Weather Report: jazz, fusion.

An instrument is not important. It is the way one plays that is important. Instruments don’t play by themselves. A piano is certainly not a better instrument than a synthesizer, but if a synthesizer is played like a piano, it becomes a very bad instrument. It doesn’t work. You can’t play a trumpet like a violin—it doesn’t go. That’s the problem—the players, not the instrument. Any instrument is a wonderful thing.
Joe Zawinul

I think that music opens portals and doorways into unknown sectors that it takes courage to leap into. I always think that there’s a potential that we all have, and we can emerge, rise up to this potential, when necessary. We have to be fearless, courageous, and draw upon wisdom that we think we don’t have.
Wayne Shorter

Le architetture sonore dei Wather Report sono indubbiamente una fusione di tradizioni musicali diverse, con uno stile che è cambiato dagli esordi sperimentali ed astratti, quando nella band militava come bassista Miroslav Vitous, arrivando alle melodie decisamente pop di “Heavy Weather”. Ho sempre trovato nella loro musica una componente ludica, il piacere di divertirsi destrutturando ogni costrizione legata a codici di linguaggi tradizionali: per questo li amo. Zawinul nel suo periodo migliore è stato uno sperimentatore, esplorando al sintetizzatore territori nuovi e soluzioni timbriche assolutamente innovative. Shorter, membro del leggendario quintetto con Miles ha saputo innestare il jazz in questa miscela eclettica, sviluppando un linguaggio nuovo e almeno ai suoi esordi rivoluzionario.

https://www.youtube.com/watch?v=HC3zNYlMlQc

Il Miles Davis elettrico quello di “In a silent way” e “Bitches brew”, è il primo chiaro riferimento della band e la bussola per esplorare nuovi mondi. I Weather Report saranno una formazione flessibile ma basata per tutta la sua storia sulla coppia  Zawinul/Shorter, non a caso presenti nei due capolavori di Miles, (a cui dobbiamo dedicare una seconda puntata) e capaci di una cifra stilistica riconoscibilissima, innegabilmente originale e quasi sempre di grande interesse creativo. I primi album della band percorrono astrazioni degne di Klee e Kandinsky e cito due pittori perché sembra che il suono diventi visibile e si trasformi in forme e colori. I primi quattro album sono indubbiamente dischi importanti ed il primo resta un’indimenticabile capolavoro.

Con l’arrivo di Jaco Pastorius al basso l’accento alle melodie ed al “canto” inconfondibile del suo strumento porta la band verso il grande pubblico ed il successo planetario di “Heavy Weather” consacrerà la band anche come fenomeno commerciale. Mr Pian Piano ama particolarmente la prima fase dei Weather Report, quell’astrattismo sonoro lontano dalle improvvisazioni soliste in cui si era incartato il jazz, a favore di un “impasto sonoro collettivo”, approccio veramente innovativo e di rara forza sonora. Detto questo “Heavy Weather”  ed i dischi nelle sue immediate vicinanze, si lasciano amare molto, soprattutto per la gioia che sanno sprigionare, gli arrangiamenti ricercati ed i virtuosismi che arricchiscono le composizioni, oltre ad una loro orecchiabilità che non disdegna melodie evidentemente pop.

Esattamente gli stessi elementi che porteranno al rapido declino della band negli anni 80, in evidente crisi creativa e dove il duopolio Shorter/Zawinul si mostrerà evidentemente uno spazio stretto per musicisti come il prematuramente scomparso Jaco Pastorius, che in verità credo abbia dato il meglio di sé nei dischi con Joni Mitchell, veri e propri capolavori di una potenza creativa ancor oggi intatta. Detto questo restano una decina di dischi notevoli di cui almeno la metà sono ancor oggi la testimonianza di una stagione creativa indimenticabile, dove i diversi linguaggi della musica si ibridavano con sorprendente facilità, generando capolavori. Sono il solito babbeo e mi son perso in ciance e allora apriamo le finestre e cambiamo aria: CLICCATE QUI e navigate la playlista di Mr Pian Piano dedicata ai Weather Report.

Desiderate esplorare altre dimensioni nel mondo della fusione sonora?  Non vi è bastato il basso parlante di Jaco Pastorius e le pennellate sonore dei Weather Report e magari avete voglia di qualcosa di completamente diverso? Il nostro jukebox eclettico con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Non vi resta che calarvi in una nuova avventura spaziale e raggiungere la stazione intergalattica di “Piano Inclinato” Lì potrete fare il pieno di tantissime note, con monografie e playlist in dono di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti. FATE CLICK QUI e l’archivio in ordine alfabetico vi si aprirà per magia.

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Pubblicato da Mr Pian Piano

king for a day, fool for a lifetime

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