine, si preoccupa di aiutare la sua dama a indossare il cappotto e le fa trovare il serbatoio pieno nell’auto, perché non debba preoccuparsene lei.

Draghi ha fatto lo stesso con il TLTRO 3: ne ha allungato i termini, portandolo da 2 a 3 anni e ne ha corretto il funzionamento, allineando il tasso al -0,5% deliberato per i depositi.

In pratica le banche potranno “fare il pieno” di TLTRO (ed essere pagate dai tassi negativi per questo) e qualora decidessero di tenere la liquidità sui depositi, potrebbero farlo, almeno in parte, a costo 0. Una vera e propria manovra di denaro gratis.

Qual è l’effetto reale di tutto ciò?

Modesto, nell’entità. Un ritocco delle condizioni del TLTRO, l’introduzione di un facilitatore per le banche, una riduzione tassi da -0,4% a -0,5% ed un piccolo QE da 20 mld€ (solo il rinnovo di cedole e scadenze in portafoglio generava una specie di “QE automatico” da 15 mld€ medi al mese già prima) sono tutti interventi che spostano poco, dal punto di vista materiale, ma sono la rappresentazione empirica che l’arsenale di strumenti a disposizione della BCE è ancora ampio.

L’esenzione dei costi sulle riserve bancarie ridurrà senz’altro la domanda di titoli a più breve termine (se i depositi di liquidità in BCE passano a tasso 0%, diventano più convenienti che investire a tassi negativi) generando una sorta di incentivo di mercato alla risalita dei rendimenti di breve.

Si è parlato di Bazooka in modo improprio, è stato più che altro mostrato un armamentario vasto, e adatto a diversi tipi di contesti.

Era un messaggio importante da dare, perché una delle preoccupazioni maggiori degli attori economici negli ultimi tempi era proprio che la BCE fosse con le polveri bagnate, con uno spazio di intervento ormai ridotto al lumicino se non azzerato.

Draghi ha voluto dimostrare che non è così.

Di certo rimane il dubbio che l’efficacia di questo arsenale sia ancora rilevante: ad ogni intervento monetario ha generato un impulso decrescente, un po’ come l’effetto di un antibiotico alla lunga si riduce man mano che l’organismo va verso l’assuefazione.

Non a caso Mario Draghi, nel suo discorso e nel rispondere alle domande, ha più volte fatto appello ai governi per l’introduzione di politiche fiscali più accomodanti, il primo ad essere consapevole che l’efficacia degli interventi monetari rischia di rivelarsi modesta è lui.[sociallocker].[/sociallocker]

Ma ahimé il vero dilemma risiede proprio qui: la politica è sempre restìa a introdurre riforme che danneggino il consenso immediato, tende a rimandare il problema nella speranza che “qualcun altro” se ne occupi, e la dimostrazione di forza della BCE che mette in mostra un arsenale ampio potrebbe paradossalmente rivelarsi un problema, a cui se ne aggiunge un altro, ormai ben noto: gli stimoli monetari generano un beneficio di carattere solo finanziario, aumentando il valore dei patrimoni di chi i patrimoni li possiede.

Allargando le disuguaglianze la BCE ha di fatto dato benzina ai populismi, in assoluto le forze più restìe ad introdurre riforme e aggiustamenti che contengono aspetti impopolari.

Il Galantuomo Draghi lascia dunque a Madame Lagarde la porta aperta, un ampio mazzo di fiori di varia foggia e colore, relazioni curate e il serbatoio pieno. Ma anche un bel cubo di Rubik, tutto da ricomporre.

articolo pubblicato su Lettera43 il 13 settembre 2019
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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

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