Grecia: botti di fine anno

Il Parlamento greco non riesce a trovare un’intesa sulla nomina del Capo dello Stato, le Camere si sciolgono ed i cittadini il 25 gennaio prossimo torneranno alle urne; al momento in testa ai sondaggi c’è Tsipras, leader del partito euroscettico Syriza. Quali scenari si aprono ora sull’eurozona?

Il tema di fondo è chiaramente il “rischio contagio“, qualcosa che abbiamo imparato a conoscere nel 2011, quando si temeva che una uscita della Grecia dall’euro avrebbe generato un gorgo sui mercati finanziari capace di trascinare con sé gli altri paesi PIIGS. Ad oggi possiamo dire che, vista la reazione dei mercati agli eventi di ieri, il rischio contagio sul fronte finanziario non è più così temuto dai mercati: gli spread di Italia e Spagna si sono mossi un pochino e le borse hanno perso qualche decimo di punto percentuale, niente a che vedere però con quando accadde nel 2011 quando assistemmo a ben altro.

[tweetthis]Dopo il voto greco quali scenari si aprono per l’eurozona?[/tweetthis]

Il contagio sul fronte finanziario è giudicato un rischio basso per via delle contromisure BCE, che oggi sono attive dopo il celebre “whatever it takes” di Draghi, e per questo alcuni osservatori stanno spargendo manciate di #statesereni a chi guarda con preoccupazione a ciò che accade ad Atene.  Forse però si sta sottovalutando un altro tipo di contagio: il contagio politico, che -al contrario- è un rischio alto. Se Tsipras dovesse decidere di andare fino in fondo nei suoi intendimenti, portando la Grecia fuori dall’eurozona, la BCE e l’UE si troverebbero in una situazione di imbarazzo: il rischio che in altri Paesi si consolidino posizioni tra l’euroscettico ed il populista li indurrebbe non solo a smettere di erogare aiuti, ma addirittura -per pura autodifesa- a “dare in pasto alle belve” le spoglie della Grecia per rendere chiaro quanto sia costoso rompere i patti. Questo, però, rischierebbe di alimentare i vari LePenismiSalvinismi nel Vecchio Continente.

Pertanto dobbiamo ipotizzare  che lo scenario base, in caso di vittoria di Syriza, possa essere un nuovo agreement che non faccia perdere la faccia a nessuno. Da una parte, infatti, la BCE non può far passare il messaggio di essere “ricattabile” da un paese aderente, quindi non può concedere tout-court lo sconto richiesto dal programma di Syriza. Allo stesso tempo Tsipras, dopo aver passato mesi a criticare la ricetta della Trojka, non può accettarla paro-paro.

Visto che il surplus greco registrato un paio di settimane fa era migliore delle richieste Trojka, e parimenti la riduzione della spesa pubblica è andata oltre gli obiettivi fissati, è possibile che ci sia spazio per ammorbidire, con ragionevolezza e soddisfazione da ambo le parti, il piano di rientro; magari con un aiuto da parte della BCE: che potrebbe accettare uno swap: nuovi titoli a tassi più bassi e/o con scadenze più lunghe in cambio di quelli detenuti. Una manovra che abbatterebbe istantaneamente il costo del debito per la Grecia senza togliere valore nominale al portafoglio BCE, che non difetterebbe in coerenza, visto che non ha comprato quei titoli per “guadagnare”, ma per sostenere l’eurozona.

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

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