Bill Laswell: jazz, experimental

What I’m dealing with is sound. I don’t pretend to be dealing with music. I’m just dealing with sound elements, textures and sounds.

I think everything’s experimental whether you like it or not. I think that people who do generic pop are experimenting with cliches. It’s no less than I am experimenting with noise or unknown music – until you say, ‘This is my song, or this is my composition’ – it’s all experimental, whether you like it or not.

Bill Laswell

Con Bill Laswell la parola eccletismo diventa quasi un eufemismo. Come bassista di grande valore tecnico, sia per le capacità virtuosistiche sia per la ricerca sonora e come produttore, ha percorso rotte interplanetarie tra generi completamente diversi, dal jazz, alle acrobazie percussionistiche della musica indiana con Zakir Hussain, al dub giamaicano, fino all’ambient ed all’elettronica ed alla reinterpretazione di classici di Miles Davis, Bob Marley e Santana. Chi più ne ha più ne metta.

Laswell si muove in uno spazio dove la musica è riscoperta di un rituale, la trance è di casa e l’idea di fare dell’evento sonoro non solo intrattenimento ma luogo in cui esprimere un approccio al sacro, non al religioso, è evidente. Lì ha abitato la musica per millenni ed è solo da qualche secolo saponetta e sollazzo. Molte le illustri collaborazioni:  Brian Eno, Fred Frith, John Zorn, Daniel Ponce, Ginger Baker, Peter Brötzmann, Kip Hanrahan, Sonny Sharrock, Zakir Hussain e molti altri tra cui l’italiano Eraldo Bernocchi ed è stato produttore per Sly and Robbie, Mick Jagger, PiL, Motörhead, Ramones, Iggy Pop e Yoko Ono ed ha avuto nei suoi dischi star del pop come Whitney Houston.

http://https://www.youtube.com/watch?v=8mjsX1qQdmU

Incline alle collaborazioni con altri musicisti e ad esplorare in chiave contemporanea le tradizioni musicali africane, giamaicane e indiane ha prodotto una discografia variegata che spazia dal free jazz più estremo con John Zorn fino ad eteree atmosfere ambient ed a collaborazioni con figure della letteratura americana come William Burroughs e jazzisti del calibro di Herbie Hancock e Pharoah Sanders. Ha avuto anche una sua band Laswell, particolarmente attiva nel decennio tra la fine degli anni 70 e i primi anni 90, band che è stata “nave scuola” per influenti produttori e musicisti dell’avanguardia jazzistica di New York, penso al tastierista Michael Beinhorn ed al chitarrista Robert Wolfe Quine.

Un arcobaleno di suoni  lontani che Mr Pian Piano vi propone appunto come un puzzle, una sorta di viaggio tra generi e tradizioni diverse dell’homo sapiens. Qui sta il punto del nostro chiacchierare di ggi, la globalizzazione delle diverse poetiche musicali, che ha accompagnato dal secondo dopoguerra processi di globalizzazione economica e culturale in genere. Di fronte allo scempio di uomini che annientano altri uomini dove sta la musica? La sglobalizzazione, come ama scrivere il mio editore che forma prenderà nelle arti? Non lo so. Bill Laswell ci racconta di un’epoca d’oro dove la fusione tra linguaggi era regola in un fluire di suoni lontani imbastiti tra loro in miscele inusuali.

http://https://www.youtube.com/watch?v=MS9UyYUacSM

Sostanzialmente non credo nella “sglobalizzazione” delle arti, fosse solo perché il vortice di informazioni che ci circonda avvolge il pianeta come una massa di detriti in perenne orbita e almeno nell’arte la strada della fusione di linguaggi è ormai tracciata. Allora abbandoniamoci oggi a sapori molto diversi e navighiamo le avventure sonore di Bill Laswell: CLICCATE QUI per salire in orbita e viaggiare tra i suoni contemporanei che abitano il nostro pianeta e che hanno radici in millenni lontani: tabla, sintetizzatori, canti africani, tessiture jazz, dub, abbandonatevi alla contaminazione che è la sola identità oggi sensata. Il resto son rigurgiti di un nostalgico ubriaco asseragliato in una squallida toilette.

Desiderate qualcosa di diverso dalle contaminazioni di Bill Laswell? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Non vi resta che calarvi in un nuovo viaggio e raggiungere a piedi il bar “Piano Inclinato” dove durante la settimana si parla d’economia, mentre al sabato ed alla domenica, letteratura, musica e scienza occupano il locale. Il padrone di casa Alieno Gentile sarà lieto di accogliervi tra i suoi avventori. Se volete scoprire in dono altre monografie e playlist curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti. FATE CLICK QUI e l’archivio in ordine alfabetico vi si aprirà per magia: buon ascolto!

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Pubblicato da Mr Pian Piano

king for a day, fool for a lifetime

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