Agenda EU: svolta vera o specchio per le allodole?

La nuova Agenda Strategica EU vorrebbe riaffermare il motto dell’Unione Europea “Uniti nella diversità” definendo una lista di 5 priorità generiche (qui). Il nostro Governo si è attribuito la paternità del primo punto “stronger economies with more jobs” e riguarda la prospettiva dell’Unione su come supportare crescita economica e mercato del lavoro. La percezione è stata di una nuova attenzione, ampia e condivisa su lavoro, crescita e competitività; tutti concetti assolutamente condivisibili. Tuttavia sembra una reiterazione delle precedenti dichiarazioni di intenti e nulla ci suggerisce quali strade si vogliano intraprendere per raggiungere tali obiettivi. L’unica vera novità riguarda, testualmente, “making best use of the flexibility that is built into the existing Stability and Growth Pact rules”, ovvero usare la massima flessibilità dalle regole sul deficit e debito, senza alcun progresso sulla governance europea. Insomma, siamo alle solite: si indebolisce il coordinamento fiscale lasciando perseverare i comportamenti che allontanano l’intera EU dagli obiettivi che essa stessa vuole raggiungere.

Di fatto, in questo contesto storico, sociale ed economico, questa proposta strategica è insufficiente. Non sono state affrontate le problematiche principali sia di carattere congiunturale sia strutturale, concentrando l’attenzione sugli investimenti pubblici -anche con partecipazione imprese- e gli incentivi per gli investimenti privati (sempre a spese del contribuente). Una mia insegnante delle scuole medie, mi diceva sempre: “se vuoi migliorare, lavora sui tuoi punti deboli e non dimenticare ciò che sai fare”. Parole sante. L’attuale governance Europea, reiternando la politica dell’illusione del controllo, non fa altro che ignorare ciò di cui avremmo veramente bisogno continuando ad operare su un piano di decisioni sub-ottimali.

Proviamo a pensare a cosa dovrebbe fare una ipotetica Governance Europea dotata di una forte delega elettorale, lungimirante e con limitato tilt ideologico nelle scelte decisionali di carattere economico e sociale. Tale leadership dovrebbe adottare misure di ampio respiro tenendo conto i) delle significative differenze di modelli di crescita dei principali paesi ii) modulando l’intervento dello Stato -a tutti i livelli- per migliorare prospettivamente la crescita potenziale ed il benessere sociale.

Affrontare il primo punto è relativamente semplice: osservando la composizione per paese della crescita economica (Solow decomposition) negli ultimi decenni si possono identificare le cause della debolezza di certi modelli di crescita intra europea. Germania, Francia e Italia hanno mostrato delle dinamiche diverse nei periodi prima e dopo la crisi del 2008-2012, soprattutto osservando i singoli drivers del reddito procapite: popolazione e forza lavoro, occupazione, produttività. In Germania il reddito procapite è tornato a crescere a ritmi pre-crisi grazie a una persistente dinamica della produttività. Unico fattore negativo è stato il tasso di crescita della popolazione che solo di recente è tornato a salire grazie all’immigrazione. In Francia il calo della produttività causato dallo shock della crisi non è stato seguito da un adeguato aggiustamento del costo del lavoro. A fronte di un tasso di crescita della popolazione fra i migliori dell’unione, le rigidità del sistema economico non consentono un aggiustamento interno per consentire una ripresa della produttività. In Italia, la debolezza deriva da un lungo periodo di stagnazione della produttività e la crisi ha accentuato l’incapacità di aggiustamento che si è “scaricato” sulla redditività di famiglie e imprese. Di conseguenza le prospettive del reddito pro-capite sono rimaste inevitabilmente depresse, legate alla bassa produttività. In aggiunta, persiste un problema di basso tasso di natalità ed invecchiamento nonostante la popolazione sia in crescita grazie all’immigrazione.

Questa (fin troppo) semplice descrizione, pone delle problematiche diverse alla nostra ipotetica leadership, che in un ottica europea unitaria dovrebbe tenere conto delle profonde differenze in termini di risposta di “policy” per invertire i trend negativi in atto. Se in conclusione la Germania avrebbe bisogno di maggiore immigrazione (interessante il dibattito sull’Optimal Immigration Policy del Prof. Cochrane), Francia e Italia dovrebbero modificare la struttura economica della produzione vale a dire mettere mano al motore della crescita. Aggiungo però che dovrebbero farlo da due prospettive diametralmente opposte: la Francia dal lato deI costo del lavoro per addetto, consentendo un aggiustamento della struttura retributiva; l’Italia dal lato della produttività intesa come interazione positiva dei fattori produttivi, in combinazione con i tre fattori endogeni che ne rappresentano il terreno fertile: geografia, integrazione e istituzioni (link per approfondimento)

Il primo tentativo del Consiglio Europeo nel dare dei suggerimenti ai singoli Stati non si avvicina nemmeno alle necessità per ripristinare un trend adeguato del potenziale di crescita economica. Non serve però un dittatore benevolente (o un cavaliere ghibellino) per implementare tali riforme; solo una buona dose di capitale politico a livello nazionale ed europeo perché la crisi delle istituzioni europee si possa tradurre in una spinta positiva e non in un maquillage di gattopardiana memoria.

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da liukzilla

Wealth/Asset manager. Ha sposato la causa dei bond ed è ossessionato dalle banche centrali.

6 Risposte a “Agenda EU: svolta vera o specchio per le allodole?”

  1. A noi spetta il compito più difficile!
    Cercando di tradurre in obiettivi e relative politiche le tue corrette parole , ritengo che ciò significhi: investire in infrastrutture, reti viarie,ferroviarie e nautiche migliori, incentivare un orientamento all’export ancora marginale in moltissime nostre pmi causa il nanismo aziendale e il controllo familistico e paternalistico delle stesse, nonche la loro struttura finanziaria iperindebitata vs banche e sottocapitalizzata, combattere il capitalismo bancario di relazione per incentivare affidamenti veramente basati sul merito dellevsingole iniziativa (qui Basilea però è da ripensare..e nn dipende solo da noi…), accelerare i tempi della giustizia civile e dare certezza del diritto troppo spesso lasciato all’interpretazione “a seconda della luna” del giudice di turno,..
    Non citi mai l’aalta tassazione in Italia, eppure è un problema tanto quanto la mancata riforma fiscale in senso semplificatorio (e che nn sia il solo 730 precompilato dal ministero…).
    Sono impegni duri…ci vorrà un decennio al nostro paese perchè tali innovazioni, se iniziassero oggi, influenzino virtuosamente il nostro tessuto economico e sociale, eppure è quello che va cmq fatto.
    Ma nel frattempo anneghiamo nel mare della crisi e della austerity…non sarebbe opportuno parlarsi chiaro in UE e mettere le carte sul tavolo e che i pochi ricchi accettassero di mutualizzare parte dei debiti x permettere al sogno europeo di non morire in culla?
    Si lo so…sto già sognando…

    1. Grazie mille del commento, non sei un sognatore, chiunque spera di risolvere i problemi con un “clic” (Min Delrio docet).
      Nello specifico, sono favorevole a tutte le misure che hai citato e molte altre, soprattuto “micro”economiche per aumentare la produttività (produzione potenziale!). Bisogna incentivare la famiglia, l’investimento in educazione scolastica ed universitaria; la formazione di alto livello ma anche quella tecnica. Lo Stato deve limitarsi a ridurre con forza tutte le rigidità che ha creato o che ha ignorato. Le infrastrutture sono un esempio, ma non solo quelle fisiche, anche quelle tecnologiche. Ma c’è molto, molto altro.
      Sulla tassazione hai ragione, ma non la cito perchè credo non sia una scelta diretta, ma solo un necessità a causa della montagna di spese presenti e future che lo Stato, Regioni, Comuni e società para statali si sono impegnati a pagare. Bisogna lavorare sulle spese, c’è molto da risparmiare e quindi molto da ridurre sulle tasse.
      Le parole mutualizzazione, e quindi patrimoniale, ristrutturazione del debito o strade terzomondiste (giudizio non di classe ma di merito) non fanno altro che allontanarci dall’obiettivo di benessere sociale condiviso e diffuso. A mio parere non dobbiamo solo combattere la criminalità e l’inefficienza (come ho scritto in un precedente articolo su piano inclinato), ma anche il parassitismo ed il faccazzismo (scusa il francesicmo).
      La strada è lunga, ma prima si comincia e prima si arriva. Il sogno europeo svanisce non nell’eccesso di debiti, ma nell’egoismo di parte. Parlare di flessibilità del patto di stabilità contro l’austerità imposta dai cattivi tedeschi è solo marketing istituzionale: poca sostanza e molti articoli di giornale. C’è tanto da fare, e sto ancora aspettando le riforme di Febbraio, Marzo, Aprile, Maggio, Giugno… e siamo a luglio.

  2. Caro LI_UK,

    aspetta e spera; sicuro vedrai spuntare anche gli alberi della cuccagna – con Pinocchio, il Lupo e la Volpe!

    I dati di fatto – reali – ad ora sono solo i seguenti:

    ➀ Jean-Claude Juncker, il 27 giugno 2014 il Consiglio Europeo lo ha proposto come Presidente della Commissione. Per la nomina è necessaria l’approvazione del Parlamento Europeo, prevista per il 16 luglio.

    -[ http://en.wikipedia.org/wiki/Jean-Claude_Juncker ]-

    ➁ Martin Schulz è stato rieletto Presidente del Parlamento europeo il 1° Luglio 2014 a maggioranza assoluta.

    -[ http://www.europarl.europa.eu/meps/it/1911/MARTIN_SCHULZ_cv.html ]-

    Ossia,

    ➊ tutto cambia a seconda della finestra da cui si osserva la realtà;

    ➋ tutto cambia, affinché nulla cambi.

    Credere (anzi, come fanno passare SOLO i vari PARA-qua-QUA-ra-QUA dei “MEDIA” italici: OCCHIO che devono vendere “bene” la Loro MONNEZZA QUOTIDIANA – che sia scritta od in video) che (da ieri) l'”Italia di Renzi” guidi l’Europa è davvero ESILARANTE!

    AHAHAHAH.

    Fai prima a fare la maratona di New York – il prossimo anno; fidaTi.

    ✍✓_s-U-r-f-E-r_✍✓

    1. Caro mio surfer,
      la maratona la escludo a priori, ma ti riporto una sezione del precedente commento:
      “Parlare di flessibilità del patto di stabilità contro l’austerità imposta dai cattivi tedeschi è solo marketing istituzionale: poca sostanza e molti articoli di giornale. C’è tanto da fare, e sto ancora aspettando le riforme di Febbraio, Marzo, Aprile, Maggio, Giugno… e siamo a luglio”.
      Amen

  3. Caro LI_UK,

    letto tranquillo; ho “solo” rincarato la dose – ossia, sono stato MOLTO esplicito per chi legge il Pianetto.

    NULLA è impossibile nella “Nostra” Vita. Se Ti alleni, la maratona La fai! – “volere è potere”, SEMPRE.

    ✍✓_s-U-r-f-E-r_✍✓

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.