Spread anatomy

spread anatomy

È ormai chiaro: l’economia ha sostituito il calcio (o perlomeno lo ha affianca) come “argomento da bar” preferito dagli italiani. Meglio se affrontato dopo un paio di ordinazioni.
Per chi frequenta i social ed ha una sufficiente competenza in campo economico è palese come spesso molti ragionamenti spacciati per leggi indiscutibili siano invece frutto di fantasie (quando va bene) o di semplice propaganda politica (più spesso).
Siamo ufficialmente nell’era della Goonzynomics : oggi chiunque di noi può leggere focosi tweet di “espertoni” celati dietro i profili quali “SpaccoTutto”, “OraBasta”, “SalutameASoros”, “CuoreImpavido”…

In questi giorni, è balzato prepotentemente tra i trending-topics lo spread. La discesa in campo del nuovo scintillante governissimo giallo-verde ha infatti dato nuovo vigore allo spread (che è raddoppiato) e al contempo scatenato un dibattito sulle cause che ne hanno determinato l’impennata.
Premessa: per fortuna dei possessori di titoli, quello che a qualcuno sembra “abbastanza innegabile” nell’economia reale per fortuna è “una sciocchezza senza pari”.

Se “SpaccoTutto” ha espresso la sua visione sfruttando tutto quanto il potenziale del suo pollice opponibile, vorrei fare anche io qualche considerazione, magari mantenendo un linguaggio semplice e il contatto con la realtà.
Partiamo dalle cose semplici, ovvero dalle definizioni: che cosa è lo spread? (chiedo scusa per aver abbassato il livello al minimo sindacale, però credo sia doveroso farlo perché la confusione regna sovrana.
Lo spread è un differenziale di rendimento tra un benchmark (titoli di stato tedeschi o bund) e quelli nazionali (BTP per l’Italia). Sembra banale? Sembra ovvio? Questo non credo (cit.)

Ad esempio presso il Dipartimento Economico della Lega questa semplice questione non pare essere del tutto compresa:

Prima osservazione:

non è vero in senso assoluto che la crescita dello spread sia legata ad un rendimento crescente, perché banalmente potrebbe essere sceso quello del benchmark.

Seconda questione:

trattandosi di rendimenti, significa in soldoni che viene riconosciuta una cedola (remunerazione) correlata al rischio che l’emittente possa non onorare il prestito. Il concetto di convenienza è sostanzialmente errato. Altrimenti potremmo ritenere molto conveniente un titolo di stato della Nigeria; oppure i libri di storia della finanza citerebbero i Tango Bond come dei rinomati prodotti finanziari convenienti.

Attenzione alle parole: grazie al concetto distorto di convenienza le banche nel recente passato sono riuscite a proporre alla clientela retail prodotti così “convenienti” da far rimpiangere il materasso.

C’è un terzo errore ben più grave:

perché omettere il concetto principale è di fatto una distorsione della realtà. E l’utente impreparato può non arrivare da solo alla corretta comprensione del fenomeno: l’aumento dello spread in concreto è la RIDUZIONE del VALORE dei titoli cui fa riferimento.

Significa quindi che i possessori di titoli (che possono essere direttamente i risparmiatori o indirettamente fondi presenti nei portafogli dei risparmiatori) hanno perso dei soldi (perdita potenziale in alcuni, per la verità). Il flusso cedolare rimane costante, ma il rapporto con un valore abbattuto crea l’effetto apparente del miglior rendimento.

In seconda battuta lo spread rappresenta il costo del nuovo indebitamento dello Stato che periodicamente accede al mercato.

Lo spread, in sintesi, non ha alcun aspetto positivo.

I risparmiatori (cioè chiunque di noi possegga titoli di stato o prodotti che ne sono influenzati) perdono soldi con la crescita dello spread. E in generale tutti gli altri cittadini (anche chi non ha risparmi), subiscono con uno spread crescente una serie di effetti negativi (seppur più subdoli)

Dire il contrario è semplicemente mentire.[sociallocker].[/sociallocker]

La narrativa nei sacri testi della GoonzyNomics, ha bisogno di anestetizzare concetti base dell’economia (come credibilità, affidabilità, Debito Pubblico, spread), sostituendoli con messaggi tipici del wannamarchismo.

Difficilmente sentirete i profeti del nulla ricordare che tutto quanto lo Stato spende alla fine va necessariamente finanziato con tasse aggiuntive oppure, volendole mantenere costanti, impone un taglio alle risorse destinate a fini più utili.

Se provate a farci caso, noterete ad esempio che il Debito Pubblico nella GoonzyNomics è una entità riposizionabile a piacimento (NB: tralasciamo i filoni hard-fantasy per cui esisterebbe anche il magico click): nell’economia reale si trova ben salda sulle spalle dei cittadini, ma le teorie più bislacche preferiscono collocarlo nelle loro tasche.

Anche le tasche sono incerte, però:

  • sale lo spread? <<Ottimo! i rendimenti crescenti sono ricchezza per gli italiani>>
  • si torna alla liretta nel week end lungo e il DP perde il 30% del suo valore? <<Nessun problema! Ormai il Debito Pubblico è tutto nelle mani della BCE e degli stranieri>>

La credibilità di un Governo, ovvero quella dei relativi rappresentanti, viene percepita prima di tutto come capacità di onorare gli impegni presi. Uno stato che vuole finanziarsi con costi contenuti, ed avendo uno stock debito mostruoso come il nostro deve essere serio e credibile. Non ci sono trucchi o magheggi vari.

Proporre in posizioni chiave personaggi come Savona, distintosi per “discutibili” piani in cui si delinea un’uscita dall’euro nel week end, il blocco dei conti corrente, la svalutazione dei risparmi del 30% e la non restituzione dei prestiti ricevuti, significa dare una vigorosa spinta verso l’alto allo spread.

E volendo pensar male, magari si potrebbe portare all’incasso la naturale reazione dei mercati, magari scrivendo qualche nuovo libretto della collana GoonzyNomics in cui spacciare lo spread come frutto di complotti dei soliti noti, tipo la BCE (o Soros che come il nero, sta bene su tutto).

Ma certo: com’è possibile nessuno ci abbia pensato prima… RICOMPRATO!

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Marco Guffanti

Laurea in ingegneria, Business Manager in Pianificazione Strategica e Operativa delle Supply Chain. Cerco di capire come mai il mondo economico sia diviso in due gruppi: quelli che lo fanno funzionare e quelli che scrivono come dovrebbe funzionare.

Una risposta a “Spread anatomy”

  1. Trovo consolatorio leggere i concetti espressi nell’articolo perchè confesso che non ho ancora capito se al Governo sono arrivati solo degli illusi oppure anche stupidi.
    Non che abbia rimpianto dei precedenti, per carità, ma ho la sensazione che i nuovi abbiano difficoltà a comprendere la differenza fra l’Auspicabile e il Realizzabile.
    Insomma scambiano la Fantasia per il Potere immaginativo che sono cose ben diverse.
    Il primo auspica ma non realizza niente perchè fantastica solo, cioè sogna.
    Ed é il risveglio, indotto dalla Realtà, degli alloccchi che in quelli hanno creduto che mi spaventa.
    Mai sentito parlare di Masaniello e della sua parabola?

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