Spread in calo: saranno lucciole o lanterne?

lucciole

E’ corretto vedere questa fase RISK ON come leading indicator della ripresa economica?

Per certi versi è sorprendente vedere mercati così forti con una tale debolezza strutturale. Certo, parliamo spesso della bolla della liquidità, ma non è mai facile stabilire la linea di confine tra una corretta valutazione (legata a fondamentali e prospettive) e speculazione.
Ci sono però situazioni dove diventa veramente difficile trovare delle giustificazioni.
Prendete ad esempio questa slide che mette a confronto i vari rendimenti in Eurozona. Germania giustamente al top ed ovvio risk free dell’area. Seguono però paesi come l’Olanda che sta vivendo un periodo di evidente peggioramento. Ma non solo.

Titoli 10yr Eurozona a confronto

Guardate la Francia. 65bp lo spread vs Berlino. Direi pochino con i problemi dello stato francese. Ma il bello viene dopo.

Irlanda: decennale al 3.5% e spread sul Bund pari a 162bp! Sono numeri che la stessa Irlanda, come ci ricorda Morya Longo de IlSole24Ore, aveva nel 2006 quando il paese correva come Pil, il mercato era estremamente positivo sul paese, non c’era percezione di rischio o bolla sulle banche e la disoccupazione era al 4.5%. Oggi non è affatto così. E soprattutto il rendimento di Dublino è paritetico a quello di stati ben più solidi.

Andiamo avanti e troviamo la Spagna. 3.8% il decennale e spread a190bp,meglio dell’Italia. Wow… Ma siamo certi che questo “sorpasso” sia giustificabile?

Rendimento Bonos 10yr vs Bund 10yr

Prendete alcuni dati come deficit e disoccupazione. Numeri che dovrebbero far fuggire gli investitori. Ed invece eccoli li, tutti a fare la coda a comprare a piene mani i Bonos come se fossero grandi occasioni di acquisto.
Tanto per intenderci, questi rendimenti i Bonos li vedevano nel lontano 2006, quando era veramente tutto MOLTO diverso. La disoccupazione era al 8.5%, i paese cresceva bene e ancora non c’era quel degrado economico-sociale che oggi caratterizza Madrid. Oggi invece la disoccupazione è pari al 26.7%. Già solo questo dato dovrebbe dire tutto.

Yields on Ireland’s benchmark 10-year bonds fell as low as 3.25 percent on Jan. 7, the least since January 2006. The extra yield investors receive for holding the securities instead of benchmark German bunds narrowed to 1.35 percentage points from a high of more than 11.5 percentage points on July 2011.
Portugal is now trying to regain full access to debt markets, with the end of its own 78 billion-euro rescue program from the European Union and International Monetary Fund approaching in June. The nation will sell additional 4.75 percent securities maturing in June 2019 priced to yield 330 basis points more than the mid-swap rate, said a person familiar with the arrangement, who asked not to be identified because they’re not authorized to speak about it. That’s down from initial price talk of about 340 basis points.
The rate on 4.45 percent Portuguese securities due in June 2018 was at 3.99 percent at 12:49 p.m. London time today, after dropping to 3.91 percent yesterday, the lowest for a benchmark five-year note since 2010. (Bloomberg)

Potremo continuare con Portogallo per poi infierire sulla Grecia, di cui ho parlato in questo post, ma direi che il concetto è chiarissimo.
Ci sono due fattori che guidano il mercato obbligazionario.

a) Percezione del rischio
b) Valanga di liquidità

“In the last 24 months there has been a progressive reduction in the perception of risk among investors and we are gradually moving from fear to greed” (JCI Capital)

Molti parlano di miglioramento strutturale dei paesi più deboli. In realtà non è affatto così. I mercati stanno vivendo una fase euforica. E questo avviene grazie anche al sostegno del garante BCE, che contribuisce ad una percezione del rischio finanziario che oggi praticamente inesistente (RISK ON), senza poi dimenticare la massa di liquidità che è presente sul mercato.
Ma sarà vera gloria?

Meglio svegliarci dal sogno e tornare coi piedi per terra.

Flussi finanziari e momentum

Molti di voi avranno avuto modo di “subire” il tracollo dei bond in valuta emergente. Cosa è successo? I flussi finanziari, che per mesi avevano alimentato il mercato obbligazionario dei paesi emergenti e delle loro valute, hanno fatto un improvviso “dietrofront” generando un fuggi fuggi generale ed un crollo delle quotazioni.
Come definireste voi paesi come Grecia e Portogallo? Sono paesi meglio messi di Brasile, Messico, Russia, Turchia?
Ne dubito fortemente.
Per farla breve, i mercati dei capitali hanno sempre due facce e vedere in questo movimento euforico le basi di un movimento “bullish” che continuerà a lungo è secondo me profondamente sbagliato. Come è sbagliato considerare questa fase RISK ON come “leading indicator” che illustra una futura ripresa economica.
Il tempo come sempre “aggiusterà” le cose. Intanto però, è meglio essere consapevoli di come stanno realmente le cose e prepararsi a repentini cambiamenti di sentiment che non sono giustificati dai fondamentali.
Come dicono i vecchi saggi, dalle mie parti: “dopo un tempo, ne viene sempre un altro”.

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Pubblicato da Danilo DT

Danilo Rambaudi, alias Dream Theater, è un operatore finanziario dal 1995. Asset Allocation Manager, collabora con istituzioni finanziarie e siti finanziari italiani e non, nell'ambito dell'analisi e della ricerca. Analista tecnico, ma anche padre e marito (e a volte se ne dimentica).

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