Piano B – la volatilità: amica o nemica degli investitori?

Uno dei grandi spauracchi dei mercati e anche dei grandi banchieri centrali è la volatilità. Se ne parla ovunque e sembra che tutti cerchino di evitarla come la peste, e se poi la volatilità arriva, bisogna subito trovare delle medicine per curarla in fretta e furia. Magari con una nota, una parola di conforto, una precisazione comunicata ai mercati che placa gli animi.

Ma cosa sarà mai la volatilità? Possiamo definirla, in modo molto semplicistico ma comunque efficace, come la variazione dei prezzi di un indice, un azione o un bene in un determinato periodo di tempo.

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Più questa variazione è elevata e più la volatilità è alta. E allora perché la volatilità fa paura? Perché essa aumenta considerevolmente soprattutto nelle fasi di correzione dei mercati, in quanto spesso si accompagna ad un aumento della speculazione.

Occorre però fare una premessa. NON è corretto vedere così in modo negativo la volatilità. Anzi , per certi versi un po’ di volatilità rende addirittura il mercato più “interessante” ed equilibrato. Tanto che gli attuali livelli di volatilità costantemente vicino ai minimi, grazie alla complicità della politica monetaria, sono da vedere con sospetto.

Immagino che vi starete domandando come mai oggi, nella rubrica “piano B” vi parlo della volatilità. La risposta è presto detta: volatilità e mercati sono legati.

Parlando di correlazioni, è quindi evidente una correlazione inversa tra quella che è la tendenza di un indice azionario e l’andamento dell’indice che invece misura l’intensità delle variazioni dei prezzi.

L’indice di volatilità più noto è il VIX che misura la volatilità della borsa USA (generalizzo molto per rendere il discorso più scorrevole).

Quindi è evidente il legame tra VIX basso e borsa in trend rialzista.

Ma andiamo alla “provocazione” del giorno in ambito di analisi intermarket. E’ corretto dire che bisogna comprare la borsa USA con il VIX tendenzialmente ai minimi?

GRAFICO : SP500 vs VIX

SPX-VIX

La risposta è NO, proprio perché quando il VIX raggiunge dei livelli di minimo, significa che la volatilità è troppo compressa, c’è magari troppo ottimismo e quindi è possibile ritrovarsi a breve con una correzione. Quindi la cosa importante non è operare con un VIX ai minimi, ma all’interno di un range di oscillazione che rappresenti una volatilità “sotto controllo” e non necessariamente bassissima. Nel grafico qui sopra trovate quella che può rappresentare uan “volatilità di equilibrio” in area 14.80.

Anche perché la storia insegna, una volatilità troppo bassa è come chiudere il mercato all’interno di una pentola a pressione.

Ops…cosa bisogna pensare analizzando allora la volatilità di lungo periodo NON solo del mercato azionario? Guardate questo altro grafico.

VOLATILITA’ A CONFRONTO

VOLATILITà-MERCATI

Trovate la volatilità del mondo INTERMARKET.

Azionario (rappresentata dall’azzurro dello SP500), valutario (bianco), obbligazionario (quella dei treasuries, in giallo) e commodity (qui trovate quella del petrolio in rosso). Cosa notate? Tutti i mercati hanno avuto negli ultimi mesi un’impennata della volatilità. Tutti, tranne uno, l’azionario, che continua ad essere “sotto controllo”. Ma fino a quando? Occorre monitorare quindi la situazione, tenendo conto che, un aumento di volatilità significherebbe rischio di correzioni.
Se la settimana scorsa il post aveva melodie “retrò, mentre quello di due settimane fa era invece più rock, quest’oggi lasciamoci accompagnare dai suoni del jazz sperimentale della volatilità. Un genere che quando meno te lo aspetti ti può regalare un assolo che non sempre è di facile comprensione. Ma in questo caso, il comun denominatore che lega gli indici dell’ultimo grafico si chiama rischio. Ecco perchè, mai come oggi, la gestione del rischio è elemento fondamentale per la gestione del risparmio.
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Pubblicato da Danilo DT

Danilo Rambaudi, alias Dream Theater, è un operatore finanziario dal 1995. Asset Allocation Manager, collabora con istituzioni finanziarie e siti finanziari italiani e non, nell'ambito dell'analisi e della ricerca. Analista tecnico, ma anche padre e marito (e a volte se ne dimentica).

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