Ieri il fondo monetario (FMI) ha ridotto le previsioni di crescita economica globale per il 2015, citando come fattori sistemici la Grecia e la Cina. Tale allarme sulla Grecia non ha tuttavia portato ad una modifica delle previsioni in area Euro, soprattutto grazie al limitato effetto di contagio sugli altri paesi europei. Anche il rischio Cina non sembra preoccupante, almeno finchè il rallentamento rimane “guidato” dalle istituzioni di politica fiscale e monetaria.
Dalle esportazioni della Germania, da cui si può dedurre la sensitività alle dinamiche di crescita globale, possiamo azzardare le seguenti conclusioni:
1) il rallentamento della Cina è controllato e si traduce in un misurata riduzione dei tassi di crescita dell’export;
2) gli USA stanno attraversando una fase di accelerazione dell’economia che ha potenziali effetti distributivi positivi;
3) il Giappone è tornato a contribuire alla domanda globale dopo la fase di contrazione di fine 2014;
4) limitato effetto sulla domanda domestica degli altri paesi asiatici dal rallentamento della Cina;
5) le esportazioni verso gli altri paesi dell’Euro sono in accelerazione e coerenti con una ripresa, seppur non omogenea, prevista per l’intero 2015.
Il blocco dell’economia Greca –la Tsipras Recession– avrà sicuramente un effetto sui dati di crescita dell’area Euro di Q2 e Q3, ma tutte le indicazioni di medio periodo supportano ancora uno scenario economico costruttivo nell’orizzonte di previsione.

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