Una Lagarde in formato Varoufakis

Una notizia proveniente dal Fondo Monetario Internazionale e diffusa dal Financial Times ha scosso i mercati quest’oggi: L’elevato livello del debito e i segnali di scarsa implementazione delle riforme rendono la Grecia priva delle condizioni basilari per far sì che l’FMI partecipi al nuovo piano di aiuti (bailout) al Paese.

Per quanto riguarda le discussioni di policy l’FMI

“parteciperà per assicurarsi che siano in linea con quello che il Fondo ha in mente. Tuttavia non è possibile raggiungere un accordo di staff a questo livello dei negoziati. Il Fondo deciderà se partecipare dopo che la Grecia avrà stabilito un set completo
di riforme e dopo che l’Eurozona sarà d’accordo su un
alleggerimento del debito”

La questione è dunque aperta, visto che la Germania ha già fatto sapere che senza la partecipazione del FMI al piano di bailout da 86 mld€ il Bundestag respingerà l’istanza di approvazione.

Istintivamente viene da farsi una domanda:

In realtà, l’eventualità che la trattativa tra creditori e governo greco possa riprendere è remota. Se serve un pacchetto di riforme, la Grecia lo implementerà, quale che sia:

La partita questa volta si gioca semmai tra Washington e Berlino: il FMI sta ripetendo da tempo che la situazione debitoria della Grecia è insostenibile e che un haircut è necessario, ed ora che la trattativa con Atene si è definita cerca di “ricattare” le posizioni europee più dogmatiche per arrivare dove Varoufakis non è riuscito: ad ottenere un haircut del debito ellenico.

Il cielo nuvoloso che si era da poco diradato, torna ad offuscarsi: entro il 20 Agosto Tsipras deve trovare i numeri per l’approvazione -una ad una- delle riforme concordate, mentre alcuni pezzi del suo partito lo stanno lasciando e l’ipotesi di elezioni anticipate prende corpo, a questo si aggiunge ora questo passo indietro del FMI sul fronte della disponibilità agli aiuti.

Alcuni esponenti greci dubitano che Lagarde e Wolfgang Schäuble, stiano tentando di far affondare il piano di salvataggio, ma dev’essere frutto del troppo ouzo, che con questo caldo sortisce effetti più forti.

“Dr Schäuble and the IMF have a common interest: they don’t want this deal to go ahead.”

Sono le parole del motociclista calvo che fino a qualche settimana fa era anche ministro delle finanze di Atene. Ma la questione è meno greco-centrica di quel che pensi, caro Yanis.

Il Fondo Monetario Internazionale ha membri in tutto il mondo; alcuni paesi non europei, come Brasile, Canada e alcuni Paesi asiatici si son detti perplessi sulla reputazione del Fondo. Per concedere finanziamenti di salvataggio superiori alle soglie “normali” occorre che il debitore abbia dei requisiti e alla Grecia mancherebbero la capacità politica e istituzionale di implementare riforme ed un livello di debito sostenibile.

Non è così vero che senza requisiti il Fondo sia impossibilitato ad elargire, vista la disponibilità espressa dallo stesso FMI a finanziare l’Ucraina “anche a fondo perso”. Altro che criteri e reputazione e tanta prosopopea.

Brutalizzando un po’ i concetti per il piacere dei lettori, la sfida fra Madame Lagarde e Frau Merkel è iniziata

“The differences between the IMF’s thinking about the debt issue and what the Europeans are currently discussing are very large. Currently, a restructuring of official debt is required and staff could think only of a few instances in which public debt restructuring could create contagion..”

L’Europa accetterà di tagliare il debito greco che sta nel portafoglio della BCE e degli altri strumenti sovranazionali di cui l’Unione si è dotata? O preferirà farsi carico dell’intero bailout pur di non recedere dalle proprie monolitiche posizioni?

Io scommetterei una dracma sulla prima delle due. E voi?

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

2 Risposte a “Una Lagarde in formato Varoufakis”

  1. E’ una tecnica del marketing. Lei ci concede una doppia possibilità, così nessuno pensa che potrebbe anche essercene una terza. La dracma la punterei sulla vecchia posizione di Sheuble, l’uscita della Grecia per cinque anni, ma per ragioni ideologiche più che di calcolo delle probabilità.

    Capiamoci, nessuno crede che l’uscita sarebbe solo temporanea. Una volta usciti i greci non rientrerebbero nemmeno se …..

    L’uscita sarebbe palesemente definitiva. Ed è questa la mia ragione ideologica. La presunta temporaneità, palesemente, avrebbe il solo fine di tacitare i sostenitori dell’irreversibilità dell’euro.

    Penso, comunque, che sarebbe solo l’inizio della fine per questa maledetta moneta unica. Visti i dati italiani sull’occupazione, sull’inflazione, sul meridione etc., nonostante petrolio,
    dollaro e via dicendo?

    Alcune espressioni su Varoufakis, comunque, fanno torto alla sua sensibilità. Visto il momento, mi sembrano inutilmente arroganti.

    … ha fatto di più un paio di tacchi a spillo che … grazie al cavolo, se son quelli della DG del FMI! Oppure espressioni tipo il “motociclista calvo”. Lei cosa avrebbe fatto, al posto di Varoufakis?

    Lo stanno incriminando per “alto tradimento”. Di che cosa, poi … il colpo di stato, semmai, lo ha fatto la Troika. Certamente la BCE. Come nel film “Il Padrino” (così ha scritto Ellen Brown nel suo articolo di un paio di giorni fa), puntando ai greci una pistola alla tempia, ha detto loro: “su questo accordo ci sarà o la vostra firma o il vostro cervello”.

    Amen. Scommettiamo una dracma su un piccolo incidente in moto? Varoufakis è scomodo, sta parlando troppo. Non ci si metta anche Piano Inclinato.

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