La nuova Europa dopo il voto

pressioni

Lo scenario europeo cambia, radicalmente, dopo la tornata elettorale. Forze scettiche sull’impianto europeo prendono forza e peso in Paesi core come Francia e UK, mentre -sorprendentemente- riscuotono molto meno successo nei vituperati paesi periferici.
L’effetto è di spostare l’orientamento delle fronti corrugate: a preoccupare gli osservatori non è più l’ingovernabile Italia, ma la populista Inghilterra e la Francia xenofoba.

Le cose in Europa iniziavano ad andare meglio, la percezione di uscita dalla recessione ha fatto del 2013 un anno record per gli investimenti esteri in Europa (i cosiddetti Foreign Direct Investments): 223 mld€. Il Regno Unito ha primeggiato in questa particolare classifica, con la Francia al terzo posto. E’ possibile che il nuovo scenario europeo vada al alterare la proporzione dei flussi di investimento di capitale estero, magari rafforzando ulteriormente la seconda in classifica (la Germania) e riscoprendo paesi che a lungo (e a ragione) sono stati sottopesati. Come l’Italia.

La grande attenzione che il Regno Unito sta posando sul tema immigrazione, ad esempio, è fonte di preoccupazione per gli osservatori: “più difficile per le imprese assumere le risorse che realmente vorrebbero” dicono da TheCityUK, un altro timore è che il tipico atteggiamento autarchico e protezionista della Francia venga estremizzato, con nuovi casi di business perduti o complicati dall’ingerenza statale (come Alstom-GE).

Nel Parlamento Europeo si prospetta lo scenario di una “grande coalizione” come già si è vista in diversi paesi europei. Uno scenario che permetterebbe alle forze tradizionali e riformiste di procedere senza avere reali preoccupazioni da quel 30% di seggi attribuiti a partiti euroscettici, che sono molto frammentati e poco predisposti a fare fronte comune.

E’ chiaro che il voto europeo ha una valenza, per gli elettori, diversa dal voto nazionale. Si presta maggiormente all’espressione di un voto di protesta. Appare chiaro però che sia necessario a livello comunitario una azione mirata a colpire la forte disoccupazione che affligge il Vecchio Continente, così da ridimensionare i pregiudizi sull’immigrazione, ed un maggior coordinamento economico che punti ad armonizzare le regole interne ai vari paesi, così da stemperare i timori di sovranità perduta o diluita.

Le persone e le merci si muovono liberamente in Europa, lo stesso non accade per i servizi, le norme, le leggi, le licenze professionali… le forze nazionaliste e scettiche si opporranno a questo e alla formalizzazione di un accordo Atlantico USA-UE di liberalizzazioni degli scambi e degli investimenti. Il datagate fa sentire su questo fronte tutta la sua negatività.

Juncker, l’ex premier del Lussemburgo, è il vincitore di queste elezioni, ma il suo PPE non ha i numeri per governare, un accordo potrebbe coinvolgere anche la scelta degli esponenti di massimo livello. Una partita che dovremo seguire da vicino.

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

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