Roma contro gli austeri barbari. Veni vidi (non) vici

Roma in lotta

L’imperatore romano Marco Aurelio sentenziava:

Vivere è un’arte che assomiglia più alla lotta che alla danza, perché bisogna sempre tenersi pronti e saldi contro i colpi che ci arrivano imprevisti

Venerdì scorso sono piovute critiche dalla Commissione UE sulla Legge di Stabilità: non assicura il trend richiesto di discesa del debito/PIL e per questa ragione l’Italia non potrà avvalersi nel 2014 della clausola che esclude la spesa per investimenti dal calcolo del deficit.

Si tratta di un boccone molto amaro da ingoiare perché è da maggio che si intonava la canzone che l’uscita dalla procedura d’infrazione avrebbe liberato risorse (anche se un essere di un altro pianeta diceva che erano balle).

Saccomanni ha puntualizzato alcuni aspetti:

  • Non ci sarà alcuna manovra aggiuntiva“. Grazie tante, ministro, le clausole di salvaguardia fanno scattare in automatico -in caso di bisogno- degli inasprimenti fiscali (basta leggere la prima pagina del Sole24ore di oggi), quindi certo, non ci sarà alcuna manovra aggiuntiva ma questo non significa affatto che siamo salvi da ulteriori aumenti di prelievo fiscale.
  • L’Italia recupererà “uno-due punti percentuali in più di risparmi nel 2014”, grazie al contributo della spending review. Oggi pomeriggio si istituirà il comitato dei ministri sulla spending review con il commissario Carlo Cottarelli: uno-due punti percentuali di PIL (visto che il PIL si aggira sui 1550 miliardi di €) sarebbero tra i 15 ed i 30 mld€ di tagli. Tenete a mente queste cifre quando uscirà il piano, capiremo così se i toni trionfalistici che sicuramente lo accompagneranno saranno adeguati oppure no.

Saccomanni e Letta hanno annunciato per la settimana entrante la presentazione del piano di privatizzazioni, da cui il governo intende ricavare “diversi miliardi” e “darà effetti positivi sul debito”. Anche di questo sarà opportuno registrare le cifre, prendo nota con piacere che l’intento è di usare gli introiti per abbattere il debito, scelta che condivido.

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Oggi il nostro “Cesare” Enrico Letta era al  Future of Italy summit, organizzato dal Financial Times, ed ha speso parole di miele sulle prospettive italiane:

“Il 2013 è stato un importante anno di transizione politica ed economica in Italia, il 2014 sarà un anno decisivo per l’Italia. Siamo nell’ultimo trimestre e in questo trimestre prevediamo di risolvere il problema della crescita. Il consolidamento fiscale per noi è un mantra, un obbligo importante, un dovere che intendiamo continuare a rispettare. La scissione nel centrodestra aiuterà la stabilità in Italia. Sono sicuro che la finanziaria è quella giusta: la finanziaria, insieme al piano di privatizzazioni, ci aiuteranno a ridurre il debito, il prossimo anno, per la prima volta in 5 anni. Ed è quella giusta anche per un altro motivo: venerdì scorso, i sindacati, il popolo italiano, i membri del Parlamento chiedevano meno rigore e, al contempo, l’Ue ci chiedeva più rigore; noi eravamo in mezzo. Ma io penso che sia necessario evitare di bloccare la ripresa in Italia. Siamo avviati in un percorso di ripresa. Se c’è un incubo che abbiamo è la crescita della disoccupazione giovanile, dovuta a molti fattori. Oggi è il problema urgente dell’Italia, che sta perdendo una generazione intera. Un 40% di disoccupazione giovanile vuol dire questo ed è peggio di una perdita economica. E’ un colpo mortale alla fiducia e alla speranza”

Siamo sui binari di venerdì scorso, quando alla conferenza stampa dopo i rilievi della Commissione il Presidente del Consiglio ha voluto rassicurare (“vi assicuro che…”) le schiere dei contribuenti italiani schiacciati da un peso fiscale che non ha eguali e pieni di interrogativi sulla efficacia, sulla bontà del contesto difficile in cui vive:

“Abbiamo fatto i conti giusti: la manovra farà stare l’Italia dentro le regole. La  strada che abbiamo scelto, con una giusta tenuta dei conti, è giusta perché troppo rigore finirebbe per soffocare la ripresa. Quella della Commissione Ue non è una bocciatura, vi assicuro che noi non dobbiamo rassegnarci: io sono convinto che la strada sia quella giusta. L’Ue non tiene conto del pacchetto di privatizzazioni che è pronto e darà effetti positivi nel 2014 sul debito, oltre alla spending review, alla rivalutazione delle quote di Bankitalia e al rientro dei capitali. Così si libereranno risorse che renderanno possibili investimenti produttivi che la Commissione lega al debito troppo alto”

schiere romane

Non possiamo fare a meno di osservare che se la Commissione UE non tiene conto del pacchetto di privatizzazioni, sarà perché nella manovra presentata quel pacchetto di privatizzazioni non c’è, non è valorizzato. Questo può voler dire due cose: che ci siamo presentati in Commissione con una manovra incompleta (opzione -direi- improbabile) oppure che c’è alta incertezza su quanto realmente saremo in grado di incassare, consapevoli dei veti politici e delle dubbie valorizzazioni. Si tratta quindi di una promessa: ci è richiesto di combattere ancora, e di aver fede nella capacità di Cesare nel recuperare i sesterzi promessi, ma non c’è alcuna garanzia concreta, anzi i primi a non credere abbastanza da mettere nero su bianco le cifre, sono proprio Cesare ed i suoi generali. Tuttavia il morale delle truppe va tenuto alto:

La grande battaglia politica che voglio fare, e la voglio fare a testa alta, fino in fondo, è per un’Europa della crescita. Ai tedeschi ho detto: ‘Se continuate su questa strada sarete forti per un altro po’ ma avrete attorno un deserto e allora vi indebolirete anche voi e si indebolirà l’Europa’.

Ci si aspetterebbe un “Forza e Onore” o un “al mio segnale scatenate l’inferno” invece si attende con pazienza l’alba di domani, quando a Strasburgo arriverà il voto sul quadro finanziario comunitario 2014-2020: è possibile che venga deciso il blocco dei fondi (dal 2015) in caso di squilibro economico, ma all’Italia -da subito- dovrebbero arrivare 31,8 mld di €. Cesare tornerà a Roma trionfante dalle terre dei barbari?

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

6 Risposte a “Roma contro gli austeri barbari. Veni vidi (non) vici”

  1. Cerco invano nel mio scarno vocabolario le parole per esprimere un commento garbato, una sola parola mi sgorga spontanea e liberatoria. Nausea.

    Ai tedeschi ho detto: “Se continuate su questa strada sarete forti per un altro po’ ma avrete attorno un deserto e allora vi indebolirete anche voi e si indebolirà l’Europa”. Meschino e miserabile.

    Dove sono le “balls of steel”?

    #Letta è solo un altro un esecutore testamentario del cadavere Italia. Quello precedente fu pescato tra i burocrati, questo nel familismo.

    Porteranno il Paese alle vie di fatto.

    1. L’alternativa che proponi quale sarebbe? Un reddito di cittadinanza auspicabile ma dalla copertura finanziaria misteriosa? Far finta di nulla delle richieste dell’UE, tagliando le tasse senza copertura finanziaria?
      A me sembra che il compito dell’attuale governo sia estremamente complicato, dopo vent’anni di illusioni.

  2. Il titolo di questo blog parla di Economia e Fisica, poi vengo qui a leggere regolarmente e ci trovo spunti di grafica, Storia, letteratura, filosofia, fotografia e oggi con questo post, narrativa. Il tutto offrendo spunti interessanti per ragionare ed operare sui miei investimenti.
    Un grande applauso ed un sentito grazie a tutto il team che c’è dietro questo progetto, davvero “diverso”.

    Quanto a Letta e Saccomanni direi che il post sbugiarda in modo chiaro ed inequivocabile la scarsa sostanza delle loro dichiarazioni. Non so cosa ci rimanga da sperare, ma continuo a farlo. Voglio ancora credere che ce la faremo

  3. Il senso critico non c’è lo si attribuisce, bisogna averlo, solo gli altri possono riconoscercelo, in Spagna direbbero “no tienes abuela”.

    Non propongo un bel nulla, non sono chiamato a farlo, al massimo auspico. Il fatto che mi attribuisca, senza avermi letto, sentito o conosciuto, la proposta di un reddito di cittadinanza lo trovo quasi offensivo, sia bene inteso non ho nulla di personale contro il reddito di cittadinanza come non ho nulla contro il paradiso prossimo venturo.

    Siamo a un bivio cruciale della Storia. Il compito di questo governo e di qualsiasi altro prenda il suo posto è enorme.

    Checché etimologicamente ne pensino i tedeschi nel debito non v’è maggior “colpa” (Schuld) e vergogna che nel credito, la “colpa” e la vergogna non stanno negli atti ma in come si esercitano.

    Come esistono pessimi debitori (coloro che pur potendo non desiderano pagare) così esistono pessimi creditori (coloro che desiderano che il debito si perpetui e con esso la soggezione), si chiamano usurai.

    Non ha senso politico e umano, pagare un debito saccheggiando un’economia e distruggendo i diritti di un popolo.

    Ci sono solo due modi per risolvere il dramma di un debito che opprime. Renderlo relativamente leggero con la crescita del reddito oppure non pagarlo. Esistono due modi per non pagare un debito. Il fallimento liberatorio oppure l’allungamento delle scadenze, sperando che nel frattempo inflazione e crescita ne annullino il peso.

    Ecco quali ipotetiche vie abbiamo dinanzi: una crescita trionfale e da record (LOL), inflazione a due cifre, fallimento, miseria e schiavitù. Stiamo perseguendo l’ultima. Il suo senso critico quale perseguirebbe?

    Sarebbe bello analizzare insieme e in dettaglio le quattro alternative, ma siccome siamo dei dilettanti, tagliamo grosso.

    La prima senza altre azioni è utopica, la seconda possibile solo uscendo dall’Euro (stiamo tristemente entrando tutti in deflazione), il fallimento senza altre azioni perpetuerebbe miseria e forse maggiore schiavitù. Ergo nous sommes foutus, temo di si, ma non ci si può arrendere.

    Bisogna alzare la testa, prima che qualcuno inizi ad invocare l’uomo con gli stivali neri.

    Non si può far finta di nulla alle richieste UE, ci si deve opporre, denunciando i trattati.

    O si rinegozia il tutto o si rompe, siccome nessuno ha interesse a rompere, Germania in primis, si rinegozia. Se, come temo, la teutonica testardaggine dovesse dimostrarsi ottusa, egoista, avida e scellerata, meglio rompere al più presto. Ogni anno che passa rende la rinascita più dolorosa.

    Solo allo statista (non importa la nuance) che avrà il coraggio e la forza di intraprendere questa strada, riconoscerò l’ambito premio “balls of steel”.

    P.S. Ma i mercati? … o capiscono o si f…….

  4. Grillo su un punto ha essenzialmente ragione: Il nocciolo non è tanto la corruttela (mostruosa) di questa classe dirigente, ma la sua manifesta incapacità. Peccato che M5S non dia poi prova di chissà quali capacità con Vito Crimi and the band….

    Un tavolo di discussione va aperto, lo ha detto chiaramente anche Prodi http://www.romanoprodi.it/articoli/italia/se-la-germania-crede-di-poter-fare-da-sola-lavoriamo-con-francia-e-spagna-per-far-ripartire-leuropa_4807.html e detto tavolo può avere un senso solo se si crea un fronte unito fra paesi Mediterranei che sappia discutere con Germania&c con cognizione di causa e con l’opportuna determinazione e non con la frasetta sottovoce alla Letta, di cui non frega niente a nessuno.

    Finché chiacchieriamo di Silvio, falchi, colombe e pappagalli o di Civati contro Renzi e di Mr Massimo “Cuperlo” D’Alema, chi preme per conservare i propri privilegi nazionali in UE a nostre spese farà goal a porta vuota.

    L’evidente incapacità su un piano diplomatico è l’ostacolo più serio che abbiamo davanti come nazione. Cesare, Marco Aurelio e Augusto erano grandissimi strateghi e finissimi condottieri, Adriano una raffinatissima mente filosofica, ora è la desolazione di simulacri senz’altro disegno che la conservazione di un potere personale sempre più periferico ed ininfluente in UE. Lo vedete Fassina discutere con Weidmann o Brunetta alzare la voce con Schäuble? Oppure mandiamo Casaleggio in giacca cravatta e ipad a fare una paternale sulla rete senza fotografi in sala? Meglio un Claudio prof. Borghi stracarico di video, grafici e storify che vede in Salvini (quello dellla Lega, proprio lui…) un faro da lanciare nel cosmo per illuminare lo stivale uscendo dall’euro?

    Non vi scappa una risata?

    A questo punto l’unico capace di esprimere il “nuovo” e con uno straccio di strategia in canna è……. Romano Prodi. L’unico (guarda caso) capace di sconfiggere Berlusconi e che (guarda caso) è uno dei pochi a ricoprire incarichi internazionali, l’unico (guarda caso) trombato dai 101 “misteriosissimi” franchi tiratori.

    Il resto son chiacchiere, buone solo a creare contrapposizioni propagandistiche e demagogiche fra cittadini. Il vecchio “divide et impera” per mantenere le poltrone e le prebende in una barca che inesorabilmente affonda. Leggete l’articolo di Prodi, dategli TUTTE le colpe che volete (e qualche colpa l’ha), ma è l’unico che stia parlando seriamente in questo pollaio dove si discute SOLO di persone e non delle scelte urgentissime che dovrebbero attuare.

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