In linea di massima credo sia chiaro a tutti quale sia lo scenario di mercato e cosa va ad influenzare i trends dei mercati, oggi molto vicini a scenari “risk free”.
Lo S&P 500 venerdì sera ha chiuso con una seduta al ribasso. Per carità, nulla di che visto che il trend è assolutamente sotto controllo. Ma è anche vero che, nella logica delle cose, è quanto meno normale pensare ad una settimana che, priva di grossi spunti macroeconomici, possa avere qualche giornata negativa.
Il grafico dello S&P mette in evidenza innanzitutto la distanza dei prezzi dai nostri indicatori di trend, quali il cloud le medie mobili, le trendline. E quindi ci sta sicuramente una fase correttiva che comunque non va a cambiare il quadro tecnico ma, anzi, lo va a confermare, dando la possibilità all’indice di “tirare il fiato” e di riprepararsi ad una nuova ripartenza.
S&P 500
Ma oltre ad un discorso di tipo tecnico, può diventare interessante buttare un occhio ai “cicli di volatilità”. Infatti come ci ricorda J. Strugger della MKM Partners, è normale periodicamente ritrovarci con dei picchi di volatilità.
Statisticamente questi picchi (coincidendi ovvamente con delle correzioni di borsa) capitano ad una distanza l’uno dall’altro di circa 40 giorni bi sedute borsistiche.
Data ultimo picco: due febbraio. Apparentemente presto, quindi, puntare ad un aumento della volatilità. Ma è anche vero che quest’analisi lascia il tempo che trova in qunato, come vedete, ci sono stati cicli anche solo di circa 26 sedute e quindi non così lontane dalla situazione attuale. Ciò che secondo me è più importante è fare un ragionamento “contrarian”.
Quando la volatilità si appiattisce eccessivamente e quindi dà al mercato un’immagine simil “risk free”, allora qualcosa potrebbe succedere.
L’analisi della volatilità di J. Strugger
Dal mio punto di vista, invece, è molto più importante ragionare su QUESTA mia analisi.
La VOLATILITA’ è il vero elemento “pilotato” dalle Banche Centrali
Ragionate un attimo. Cosa può spaventare in modo assoluto le banche centrali? Io metto in testa a tutto la volatilità, in quanto essa scatena una serie di fenomeni che rischiamo di mandare il mercato in “TILT” e fuori controllo. Pensate a tutto quanto è collegato oggi alla volatilità! Forse non ve ne rendete conto ma sui mercati, soprattutto dei derivati, la volatilità ha un’importanza SIDERALE. E ve lo scrivo in maiuscolo perché è drammaticamente IMPORTANTE.
Quindi, la “mission” della FED è innanzitutto mantenere la volatilià bassa. Guardate questo grafico. La “mission NOT impossible” al momento è risucita alla grande.
VIX vs SP500
Come ptoete vedere, è un po’ come se l’area di ALERT assoluta sia quota 25 del VIX ma notate cosa succede quando si arriva a 20. Magicamente utto si riprende ed il mercato riparte. Affascinante no? O forse meglio dire…matematicamente affascinante. Ma di certo può servire per CAPIRE cosa sta accadendo in questo momento.
ALT… già sento alcuni di voi che mugugnano… Si, l’equity è importante ma il problema per le banche centrali sono i bonds ed i tassi.
Non temete, cari amici, in ambito bond il problema non si pone al momento. E lo sapete perché ? Ve lo faccio vedere.
Grafico indici ITRAXX Corporate, Government bonds e Eurostoxx50
Cambia qualcosa per l’Eurostoxx 50? Un bel piffero di nulla. Quando il V2X (sarebbe il VIX relativo) arriva a 25, puff, arriva la “mano invisibile” che fa ripartire le quotazioni. Ma sarà sempre un caso? E soprattutto…guardate i due indici ITRAXX. In perenne e costante ribassi, fino ad una fase di totale compressione. Questo grafico piace molto alle banche centrali perché dà loro la percezione di avere TUTTO sotto controllo.
E che lo crediate o no, oggi la finanzia viaggia su queste coordinate.