Money for… data – parte due

money for data

Dammi la grana e io ti do tutti i miei dati sul cellulare! (parte seconda)

per chi l’avesse persa, la prima parte dell’articolo è qui

Proseguendo il discorso dalla settimana passata, va detto che dinanzi alla crescita di ICO e crowdfunding è chiaro anche un altro aspetto. Se è vera la legge di Ray Kurzweil, denominata “Accelerating Returns”, dove

“la rapida diminuzione del tempo di accesso al capitale è intimamente legata (e fortemente dipendente) da un’infrastruttura finanziaria (tecnologia, istituzioni, piattaforme e politiche) che può adattarsi ed evolvere altrettanto rapidamente”.

È altrettanto vero che questa nuova abbondanza di capitale richiede un processo decisionale finanziario con una precisione di previsione del mercato sempre più elevata.

Ecco quindi l’enorme ruolo che occupa e occuperà sempre di più l’intelligenza artificiale.

Il Dow Jones Industrial Average, il 6 maggio 2010, è improvvisamente collassato di 998,5 punti, per un trilione di dollari in fumo. L’incidente è durato oltre 35 minuti ed è diventato famoso come “Flash Crash”.

La causa di questa anomalia del mercato azionario è tuttora ignota ma gli esperti concordano che abbia avuto a che fare con il trading algoritmico, che, insieme all’intelligenza artificiale, si radica giorno dopo giorno sempre di più nei mercati finanziari. Difatti CNBC.com, nel 2017, ha stimato che il 90% del volume degli scambi giornalieri nella compravendita di azioni è fatto da macchine – quindi da algoritmi – e solo il 10% viene effettuato direttamente dagli esseri umani.

Le app di gestione finanziaria di Robo-advisor, come Wealthfront (9,5 miliardi di dollari di asset in gestione) e Betterment (10 miliardi), stanno rapidamente permeando il mercato globale. E l’intelligenza artificiale avrà sempre di più anche il compito di aiutare le istituzioni finanziarie a proteggere i soldi investiti e a combattere le frodi e, aumentando in modo esponenziale di potenza e capacità, i robot di trading e di gestione finanziaria sempre più potenti arriveranno online per trovare nuovi flussi di servizi/ricchezza.

Come?

Proviamo a immaginarlo insieme. Per esempio con il Telepass. La sua funzione è chiara: serve per comodità, ossia per ridurre le tempistiche, quindi per diminuire la congestione del traffico e aumentare tale flusso (chiaramente è comodo per l’utente e fonte di business per la società che lo implementa). In questo caso le transazioni sono senza soluzione di continuità. Per esempio con Uber posso viaggiare senza il portafoglio visto che l’intero processo è digitalizzato, automatizzato e integrato nell’omonima piattaforma. E, per esempio, con Amazon Go, il primo negozio “alimentato” da intelligenza artificiale aperto nel gennaio 2018 a Seattle. Non servono né registratori di cassa né tantomeno contanti e carte di credito! Come? Fotocamere intelligenti ti seguono all’interno del negozio e ti addebitano la spesa sul tuo account una volta che sei uscito. E l’idea di Amazon è di aprirne 3.000 entro il 2023![sociallocker id=12172].[/sociallocker]

Il futuro sarà questo: sistemi di pagamento integrati e senza soluzione di continuità.

E da qui possiamo sbizzarrirci a pensare al mondo che verrà (fra non troppo tempo), con la nostra intelligenza artificiale che chiamerà Uber e ci porterà alla stazione dell’alta velocità dove non pagheremo fisicamente e avremo il nostro posto (trovato sempre da lei, la nostra assistente virtual-personale). Poi al ritorno faremo la spesa all’Amazon Go, intanto, a casa, sempre lei, la nostra intelligenza artificiale, in totale autonomia, avrà già rifornito il frigorifero di quello che mancava all’Amazon Go.

E intanto ci avrà anche fatti diventare ricchi con le sue decisioni finanziarie – o almeno lo speriamo!

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

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