Una spallata al segreto bancario

5ba10a1fdc90b1647ccf847645dcba83

Dopo le vicissitudini che hanno coinvolto i correntisti statunitensi delle banche svizzere, UBS su tutte, ecco spuntare i primi effetti concreti sul fronte istituzionale: il segreto bancario sembra sempre meno imprescindibile, vista la crescente necessità di tutti i Paesi occidentali di percorrere tutte le strade possibili per combattere l’evasione fiscale.
L’evento, silenzioso ma dirompente, è la sottoscrizione da parte dello Stato elvetico della Convenzione Multilaterale sulla Mutua Assistenza Amministrativa in Materia Fiscale, siglata oggi a Parigi nella sede dell’OCSE. La firma è stata accompagnata dalle parole dell’ambasciatore svizzero Flukiger:
“La firma conferma l’impegno della Svizzera nella lotta globale contro la frode e l’evasione fiscale, al fine di salvaguardare l’integrità e la reputazione del Paese quale centro finanziario”.
La Convenzione prevede diversi aspetti, tra cui la trasmissione di informazioni e dati su richiesta e lo scambio automatico di informazioni. La collaborazione prevede anche controlli fiscali simultanei e l’assistenza nella raccolta di imposte.
L’obiettivo finale dell’OCSE è dichiaratamente quella di raggiungere lo scambio automatico di dati fiscali a partire dal 2015.
La ragione che sembra aver spinto la Svizzera a rinunciare progressivamente ad un “bene pubblico” come il segreto bancario non può che essere la percezione che quello in corso sia un processo ineluttabile e che i Paesi che non faranno parte della Convenzione finiranno per essere via via marginalizzati.
Ci vorrà tempo per la completa attuazione del processo, ma anche le grandi banche commerciali svizzere sembrano aver mangiato la foglia del cambiamento in arrivo: una delle principali, ad esempio, ha apertamente annunciato un forte repricing dei suoi servizi in Italia per posizionarsi sulla fascia altissima dei cosiddetti “Ultra High Net Worth Individuals” ovvero i clienti veramente molto tanto spropositatamente abbienti. Una riduzione del numero di clienti che comporterà un ridimensionamento anche numerico della presenza italiana, e non si può escludere che questo preluda in un futuro prossimo all’esercizio di una semplice licenza LPS (Libera Prestazione di Servizi): invece di avere in Italia una SpA italiana, con una propria Sede, sottoposta alla governance di Bankitalia, si scelga di operare attraverso dei semplici uffici di rappresentanza  che erogano il servizio della casa madre di Zurigo. La stessa banca ha deciso anche lo smantellamento di tutti gli uffici in Germania, a testimoninanza che la scelta di ridimensionamento non è legata a tematiche “mediterranee”, ma più probabilmente a questo progressivo cambio di scenario di trasparenza che ridurrà sensibilmente gli affari tra le banche svizzere e le loro derivazioni nei Paesi vicini.
/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

2 Risposte a “Una spallata al segreto bancario”

  1. Sembra di capire che a questi privilegiati clienti “sproporziontamente abbienti” verranno offerti servizi speciali, magari anche una speciale “protezione”, più opaca, attraverso il sistema bancario ombra…o no? (non sono un’economista)
    Aspettiamo la prossima puntata.

  2. Radiocor – Roma, 18 ott – La banca privata svizzera Frey chiude l’attivita’ bancaria. Lo annuncia l’istituto che gestisce patrimoni familiari per circa 2 miliardi di franchi svizzeri (1,6 miliardi). La decisione presa da un’assemblea straordinaria dei soci a Zurigo viene motivata con il peggioramento delle condizioni di mercato, il fardello crescente della regolamentazione e con gli “insostenibili requisiti chiesti alle piu’ piccole banche private in parte per effetto del contenzioso fiscale con gli Stati Uniti”. Bank Frey, tuttavia, non sara’ liquidata in quanto “finanziariamente solida”. Bank Frey e’ oggetto di una procedura giudiziaria negli Stati Uniti per aver gestito fondi di clienti statunitensi non dichiarati al fisco. L’annuncio della fine dell’attivita’ bancaria di Bank Frey segue quello di banca Wegelin a gennaio. Wegelin, la piu’ antica banca privata svizzera nata nel 1741 con sede nel Cantone San Gallo, ha annunciato la cessazione dell’attivita’ dopo un contenzioso con le autorita’ Usa al termine del quale la banca ha riconosciuto le sue responsabilita’ “per aver aiutato contribuenti statunitensi ad evadere le tasse negli Usa”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.