Pian Piano: e in Italia? parte seconda

La musica Italiana si merita un secondo round postferragostano. Storditi da grigliate, birre e vini vari, possiamo concederci una domenica accasciati sul tappeto. Per questo secondo capitolo tricolore faremo un viaggio a ritroso nel tempo, come gli eroi di “Ritorno al Futuro”. Pronti? Allacciate le cinture che piombiamo negli anni 80. Viiiiiiiiiiiiiiaaaaaaaaaaaaaa. Ci sarebbe da dedicar loro uno special, perchè i Krisma, impersonati da Maurizio Arcieri e Cristina Moser sono stati grandissimi innovatori, sia per qualità compositiva che per sensibilità timbrica e ritmica. A cavallo della fine degli anni 70 e per tutti gli anni 80, dopo la fine delle ideologie e delle speranze che attraversarono i primi anni 70,  i Krisma impersonarono il punk e la provocazione nichilista, ma in Italì le cose per gli artisti van così, così. La recente scomparsa di Maurizio, già protagonista di spicco del “beat all’Italiana” prima di fondare i Krisma, ci impone di aprire il nostro domenicale con loro. Eccoli al massimo della forma, con “Black Silk Stocking”, quando non avevano nulla da invidiare ai suoni più d’avanguardia che circolavano a New York e Londra e prima della loro hit più famosa.

https://www.youtube.com/watch?v=GwpUEda7KTw

Fra gli artisti Italiani che hanno lasciato una traccia indelebile nel panorama musicale Europeo, sicuramente gli Area rappresentano al pari dei Krisma un fulgido esempio riferibile proprio all’epoca antecedente al punk. Erano gli anni della musica progressive, delle sperimentazioni, memorabili quella con la voce del lead singer Demetrio Stratos, dei concerti al parco Lambro, dei capelloni e dell’ideologia come chiave interpretativa del mondo. C’era aria di R-I-V-O-L-U-Z-I-O-N-E  e l’utopia divampava ovunque. Molti i dischi memorabili. Concediamoci intanto un mitico assaggio da CRAC: la mela di Odessa. L’infausta scomparsa di Demetrio tolse un grandissimo interprete dalla scena musicale prematuramente e fu un po’ la chiusura di un sipario per il progressive Italiano e per certe utopie anarcoidi, ma pacifiste. Di lì a poco sarebbe divampata la violenza degli anni di piombo e le utopie avrebbero preso purtroppo ben altra piega.

https://www.youtube.com/watch?v=Q4-eXTrjXbU
Balziamo indietro, fino agli anni 60 del secolo scorso, quando chi oggi scrive si affacciava su questo pianeta. Ascoltiamo finalmente una canzone d’amore “classica”, qualcosa per cui siamo famosi ovunque, cuore, sole e amore. Ebbene c’è stato un interprete che in compagnia di Sergio Endrigo e altri, sapeva dare alla canzone Italiana una bella e autentica dimensione poetica che è evidentemente andata persa nella musica leggera  nostrana: Signore e Signori ecco a voi Luigi Tenco.

Il garbo delle parole di Tenco, la sua dimensione esistenzialista, la smania di nuovi orizzonti degli Area, il bisogno di dar forma alla dissoluzione dei canoni di bellezza dei Krisma…..

Dove lo troviamo un poeta che raccolga in un canestro tutto quanto?

L’amore fra Maurizio e Cristina, l’amore così tormentato che ha cantato Tenco e una nuova narrazione della Storia per gli Area, uhm, un’idea ci sarebbe.
Oggi che è Ferragosto abbiamo guardacaso qui con noi in giardino Paul Celan, proprio lui, il grande poeta. Forse ci racconta qualcosa con cui possiamo possiamo accomunare i nostri ospiti di oggi? Visto che domani il pezzo va in stampa direi di approfittarne. Diamogli la chiave del nostro salotto e vediamo un po’ cosa succede!

Corona

L’autunno mi bruca dalla mano la sua foglia: siamo amici.
Noi sgusciamo il tempo dalle noci e gli apprendiamo a camminare:
lui ritorna nel guscio.

Nello specchio è domenica,
nel sogno si dorme,
la bocca fa profezia.

Il mio occhio scende al sesso dell’amata:
noi ci guardiamo,
noi ci diciamo cose oscure,
noi ci amiamo come papavero e memoria,
noi dormiamo come vino nelle conchiglie,
come il mare nel raggio sanguigno della luna.

Noi stiamo allacciati alla finestra, dalla strada ci guardano:
è tempo che si sappia!
E’ tempo che la pietra accetti di fiorire,
che l’affanno abbia un cuore che batte.
E’ tempo che sia tempo.

E’ tempo.
da “Papavero e memoria” (“Mohn und Gedachtnis”)

 

Paul Celan

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Pubblicato da Mr Pian Piano

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Una risposta a “Pian Piano: e in Italia? parte seconda”

  1. Mi aggiro per il salotto a Pugni Chiusi mentre l’auto scivola dolcemente sulla strada che da Brunico va verso Corvara. Ovvio che non guido io.
    http://youtu.be/82m9fhoQi2o
    Dove sono tutti? Demetrio e Maurizio e Luigi e tanti altri grandi poeti visionari scomparsi prematuramente, e non tutti per.mancanza di coraggio di vivere o per autolesionismo disperato. Una leggera pioggia fa già rimpiangere l’estate e la sua sfrontata, superficiale vitalità, mentre mio marito mi uccide lentamente con Enya, Amarantine.
    Ma la vita è pioggia e sole, salite e discese, gente che va e gente che viene. E ricordi che restano.

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