e anche la Cassa avrà un’ Anima

Stufi di banche venete, Monti dei Paschi di Stato e decreti scritti ad uso, consumo e con l’aiutino di banche private?
Tranquilli, la solerte fabbrica italiana di novità ci regala quella che potrebbe rivelarsi una chicca preziosa, il risiko nell’asset management sotto il marchio Anima.

L’operazione è ancora lungi dall’essere confezionata e perfezionata, ma nella ricostruzione del Sole avrebbe come obiettivo quello di garantire una congrua cassa sia a BancoBpm sia a Poste e permettere l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nella ricca industria del risparmio gestito.

Quello che è certo è che domani lunedì 10 luglio si riunirà il CdA di BancoBpm per discutere i dettagli del conferimento ad Anima Holding della Sgr Aletti Gestielle, partecipata al 100% dalla banca veronese-milanese. Il conferimento, secondo stime di Banca Intermonte, dovrebbe fruttare a Piazza Meda circa 600 milioni di cash oltre ad un risparmio in termini di capitale regolamentare, che di questi tempi non fa mai male.

L’operazione era in gestazione da un pò di tempo e rappresenta l’intenzione di ottenere economie di scopo aggregando in un unico asset manager (già partecipato al 15%circa) le due società prodotto del Banco, pur mantenendo lucrosi accordi sulla vendita dei prodotti.
La soluzione non ci è nuova e rappresenta una delle opzioni per mantenere forti legami con le proprie ex società prodotto e comunque garantirle un domani una dimensione sufficientemente grande da sostenersi da sè, qualora dovesse (finalmente) diventare obbligatoria anche in Italia la consulenza fee only.
A questo punto, secondo la ricostruzione dei giornalisti del Sole, si inserirebbe nell’operazione Poste Italiane, che già possiede il 10% di Anima, e vi conferirebbe la propria società prodotto, BancoPosta, creando un società di gestione da circa 170 miliardi di masse amministrate, appena dietro Pioneer-Amundi e terzo polo italiano dopo Generali e Eurizon (Intesa SanPaolo).
Sicuramente agevola il fatto che l’operazione di conferimento sia già stata deliberata nel 2016 quando CDP tentò invano l’acquisizione di Pioneer, il solito intervento per salvare una presunta italianità contro ogni logica di libero mercato. Con la cessione, Poste crescerebbe al 25% nella nuova Anima-BancoPosta.
Poichè Poste è a sua volta parte della galassia CDP al 35%, l’occasione è ghiotta, sostiene il Sole, per conferire un 10-15% della partecipazione alla Cassa, monetizzando altri 500 milioni nelle casse della società guidata da Matteo Del Fante, garantendo invece a CDP l’ingresso in un settore molto ambìto e oggetto di interesse fin dal 2016 del presidente Costamagna e dell’amministratore Gallia.
Il tutto perchè

Cdp ritiene che ci sia un interesse del paese nel mantenere la gestione del risparmio in Italia. Da ormai oltre un anno è stata constatata la migrazione del risparmio da prodotti classici della raccolta postale, complici i tassi bassi, verso il risparmio gestito. L’obiettivo è mantenere anche questo tipo di raccolta in Italia, con la possibilità di reinvestirla nel paese, oltre che fornire ai clienti di Poste prodotti dell’asset management adeguati alla loro propensione al rischio.

Rilevo in questo discorso alcune fallacie e qualche elemento di timore.
Intanto rileviamo la solita riscaldata minestra dei risparmi che devono rimanere in Italia, discorso contrario ad ogni logica di libero mercato nonchè di efficace e efficente allocazione delle risorse, il cui obiettivo temo sia perpetuare le inefficaci e clientelari allocazioni di risorse pubbliche e private che altrimenti nessun altro razionale investitore sano di mente sottoscriverebbe.
I vari Atlanti e Alitalie siano solo di primo esempio, dopo ne citeremo altri due da temere.
I continui recenti richiami ad utilizzare CDP come terapia di fine vita per ogni malato nostrano ci fa temere fortemente per il destino del risparmio degli italiani. Come ricordava appena un anno e mezzo fa un lucidissimo prof.Penati prima di trasformarsi nel presidente di Atlante, gli investimenti della Cassa ne hanno immobilizzato le risorse, concentrandole soprattutto nei settori petrolifero-energetico.
La stessa patrimonialità non è eccelsa, con una leva di molto superiore a quella di altre banche, leva che avrebbe un senso se confrontata con investimenti dal basso profilo di rischio, mentre così non è.
Casualmente, ma Voltaire sosteneva che chiamiamo caso la nostra incapacità di comprendere la complessità della realtà, lo stesso giorno dell’articolo su questo risiko il nostro ex premier Renzi fornisce alle varie testate giornalistiche ampi brani del suo nuovo libro, in cui una parte, di cui però non ho trovato dettagli, riguarda l’intervento di CDP per una operazione ‘già pensata dal Mef ma non ancora perfezionata’ a ‘sostegno del patrimonio’.
Stiamo parlando della stessa cosa? Ci sia permesso temerlo.

In tempi di osanna ai PIR non possiamo che temere che i risparmi finiscano a sostenere attività illiquide, dai ritorni presunti e dal sostenuto profilo di rischio geografico, il tutto però in nome dell’italianità che fa sempre bene.
Non dite che non foste avvisati, altrimenti fra tre anni facciamo la figuraccia di accorgerci di esserci da soli sparati sui piedi come oggi con le missioni di salvataggio dei migranti, e idem valga per il decreto ‘salva-venete’.
Sempre per amore di discussione, faccio notare che l’ingresso di CDP nel settore della sollecitazione e raccolta del risparmio farebbe scattare l’obbligo della vigilanza consolidata di Banca d’Italia, e qui voglio proprio vedere come far digerire requisiti di capitale regolamentare, rischiosità degli investimenti e leverage ratio.
È pur vero che CDP aveva già tentato di ovviare a questo problema costituendo al 20% una società con Poste al 80% per rilevare Pioneer, ma questa soluzione non so quanto incontrerebbe l’interesse di Del Fante che dal risparmio gestito vorrebbe uscirne facendone cassa, non mettendone in termini di capitale regolamentare.
Sicuramente una soluzione ci sarà per salvare capra e cavoli e perpetuare la Cassa quale nuova IRI riuscendo a farne una quasi-banca pur mantenendola fuori dal perimetro di sorveglianza: a trovare sotterfugi per dribblare norme siamo abilissimi.

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Pubblicato da Banchiere Cannibale

Mi piace avere vecchi amici a cena... Perché sotto la più bella ruota di pavone si cela sempre un culo di pollo.

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