Piano B – Mercati telecomandati

Anno nuovo, rubrica nuova.
Dietro consiglio dell’amico nonché “capo clan” della combriccola di PianoInclinato, vale a dire Andrea Boda, si è deciso di chiamarla “Piano B”: una finestra sull’analisi intermarket, alla ricerca di punti di vista “sfiziosi” che mettano a nudo il mercato sotto un’ottica magari alternativa, ma sicuramente interessante, per prepararsi ad eventuali sorprese dei mercati.

L’analisi intermarket offre tantissimi spunti di riflessione. Non voglio però, in questa sede, farvi sorbire la teoria più classica, che tra le altre cose,  meriterebbe anche una rivisitazione. Il motivo? Semplice ed ovvio: l’interventismo delle banche centrali ha sicuramente cambiato molte dinamiche.

Ben inteso, non che TUTTA l’analisi intermarket debba essere rivista. Ma di sicuro certe correlazioni (anche dal punto di vista dell’efficacia e della tempistica) devono essere “ritarate”.

Per la prima puntata di questa rubrica ho proprio pensato di stuzzicare la vostra attenzione tirando in causa la banca centrale più nota e strategicamente importante del globo terrestre, ovvero la FED.

E’ noto a tutti che la Federal Reserve, qualche settimana fa, ha ufficialmente “chiuso” la sua fase espansiva, culminata con il ben noto “quantitative easing III” che è andato a scemare col tapering.
Quindi, essendosi fermata (per ora?) la politica monetaria espansiva, risulta chiaro che anche il bilancio della FED (composto dai titoli che la banca centrale a preso in carico producendo liquidità) cesserà di salire.

Se prendiamo in esame il periodo 2009-2014, noterete che lo stesso bilancio è passato da circa 2.000 miliardi di USD a 4.487 miliardi di USD (vedi report FED)
Da più parti si legge che questa fase espansiva abbia influito anche sul mondo azionario, gonfiando la performance dello SP500.
Dire che abbia creato la bolla “direttamente” non è sicuramente corretto, ma che il suo effetto espansivo si sia poi ripercosso “in modo indiretto” anche sul mondo azionario, direi che è fuori di dubbio.
Il grafico che quindi vi propongo oggi, è un confronto tra l’andamento del Bilancio FED e il benchmark azionario, lo SP500.

BILANCIO-FED-SPXE’ abbastanza evidente un fatto: esiste una forte correlazione diretta tra i due soggetti.

[tweetthis]Risulta evidente una forte correlazione fra la dimensione del bilancio della Fed e l’S&P500[/tweetthis]

Le domande che dobbiamo porci oggi sono quindi le seguenti:

a) ora che la FED non “stamperà” più denaro, che fine farà la borsa USA?

b) E visto che si avrà l’intenzione nei prossimi mesi di mantenere il bilancio FED abbastanza stabile, è corretto dire che S&P500 abbia ormai esaurito il suo potenziale rialzista?

c) E soprattutto, con una fase di rallentamento economico alle porte, come farà Wall Street a mantenere le “promesse” continuando a crescere come ormai ci aveva abituati?

Buona meditazione a tutti.

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Pubblicato da Danilo DT

Danilo Rambaudi, alias Dream Theater, è un operatore finanziario dal 1995. Asset Allocation Manager, collabora con istituzioni finanziarie e siti finanziari italiani e non, nell'ambito dell'analisi e della ricerca. Analista tecnico, ma anche padre e marito (e a volte se ne dimentica).

4 Risposte a “Piano B – Mercati telecomandati”

  1. DT sono anni che dici che il mkt scende a partire dai food stamps in avanti.
    Certo, prima o poi scendera’ ma tu avevi preannunciato una discesa o allertato i lettori quando s&p stava a 1500 fra un po……
    Fare previsioni e’ sempre difficile ma se hai seguito la tua logica direi che ti sei fatto molto male megli ultimi 2 anni.
    Magari nel 2015 tante aziende beneficeranno di costi materie prime piu bassi andando percio’ a migliorare i conti e mantenere i livelli di prezzo attuali? Quindi consolidamento?
    E magari il dollaro forte agevolera’ esportazioni alle aziende europee facendo poi salire i mkt?
    Quando manco’ Jobs si pensava anche in questo blog che apple soffrisse x mancanza di innovazione, nel frattempo le azioni sono raddoppiate credo quasi e io continuo a vedere i negozi apple in usa stra zeppi di persone.
    Non so saro’ un eterno ottimista ma facciamo ammenda qualche volta. Fa bene.

  2. bah,

    non possono farla scendere troppo, poiche’ oltre al grano dei coccodrilli banco-finanziari , ci sono agganciati troppi fondi pensione.

    sicuramente stanno continuando a creare liquidita con gli swap e con chissa quali altre diavolerie, ovviamente fuori dai radar dei media

    l’altra cosa che fanno e’ svalutare A ROTAZIONE

    dopo usa/uk e giappone (e cina, non dimentichiamolo) e svizzera, e’ ora la volta dell’area euro (e svizzera di nuovo, belli attaccati al peg 1.20 – buon divertimento…)

    quando si fa insostenibile, ricominciera’ zia Janet
    :goto start

  3. Bravo Ugo. E io che credevo che il PIL a +5% e la disoccupazione in calo insieme ai consumi in aumento e a vendite auto record fossero indicatori veritieri. Sono proprio un facilone. Deve esserci proprio qualcuno dietro che sostiene le banche cattive.
    In effetti i fondi pensione nel 2008 quando il mercato crollo’ non c’erano! Sono roba recente.
    Ma dai x cortesia ragazzi sveglia…

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