Tom Waits: blues, other.

I don’t like the word ‘poetry,’ and I don’t like poetry readings, and I usually don’t like poets. I would much prefer describing myself and what I do as: I’m kind of a curator, and I’m kind of a night-owl reporter.

We are buried beneath the weight of information, which is being confused with knowledge; quantity is being confused with abundance and wealth with happiness.

Tom Waits

Confondere le informazioni con la conoscenza, forse un tipo di inciampo che conosciamo bene nell’Italia contemporanea? Non mi interessa rispondere e nemmeno aprire un dibattito, anche perché qui ci occupiamo di musica e non c’è ragione di far altro. Un fatto è certo il buon Tom è un personaggio complesso, acuto, all’apparenza ordinario e rassicurante nella sua icona di musico ubriacone, guardando meglio è per tutt’altro, pieno di sfaccettature e complesso. Dopo i primi dischi lo si poteva scambiare per un interprete bravone, capace di saltellare tra jazz e blues per serate malinconiche e alcoliche o per rimorchiare qualche fanciulla strozzata dalla solitudine, ma la faccenda è decisamente più complicata…..

Tom Waits parte decisamente da una pesante gavetta, fatta di locali, piccoli teatri, serate organizzate alla buona e lì costruisce una certa poetica, quella dell’uomo al pianoforte, delle atmosfere anche jazzy e perfino orchestrali, le mattine passate a dormire per svegliarsi nel primo pomeriggio, dopo notti senza fine, tutto secondo un copione preciso, ma come gli artisti che navigano tra i marosi di Mr Pian Piano l’avventura non si ferma qui. Il nostro uomo cambia etichetta e come centrato da un fulmine creativo con Swordfishtrombone esplode una specie di Bertold Brecht yankee, non estraneo alla musica d’avanguardia, al kabarett, alla messa in scena e addio al Tom di prima, questo è un musicista, attore e performer dai modi surreali, che disorienta un pubblico sostanzialmente affezionato a mangiar la stessa frittata per una vita intera. Qui avremmo altri programmi che lisciarci il pelo e mangiar la stessa frittata per una vita: ad esempio cadere in un tombino 😉 ed è proprio per questo che lo amiamo!

Il cinema diventa un riflesso della musica e del personaggio Tom Waits, con memorabili comparsate o veri e propri ruoli con grandi registi, da Altman a Jarmusch, fino ai fratelli Coen ed i suoi personaggi non sono mai di contorno, ma esprimono un’umanità particolare, surreale, empatica, poco conformista, inattesa, in altre parola profonda. La musica è poi eccezionale e migliora con il passare degli anni, come le bottiglie di Brunello di Montalcino, parabola non cscontata, visto che solitamente alla furia espressiva della gioventù si va a sostituire una noiosa maniera e questo è il copione in cui annega la maggioranza degli artisti. Waits invece oltre i 70 è capace di far prendere fuoco ad un palco con una song come questa tratta da uno dei suoi ultimi album in studio: provare per credere.

I registri poetici si alternano tra canzoni dolcissime, esplosioni di furia, ballate surreali e lunari e chi più ne ha più ne metta e certo andare in carrozza con Mr Waits non è mai un viaggio noioso o lineare, si va dalla musica per il cinema, agli album di studio alle musiche per il teatro con Robert Wilson (dici niente….) e chi più ne ha più ne metta: un vaso di Pandora il nostro artista, pronto ad improvvisi cambi di direzione, conservando però sempre il filo sottile di una poetica animata dal blues, non tanto come genere, ma come prospettiva poetica. Nel capolavoro “Rain Dogs” troviamo tra gli altri anche il buon Keith Richards, pilastro dei Rolling Stones e transatlantico che solca da oltre mezzo secolo il rock blues. Vien facile notare come gli Stones siano invecchiati malissimo, bolsi, campioni mondiali del “gira e rigira la frittata”, ancorati a quei tre accordi e ad un immaginario sempre uguale fatto di sex&drugs&rock and roll (na noia….), mentre Waits è un vecchietto che si mangia ragazzini e ragazzine a colazione, tanta è la verve creativa che gli scorre nelle vene.

Non vi ho detto un fico secco di discografie, strumentisti, copertine, faccende varie ed eventuali da Olimpo del rock: ve la sbrogliate da soli con google giusto? Non mi riguarda, a Mr Pian Piano spetta il compito di attizzare un incendio nel vostro cervello o in qualsiasi altra parte del corpo preferiate, per spingervi a viaggiare con la mente, cavalcando l’astronave della musica, un veicolo che viaggia alla velocità della luce bruciando il tempo e lo spazio. Sì insomma c’è ben altro che l’ubriacone qui, c’è un cervello fino, un cuore grande pronto e scoppiettante, occhi piccoli, ma penetranti, scarpe, scarpe consumate, scarpe annegate nella pioggia, scarpe sprofondate nel fango e sogni.

La cavalcata si chiude, il paesaggio si apre e al semaforo lampeggia solo la luce arancione, non passa nessuno e tu stai guardando fuori dal finestrino, fa freddo. Accomodatevi sul sedile dietro e CLICCATE QUI per ascoltare la playlista che vi ho preparato. Non so perché ho scelto queste canzoni, tra le centinaia sfornate dal buon Tom Waits, ma le cose sono andate così e sarebbe bello aver sempre pronta una ragione da tirar fuori dalle tasche, ma capita che le tasche siano vuote….. Buon ascolto e buona domenica!

http://https://www.youtube.com/watch?v=wsw0aWXufqM

Avete voglia di qualcosa di diverso dalla musica di Tom Waits? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Non vi resta che calarvi in un nuovo viaggio e raggiungere a piedi la  il bar “Piano Inclinato“. Lì potrete fare un pieno di tantissime note, ma attenzione non solo: economia, letteratura e scienza abitano il locale, il dj Alieno ed i suoi avventori. Se volete scoprire altre monografie e playlist in dono di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti. FATE CLICK QUI e l’archivio in ordine alfabetico vi si aprirà per magia: buon ascolto!

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Pubblicato da Mr Pian Piano

king for a day, fool for a lifetime

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