Pian Piano: quale prospettiva sulla crescita?

Come in ogni giorno dedicato a Venere il nostro Goldrake, alias Liuk, ci delizia con la rubrica congiuntura, di cui l’ultima dedicata alla crescita. Quella della crescita è una questione più che dibattuta, anche perché dobbiamo innanzitutto comprendere come sia da intendere il termine “crescita“…. Vedo già alcuni sbuffare di fronte all’ennesima bega filosofica, ma appoggiamoci pure ad un premio Nobel per l’economia come Mr Stiglitz, che sembra coltivare più di un dubbio in proposito. Il P.I.L. è un indice obsoleto che non rappresentà più efficacemente lo stato di una nazione? Forse non siamo di fronte ad una questione di lana caprina, se, come si inizia a sussurrare da più parti,  non si tornerà mai più ai livelli occupazionali antecedenti la crisi del 2008. Forse coltivar dubbi su cosa sia “crescita” sarà presto di attualità stringente. Quando concorderemo nel definire il concetto ci dovremo inoltre chiedere se sarà ancora possibile parlar di crescita all’infinito… Per accompagnare degnamente i dubbi nostri e di Stiglitz (che sta già godendosi i pasticcini), vi servo dal nostro menù sonoro i Plaid, un interessante duo Britannico. Direi che il video è calzante.  Sbaglio?

L’onda di una crescita perenne spoglia da altri criteri che la rendano tollerabile, sta producendo più di un problema nel mondo in cui viviamo. Aumento dela povertà, mutamenti climatici, inquinamento cronico in Asia, penuria di acque potabili, conflitti, guerre, attentati e altre grane, affliggono l’umanità in ampie zone del pianeta. Si impone un’attenzione particolare per un’idea  diversa di crescita che eviti il collasso della nostra civiltà. Non passa un approccio più ecologico anche da un intendimento diverso di quel che chiamiamo “crescita”? La domanda è aperta e vedo che nel salotto si discute animatamente. Una spruzzata di apocalisse per rendere più piccante il confronto?  A voi Yimino che provvede alla bisogna.

Crescere è anche volgersi ad uno spazio interiore ed individuale. Intendere solo in termini quantitativi un indicatore di benessere quali conseguenze ha sul nostro spirito? E se anche vogliamo ridurci alla sola quantità, se la ricchezza prodotta vien sempre meno redistribuita ed il lievitare degli indici di disoccupazione è la nuova normalità, quali approdi ci attendono? Viviamo l’ epoca dell’ incertezza, uno spazio psicologico abitato da dubbi, dove le montagne non sono più montagne, una cronaca quotidiana che rilancia bui presagi. Fra ansie e desideri andiamo incontro ai Radiohead.

https://www.youtube.com/watch?v=s2VzLn6DMCE

Se ci dedichiamo solo alla quantità, se “crescita” si dà solo in termini economici e materiali, cosa accade all’umano, quali distorsioni e sofferenze si impadroniscono intimamente del nostro esistere? Nel salotto rimbombano queste e altre domande. Oggi cari amici i poeti sono in vacanza. Li ho trovati a bocca chiusa, muti, sordi e ciechi. Cercando qua e là ho incrociato un anziano filosofo, l’ho invitato, raccontandogli di “crescita” e “incertezza” e dei poeti che oggi erano a corto di parole. Mi ha preso per mano dicendomi che per questa domenica avrebbe chiuso lui il nostro salotto. Gli ho dato volentieri la chiave.

“L’incertezza è l’habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane. Sfuggire all’incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità. È per questo che una felicità “autentica, adeguata e totale” sembra rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci a esso. “
Zygmunt Bauman

 

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Pubblicato da Mr Pian Piano

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Una risposta a “Pian Piano: quale prospettiva sulla crescita?”

  1. Non c’è più crescita. In famiglia non esistono i Valori. A scuola non s’insegna la cultura ( com’è possibile che a 11 anni non si sappia chi è Garibaldi ). Il nuovo credo ” Voglio, esigo,pretendo tutto subito e gratis. La mia impressione è che sia stato tutto voluto dalle multinazionali. Siam solo numeri , siam schiavi. Un risultato … http://www.drlorettabezzi.it/depressione-da-hopelessness-depressione-da-disperazione-da-mancanza-di-speranza/ Buona giornata.

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