Pian piano

Domenica è rallentare, non puntare la sveglia, concedersi un pranzo condito da molte chiacchiere, farsi una tana sul divano o due passi al sole che giorno dopo giorno proietta ombre sempre più lunghe. Domenica è inclinare il rettilineo della routine settimanale, dare agli eventi percorsi diversi, inattesi, non programmati. E’ anche vuoto, sospensione e a volte fastidio per l’ indeterminatezza. Che si fa domenica?

Piano Inclinato si affaccia da oggi sulle vostre domeniche autunnali con un carico di ascolti musicali  fatti di sonorità variegate ed “aliene”.  Attenzione però… Fra i link si nasconde sempre un brano fantasma: a voi il gusto di scoprirlo.

Certamente la domenica non si corre, ma appunto dell’andar piano si fa un’arte, arte che forse possiamo coltivare a tratti anche durante la settimana. E allora sia proprio il piano a farci compagnia in questa prima domenica. Piano inclinato ben temperato? Così sia.

Vi proporrei per iniziare uno dei miei Bach preferiti, il celebre contrappunto n° XIV, lasciato incompiuto dal grande compositore e suonato dall’immenso Glenn Gould. ll brano ben si accorda alla dolcezza malinconica dell’autunno appena iniziato.

La poesia  settembrina è però ben riassunta anche da David Sylvian in una canzone di un minuto solo. Il musico Inglese è accompagnato al pianoforte dal buon Ryuichi Sakamoto di cui sicuramente riparleremo in futuro.

La terza declinazione pianistica è un ricordo frivolo da giovincello. La sigla di una vecchia striscia giornalistica televisiva, Odeon, dove comparvero le prime immagini di nudo femminile a marchio RAI e ovviamente  è un dolce rimembrar quei primi turbamenti. Sui titoli di coda della trasmissione transitava puntualmente Mr Keith Emerson, quello degli Emerson, Lake & Palmer, che martellava a dovere la tastiera del pianoforte in un’atmosfera festaiola. Honky Tonk Train Blues ci stacca bruscamente dalle atmosfere precedenti, pur restando in un puzzle di ricordi.

https://www.youtube.com/watch?v=GuKDDuqcuwk

 “C’è un legame stretto tra lentezza e memoria, tra velocità e oblio. […] Nella matematica esistenziale questa esperienza assume la forma di due equazioni elementari: il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria, il grado di velocità è direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio.”. (Milan Kundera La lentezza Adelphi 1999)

 

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Pubblicato da Mr Pian Piano

king for a day, fool for a lifetime

6 Risposte a “Pian piano”

  1. Capisco che l’estate e’ finita da questa luce morbida, che al mattino sfuma i contorni del paesaggio stemperandoli in una foschia appena accennata. Le giornate si accorciano, ma io non ho più fretta: lascio che il tramonto arrivi ad allungar le ombre delle rose nel cortile, e poco importa se non sono arrivata da nessuna parte. Che inutile presunzione, le aspettative alimentate dai primi tepori primaverili: come se l’estate dovesse essere foriera di chissà quali eventi in grado di cambiare il corso della vita. Ora ho voglia di attese, di silenziose contemplazioni, di riflessioni e di ricordi. Sullo sfondo, sfumano i Nirvana: About a Girl.

  2. Lo e’, @BimboAlieno. Anche grazie a questa lettura: una domenica quieta, le colline assolate che incominciano ad ingiallire, le rose ancora fiorite, un buon libro e un gatto sulle ginocchia. Lentezza. Che non è inattività, ne’ pigrizia. In questa rubrica domenicale mi divertirò a inventare storie e fotografare momenti, muovendomi in un ambito s me più consono. Negli altri giorni della settimana, metabolizzo in silenzio. Come sempre, ad maiora.

  3. Vedo che il divano inizia a dar frutti. I gatti fanno le fusa, i Nirvana chiacchierano, le rose sono ancora fiorite e spuntano fotografie di momenti. Indubbiamente lo spazio non è mio, ma vostro ed il jukebox più mentale che sonoro.

    La musica resta un nobilissimo innesco per la mente. Grazie Fansonia per averlo esplicitato.

  4. La musica. Ogni singolo ricordo, dal più divertente al più deprimente, nel mio archivio mentale è sorretto da adeguata colonna sonora. Ma questa è un’altra storia, e magari ne parleremo un’altra domenica. Grazie per l’ospitalità.

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