Pian piano: schiavitù e blues

Poco tampo fa, per parlar di art.18, il buon Andrea Boda si è impegnato in un viaggio nel tempo che lo ha portato ai tempi della guerra di secessione americana, in un ardito parallelo con l’epoca in cui si concluse la schiavitù ed i giorni nostri. Potete leggere l’articolo qui e magari riflettere su vecchi e nuovi (maleodoranti) razzismi e sul gusto per la retorica odierno e di allora.

E’ un’epoca molto fertile per la musica l’epoca della guerra di Secessione, perché dal gospel cantato dagli schiavi, fiorirà poi sia il blues che il jazz, e dal blues arriveremo al rock. Siamo immersi dunque nella black music e proprio al blues vorrei dedicare questa nuova giornata nel nostro salotto musicale, vecchi divani, ma comodi, torte farcite ai frutti di bosco, tisane di erbe e naturalmente blues.

Parola ambigua blue che rimanda al color blu, alla malinconia, ma anche a sesso ed a pratiche non proprio lecite. Quindi direi un ottimo inizio per un uso proprio ed improprio del nostro salotto.

John Lee Hooker val bene un inizio in un inferno che brucia, tanto per ignorare ogni buonismo di maniera.

https://www.youtube.com/watch?v=kbYSbaInp04

Il blues ha infatti sempre avuto dimestichezza con il demonio….. ed evidentemente oggi non siamo per niente in vena Natalizia, ma ci sforzeremo di recuperare ed emendare i nostri peccati e per oggi concediamoci una capatina fra le fiamme infernali con peccati annessi e connessi…. Pure il cinema ha navigato nel blues che impastato nel folk si fa country e si ibrida volentieri a qualunque cagna passi dalle sue parti. Sì insomma questo è  il genere di musica per miscredenti, galeotti, donne di malaffare, ladri, truffatori ecc. ecc. (la redazione di Piano Inclinato, sostanzialmente). I fratelli Coen ne hano fatto un divertente film che qui è il caso di ricordare.

Gustiamoci allora uno dei padri e forse uno dei più grandi bluesman farsi cantore delle atmosfere care ai Coen bros.

In questo panorama all black, apriamo una finestra sul white man Nick Cave e torniamo indietro nel tempo a Your funeral my trial vecchio lavoro dell’inquieto Australiano. Il nostro è un bianco che sa bene quale sia l’anima nera del blues: roba rara sulla piazza. Lo vidi dal vivo al tramonto degli anni 80 all’opera con i Bad Seeds (c’erano fra glia altri Blixa Bargeld, Kid Congo Power e Mick Harvey…una band da paura) nella bassa reggiana, vicino al Missisipi nostrano, il buon vecchio fiume Po. Quasi sicuramente il concerto rock più bello che abbia mai visto, un’intensità che ancora  mi dà i brividi ed è ben restituita da questo brano, che quella notte era ovviamente in scaletta. Non un concerto da stadi, Xfactor e altra plastica assimilabile e riciclabile, ma un rito dove sentivamo il fiato e la furia poetica di Cave venirci addosso in tutta la sua cruda potenza. Se non vi tremano le gambe ad ascoltare questa canzone dovete evidentemente mettere una mano nel frullatore per provare qualsiasi emozione.

Bene, oggi nel salotto siamo stati discretamente sguaiati, sboccati e maliziosi. Capita. Ci daremo un contegno in futuro. Al solito ad una poesia il compito di abbassare la saracinesca. Un certo Charles Bukowski, sembra voler chiudere il nostro locale.

Sorteggio fortunato

dopo decenni di povertà
ora che mi avvicino alla
tomba,
d’improvviso ho una casa, la macchina nuova,
sauna, piscina, computer.

mi distruggerà tutto questo?
be’, qualche cosa mi dovrà distruggere
ben presto.

i ragazzi in galera, nei mattatoi,
nelle fabbriche, sulle panchine dei parchi, negli
uffici postali, nei bar
adesso non mi crederebbero
mai.

faccio fatica a credere a me stesso.
e non sono diverso
da come ero nei cubicoli
della fame e della pazzia.
l’unica differenza
è che sono
più vecchio.
e bevo vino
più buono.
tutto il resto sono
fesserie,
un sorteggio
fortunato.

la vita può cambiare in un decimo
di secondo.
o a volte può impiegarci
70
anni.

Charles Bukowski

 

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Mr Pian Piano

king for a day, fool for a lifetime

18 Risposte a “Pian piano: schiavitù e blues”

  1. Una parte della mia anima- quella paterna – trae origini dalla bassa reggiana, sulle rive del Po. Da quell’ambiente credo di avere assimilato il gusto per la dissacrazione e per un’interpretazione epicurea del proprio vivere quotidiano. In quanto a Nick Cave, personalmente posso ascoltarlo solo da seduta o sdraiata. Per dire. Penso che mi sarebbe piaciuto vivere a New Orléans negli anni 20 o giù di lì , atmosfere da Cotton Club e musica e fumo e incontri e notti sveglie e tutto il resto. Milano negli anni 90 non era proprio la stessa cosa. Il sogno di stempera in una mattinata nebbiosa e nel profumo di caffè alla vaniglia.
    http://m.youtube.com/watch?v=BGTQ1OWMFqg
    Io li ricordo bene, questi, a proposito di atmosfere languide e fumose.
    Oggi in questo salotto si accantona la sobrietà e si fa coming out. Ci saremo anche imborghesiti per questioni anagrafiche, ma l’anima può rimanere giovane e irriverente. Solo, non essendo più sopportata da un fisico adeguato, lo fa in sordina: non cerca redenzione, ma nuovi spazi nei quali appagarsi.
    Ha ragione il buon vecchio Charles, Enrico. Non sprite dunque le finestre, non fate uscire il fumo e gli odori e il languore. Perdonatevi. E perseverate: Per redimersi, c’è ancora tempo.

  2. Oggi Enrico ha superato sé stesso.
    Ci ha regalato il blues scagliato dal pianeta Saturno, il blues che crea miti e leggende come l’epica dei Greci, ricrea patti faustiani, chiama a sé di nuovo John Barleycorn e resuscita Don Giovanni, facendosi beffe del gospel proprio come Caino sputava in faccia ad Abele nella Bibbia dei Diodati.
    “E’ il lamento degli abbandonati, il grido di indipendenza, la passione dei lussuriosi, la rabbia dei frustrati e la risata dei fatalisti.” (Paul Olivier – The Story of the Blues)
    I

  3. Grande, Chérie. Hai cantato lo spirito di questa domenica in maniera toccante ed efficace.
    Sognavamo l’immaginazione al potere, e invece viviamo in un’era di imperante mediocrità, dilaniati tra la solitaria coltivazione delle proprie personali passioni e l’impellenza di un grido di ribellione , di un insulto, di uno sberleffo verso tanta tracotante nullità.

  4. Scusate, come sempre mi è partito il commento come un colpo di una P38; lo so, lo so Time Flies, faccio sempre un gran casino …
    Ora continuo, sperando non partano altri colpi.

    Il Blues passa attraverso i liquidi, specialmente quelli corporei: sangue, lacrime, sudore, whisky, saliva, sperma. A quei neri che lo strimpellavano nel buio sui loro strumenti e si lamentavano, toccava dissetarsi per levare via quell’arsura che viene dalla terra, dal cotone, dalla polvere e dal grano.
    Ed ora ascoltate TUPELO di Nick Cave (non vi posto il link perché il mio pc fa schifo e rischia di bloccarsi e poi mi tocca riscrivere il commento):
    “Un tuono romba da lontano […]
    Romba feroce come la Bestia
    La Bestia arriva, arriva quaggiù […]
    La Bestia arriva, diretta a Tupelo.”

    E come non ricordare una leggenda del blues, un tizio di nome Blind Lemon Jefferson (cantante e chitarrista texano, classe 1897, cieco dalla nascita: “Quando cantava, lo faceva con profondo pathos, un sentimento che nasceva da una consapevolezza: era un uomo imprigionato nell’oscurità.” (Paul Olivier)
    Ascoltate ora The Black Snake Moan di Blind Lemon Jefferson:
    “Il serpente nero striscia nella mia camera
    Qualche donna carina dovrebbe venire a far lamentare questo serpente nero
    Dolcezza che succede ora?
    Zuccherino, qual è il problema, non ti piace il serpente nero?”

    Enrico, passami quel bicchiere di wisky e danne uno anche a Fansonia.
    Time Flies accendimi la sigaretta. Ho voglia di fumare.

    Fantastica puntata …

  5. Ciao Ragazze
    Fra letterate ed amazzoni qua dentro è uno spasso. Intanto un abbraccio a tutti ed a voi in particolare. Se la rubrica funziona sono in debito con chi mi legge….. Grazie

    Vi ricordo il megamix di questo mese, un’ora intera di musica da spolpare con calma per il vostro relax, in moto totalmente gratuito e senza nessuna registrazione, basta andare qui:

    https://www.mixcloud.com/Samora_mixcloud/samora-psychonavigation-ambient-5-a-mix-for-radiogalaxia/

    e collegare il vostro iPhone o iPad o iChicchesia a delle cuffie od a dei diffusori. E buon viaggio….

    Siamo costretti alla nostra epoca, che non coltiva sogni o prospettive condivise, ma si frammenta ed esplode continuamente, riducendo noi stessi a frammenti che schizzano qua e là senza una precisa direzione. Relazionarsi a questa condizione è la sfida.

    Virgin oggi si beve eh, nel salotto ho portato dell’ottimo bourbon 😉

  6. Va bene anche il Bourbon, grazie.
    Anche se oggi sarebbe stato il giorno perfetto per sorseggiare una bottiglia di ottimo vino che tengo nell’armadio (come i peggiori alcolisti): SERPENTE AUREO (14,5 gradi). Il nome è tutto un programma … vero gattina?
    Un abbraccio a voi. E vi bacio anche. 🙂

  7. Tutto ciò che ha a che fare con il concetto di tentazione mi attrae, Chérie. Quindi vada per il Serpente Aureo come Nick Cave da degustare rigorosamente seduta.
    Nutro un franco disinteresse per chi non si è rotolato almeno un volta nel fango. La passione, sia fisica che intellettuale, non può prescindere dai liquidi corporei e dalla temporanea e consapevole perdita di controllo. Enrico, tu non hai idea di cosa hai scatenato oggi nel salotto dell’Alieno. O forse si.

  8. Enrico la sa lunga,
    più lunga degli economisti. 🙂
    A proposito di innovazione e tecnologia, come faccio a cambiare questa faccina nel profilo che sa tanto d’attacco ischemico? Io e Time Flies sembriamo due ebeti. Vogliamo delle fotine fighette come le vostre. La sostanza è anche forma.

    1. Ciao a tutti, bello vedere che la distrazione domenicale vi coinvolga. Rispondo a Virgin e rimane a tutti: per scegliere la “faccina” bisogna registrare la propria email su http://www.gravatar.com abbinando l’immagine che si preferisce usare.

      Vi aspetto da lunedì con le solite barbose riflessioni su macroeconomia, geopolitica, innovazione… 😉

  9. Eh, eh, eh, sapete come va avvicinandosi al Nataaaaaaaaaleeeeee, si rischia ad ogni passo o un attacco di diabete o di assalire un parente con un’accetta.. 😀

    Ragion per cui ho virato per una domenica all’insegna di big time sensuality per dirla alla Bjork, così ci scrolliamo di dosso un po’ di appiccicosa melassa.

    Janis Joplin che voce eccezionale. Grazie Giorgia, mi è sfuggita dalla scaletta, ma ci sei tu a farmi da sostegno 😉

    1. La cosa più interessante, in realtà, è che una donna si sia presa la briga di notare quante altre donne sono nei dintorni, scoprendo così la prevalenza dei commenti in rosa. Chissà se questo diventa fonte di stimolo o di irritazione … Si sa, noi donne…

      1. in effetti, Carmen, la mia annotazione era provocatoria: come dire che le donne sono più pronte, più sensibili, più attente, più fantasiose, più innovative. Naturalmente qualsiasi generalizzazione è aprioristicamente errata, ma la mia “statistica” si limita all’ambito ristretto di questo salotto, e fino ad oggi non è smentita dai fatti….

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