La sottile differenza fra risparmiatore ed investitore

risparmiatore

Nelle ultime settimane si è sviluppato un dibattito acceso sulla definizione di risparmiatore e investitore, in relazione alle gravi perdite sopportate dai possessori di obbligazioni subordinate in conseguenza della risoluzione di alcune banche italiane.

Ci si è chiesto, da parte di taluni osservatori, quale sarebbe il confine tra il risparmio che la nostra Costituzione tutela “in tutte le sue forme” e la partecipazione al mercato finanziario tramite investimenti in strumenti rischiosi, tanto rischiosi da comportare, in ipotesi estrema, la perdita di tutto il capitale investito. Insomma, la signora ultraottantenne che si compra delle obbligazioni lower tier 2 di banca Etruria è una risparmiatrice o una speculatrice senza scrupoli? Cerchiamo di fare chiarezza sul punto, che ce n’è parecchio bisogno.

In Italia, nonostante la grave crisi economica e finanziaria di questi anni, le famiglie hanno continuato ad accumulare risparmio, anche se a ritmi inferiori rispetto al passato, in misura di circa il 10-11% del reddito. Naturalmente non tutte le famiglie riescono a risparmiare, ma si stima che circa il 44% dei nuclei famigliari riesca, nonostante la crisi, ad accantonare una quota del proprio reddito.

I risparmi generati di anno in anno alimentano la crescita della ricchezza finanziaria delle famiglie per un importo, dai dati pubblicati da Banca d’Italia, di circa 100 miliardi di euro all’anno. L’ammontare complessivo della ricchezza finanziaria ammonta a fine 2014 alla notevole cifra di 3.900 miliardi di euro, 4 volte più grande del reddito disponibile.

Le famiglie risparmiano per diverse motivazioni: assicurarsi un adeguato tenore di vita per il futuro, lasciare una eredità ai figli oppure costituire un cuscinetto per i momenti difficili, ciò che gli inglesi chiamano il risparmio “per i giorni di pioggia”.

Una buona parte degli italiani può quindi definirsi “risparmiatore”, indipendentemente dalla consistenza più o meno rilevante dell’importo risparmiato. E tutto il risparmio, proprio perché costituisce uno degli elementi di maggior forza economica della nazione, è incoraggiato e tutelato dalla Costituzione.

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Pubblicato da Massimo Scolari

Presidente di Ascosim, in precedenza Membro del Consultative Working Group della European Securities and Markets Authority (ESMA).

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