Piano B: le care vecchie teorie

In questa rubrica di analisi “alternative” (il titolo “Piano B” non è casuale) si parla soprattutto di intermarket e di correlazioni di mercato. Obiettivo principale è cercare di capire cosa sta accadendo e, possibilmente, avere una chiave di lettura più nitida del mercato che ormai da mesi, sta correndo all’impazzata, complice una politica monetaria ultraespansiva.

Questo discorso vale un po’ per tutte le piazze del globo, in particolar modo per quella americana. Probabilmente vedremo anche i listini azionari europei galoppare, grazie alla benzina generata dal QE di Draghi. Ma per questo ci tocca aspettare ancora un po’. Intanto oggi voglio portare alla vostra conoscenza una delle correlazioni più banali e celebri, che tra l’altro fanno parte anche della cosiddetta “Dow Theory”. Ebbene si, la settimana scorsa abbiamo avuto una svolta “Rock”, questa settimana ci rifugiamo in una delle teorie “Classiche“.

Scolaro

Le origini della teoria di oggi si trovano nel 1897, quando Charles Dow sviluppò due indici azionari: l’Industrial Average, che includeva 12 blue chips e il Rail Average che ne includeva altre 20. Erano praticamente i precursori degli attuali Dow Jones Industrials Average e il Dow Jones Transportation Average.
Cosa notò l’amico Charles? Questi indici devono continuare a correre e a muoversi di pari passo e quindi devono confermarsi a vicenda. Un eventuale divergenza è da leggere come potenziale rischio di inversione.
E se ci pensate bene il tutto rientra nella logica. Se l’indice dei Trasporti rallenta, diventa un segnale di rischio forte per l’indice Industriale in quanto suggerisce un minor traffico di merci e quindi una minore produzione industriale.

Grafico DJIA vs DJTA

djia-vs-djta

Il grafico qui sopra vi illustra (nella parte superiore) due indici praticamente appaiati. Guardateli anche nelle ultime sedute: sembrano veramente uniti. Di per se, quindi, non stiamo ricevendo dei segnali di pericolo dal confronto dei due indici. Quindi tutto bene?

Incuriosisce quantomeno il fatto che l’indice CRB, che invece sintetizza l’andamento delle materie prime (visibile nella parte sottostante), ha avuto un trend ben differente. Il motivo? Una cosa è certa, gli USA hanno vissuto un periodo di “euforia” che non ha avuto pari nel mondo industrializzato, il che ha permesso loro di “battere” in modo evidente gli altri mercati.

Ma questa euforia può durare all’infinito? Di certo le crescite perpetue degli indici non esistono, quindi prima o poi una correzione ci sarà. Intanto però occorre dire che, per la Dow Theory, il rischio di una repentina inversione di tendenza, almeno per il momento, si può escludere.

STAY TUNED!

Danilo DT

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Pubblicato da Danilo DT

Danilo Rambaudi, alias Dream Theater, è un operatore finanziario dal 1995. Asset Allocation Manager, collabora con istituzioni finanziarie e siti finanziari italiani e non, nell'ambito dell'analisi e della ricerca. Analista tecnico, ma anche padre e marito (e a volte se ne dimentica).

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