W la Scuola – considerazioni sulla DAD (Didattica a Distanza)

DAD Didattica a Distanza

Inseriamo un contributo di un docente di scuola secondaria, che per ragioni di opportunità preferisce usare lo pseudonimo Claudio Macchi , sul tema della scuola italiana:  Didattica A Distanza (DAD) e l’impatto socio-psicologico sui ragazzi

C’è una dimensione in cui la DAD non poteva che entrare in corto circuito e rivelarsi non capace di porsi come totale alternativa alla didattica in presenza ed è la dimensione psicologica.

Certo siamo stati costretti -e forse lo saremo nuovamente- alla chiusura delle scuole, ma in Europa siamo lo stato che più ha protratto le chiusure, con risultati su un piano epidemiologico non esattamente esaltanti se comparati a quelli degli altri stati dell’Unione.

Un punto su cui riflettere.

Psicologicamente e su un piano relazionale la DAD ha cancellato tutto quel complesso mondo di sguardi, parole, contatto fisico, incontro tra coetanei e tra studenti e docenti essenziale non solo per gli apprendimenti, ma per un’equilibrata vita degli adolescenti.

Il cibo emotivo di cui ogni essere umano ha bisogno, transita in larga misura -per giovani e giovanissimi- dalla scuola in presenza.

Si aggiunga che la DAD come “lezione frontale traslata in digitale” ha acuito questa sterilizzazione emotiva nella relazione con il docente. Si obbietterà che “la vera DAD” deve essere interattiva e mai replica di una lezione frontale, fatto su cui concordo, ma così sono andate e stanno andando le cose nella stragrande maggioranza dei casi ed ignorarlo è sbagliato.

Il punto saliente sta però nella scuola come luogo di relazione affettiva, amicale e ludica per i ragazzi, ambito oggettivamente cancellato ed a cui dobbiamo aggiungere la chiusura di molte attività sportive e di incontro esterne alla scuola stessa.

Un taglio doloroso da cui sta emergendo una grandissima sofferenza psicologica.

La possiamo ignorare?

Rilevati dei limiti costitutivi, quali proposte, vista la terza ondata di COVID 19 ed eventuali altre ondate successive?

Non credo in nient’altro che non sia una commistione tra presenza e remoto, dove la D.A.D. non deve mai essere replica della lezione frontale.
Altro è lo spazio digitale da quello in presenza ed un collegamento in diretta da remoto non può trasformarsi in una brutta copia di una registrazione, dove il docente parla per ore ed i ragazzi si collegano in rete a videogiochi.

Tuttavia la D.A.D. deve farsi D.D.I. (Didattica Digitale Integrata) e quindi diventare altro.

I “compiti a casa” siano in gran parte di gruppo, per non elidere ulteriormente le relazioni, e si devono costruire momenti di incontro, dove la parola “incontro” non significa momenti d’aula sterili, ma che abbiano il più possibile un taglio emotivo e dove apprendere sia condividere e stare insieme.

Stare Insieme

Certo uno “stare insieme” condizionato da norme ed indicazioni volte a contenere e scongiurare il contagio, ma comunque un momento irrinunciabile.

A piccoli gruppi e con opportuno distanziamento, e possibilmente coinvolgendo più di una disciplina alla volta, creare delle compresenze tra docenti, un setting potente per accelerare e recuperare quanto già è andato perso sia didatticamente che psicologicamente.

Se non torniamo ad uno “stare insieme” controllato e ordinato, a cui accostare anche un’istruzione da remoto, registreremo un crollo sempre più drammatico negli apprendimenti, non solo e non tanto, perché non c’è stato tempo di “riempire le teste” di concetti, ma soprattutto perché quelle teste si stanno chiudendo sempre di più, afflitte da una silenziosa sofferenza (ora anche rabbia cieca).

Didattica per prodotti che impegni i ragazzi in progetti da realizzare insieme, anche digitali, didattica interdisciplinare che faccia riscoprire i docenti come comunità, didattica come condivisione dialogante.

Lenire la sofferenza psicologica a cui sono ora esposti i ragazzi significa riaprire anche i gli spazi mentali attraverso cui transita l’apprendimento.

Spazi che si stanno drammaticamente chiudendo.

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Una risposta a “W la Scuola – considerazioni sulla DAD (Didattica a Distanza)”

  1. A mio parere ci sono molte considerazioni a contorno, tra cui alcune più importanti di altre. Ad esempio la pressoché totale inadeguatezza dei mezzi tecnologici e delle capacità degli insegnanti di tenere lezioni “miste” con metà classe in presenza e l’altra in remoto, l’interdipendenza della scuola con i trasporti che non possono essere potenziati e che costringono le famiglie a giochi circensi per poter accompagnare/riprendere i figli, l’incapacità di pianificare e programmare una soluzione valida già da parecchi mesi che sono stati buttati al vento e nessuno ne sarà responsabile. A tutto questo va aggiunto che la scuola italiana (per lo meno quella che io riesco a vedere più da vicino) non è che parta da questi livelli pedagogici così elevati…

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