Janet Yellen all’audizione al Congresso USA del 4 novembre su supervision and regulation si è presentata quasi in tenuta sadomaso.
Sarebbe dovuta essere una testimonianza neutrale ed invece ha tirato fuori il rompighiaccio da bar ed ha iniziato a colpire:
“IT COULD BE APPROPRIATE TO MOVE [RATES] IN DECEMBER“
Queste dichiarazioni, rinforzando quelle del FOMC del 28 Ottobre, hanno aumentato le probabilità di un rialzo dei tassi a dicembre dal 30% al 60%. Questo aumento di probabilità ha causato delle perdite immediate sugli investimenti in bond USA: in una settimana un T-Note USA a 10 anni ha perso circa l’1.8%.
Durante la testimonianza, Janet Yellen si è però affrettata ad affermare che :
“DECEMBER WOULD BE `LIVE’ MEETING IF DATA SUPPORTS MOVE”
Il riferimento è evidente: parliamo del mercato del lavoro, ed oggi alle 14:30 saranno resi noti i dati di ottobre. Se le attese venissero confermate -consenso degli economisti è intorno a 180 mila addetti- allora i mercati obbligazionari, azionari e valutari potrebbero scontare un aumento di probabilità di rialzo, penalizzando il mercato obbligazionario USA poichè potrebbe rappresentare l’inizio di un trend.
Il rischio di breve è un disallineamento fra Federal Reserve e mercati finanziari: dalle dichiarazioni di alcuni esponenti della banca centrale USA sembra che una delusione del consenso (180k) non sia sufficiente a rimandare il rialzo, ma la sorpresa negativa deve essere significativa. Difatti un aumento di 100/150 mila addetti sarebbe sufficiente a confermare il rialzo di dicembre.
La Fed in passato non ha mai alzato i tassi senza aver portato le probabilità del mercato ad almeno il 70%. Poichè i tempi sono stretti e i dati su cui basarsi sono pochi, il rischio sul bond USA è materiale. Infatti non solo non è completamente scontato il primo rialzo, ma le aspettative sono particolamente benevole riguardo al sentiero di rialzi successivi al primo. Il timing rimane incerto, soprattutto a causa dei dubbi sulla solidità del ciclo globale e assenza di significative spinte inflazionistiche, ma di sicuro è arrivato il momento di valutarne seriamente i rischi.
Pronti quindi al #Bondage?

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