Movimenti del prezzo del petrolio producono sempre effetti molteplici. Il recente calo, repentino nella tempistica e importante nell’entità, da un lato sta deprimendo i mercati azionari a causa delle attese su investimenti e utili delle imprese del settore; dall’altro, sta liberando delle risorse attraverso l’onda lunga dei benefici da minori costi per l’energia per imprese e famiglie.
A variazioni del prezzo del petrolio seguono difatti importanti trasferimenti di reddito, con marginali effetti positivi sull’economia nel suo complesso. Negli USA, il calo del WTI ($60/bl da giugno 2014) dovrebbe tradursi in un effetto cumulato di riduzione delle spese sui consumi di quasi l’1.0% del reddito disponibile. In denaro sonante, circa $100 miliardi di dollari che si liberano nelle casse delle famiglie. I dati economici ancora non hanno incorporato il calo degli ultimi due mesi (circa $25), vale a dire circa $40 miliardi che potrebbero rappresentare una fonte di sorpresa positiva sui dati di crescita USA del primo trimestre del 2015.

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