Il sentimento della famiglia è un sentimento inferiore, quasi animale, creato dalla paura delle grandi belve libere e delle notti gonfie d’agguati e d’avventure. Nasce coi primi segni della vecchiaia che screpolano la metallica gioventù.
Filippo Tommaso Marinetti
Closer closer please come closer un soffiare di cose e respirare immagini imbrigliate e mani. mani che vanno e mani che vengono macchina del ghiaccio raffreddamento del flusso venoso e arterioso e il grande fiume rimasto ormai senz’acqua anche se l’estate è lontana e la primavera tutta davanti mentre siede lì rivivendo la sua vita con lei ed evocando ora l’una ora l’altra delle immagini nelle quali adesso la concepisce si rende conto che i partiti sono quasi sempre destinati a diventare dei grandi cadaveri gloriosi è morta ha cessato di esistere è diventata un ricordo la storia è un incubo dal quale sto cercando di svegliarmi dormire svegliarmi dormire svegliarmi dormire svegliarmi…
….le ricerche psicoanalitiche l’esasperazione del cancro burocratico che ha sempre roso l’umanità hanno spossessato il soggetto delle leggi del suo piacere orgasmo delle forme parola regole azione dei sistemi discorsi mitici prenderò l’autobus delle due e arriverò nel pomeriggio traboccando sudore cosa c’è di più commovente per un cuore d’uomo che l’inizio di un mondo e la giovinezza dai tratti ambigui e l’inizio di un amore quando tutto è ancora possibile quando il sole è presente nell’aria e sui visi come una fine polvere senza essersi ancora mostrato e fa presagire nell’acre freschezza del mattino un acquario e tra le bolle ei pesci rossi sprofondo e questo grande male da dove viene? Come ha fatto a contaminare il mondo? Da quale seme da quale radice si è sviluppato? Chi è l’artefice di tutto questo chi ci sta uccidendo agganciare la curiosità del pubblico chi ci sta derubando della vita e della luce prendendosi beffa di noi mostrandoci quello che avremmo potuto conoscere? La nostra rovina è di sollievo alla terra?….
….in questo mondo un uomo da solo è niente e non esiste un altro mondo al di fuori di questo volevo essere amato perché grande uomo ma non sono niente. Guarda lo splendore intorno a noi alberi uccelli ho vissuto nella vergogna e come tale è sola capace di forza profetica e divinatrice ho umiliato lo splendore e non ne ho notato la magnificenza se c’è un Anima Mundi se c’è un’Anima del Mondo e noi facciamo parte dell’Anima del Mondo allora ciò che accade nell’Anima esterna accade anche a me e io avverto l’estinzione delle piante degli animali il lacerarsi soave delle brezze color di rosa delle culture dei linguaggi dei costumi dei mestieri delle storie stanno tutti scomparendo per forza la mia Anima prova un sentimento di perdita di solitudine di isolamento di lutto e di nostalgia e di tristezza…
….nel caos coscienza è solo una debole luce sembra il mio monoplano un gigantesco uomo bianco ritto sul trampolino delle nuvole. Non si accende un vulcano con una candela non si conficca la terra nel cielo con un martello la ascolto sempre con molta attenzione non solo perché le sue esperienze sono insolite, ma perché quando parla dei suoi vagabondaggi pare dipingerli il libero inafferrabile avventuriero che saltava da un ramo d’oro all’altro per poco non cadde in una trappola una trappola di amore umano i suoi occhi allungati non si chiudevano come quelli delle altre donne ma come gli occhi delle tigri dei puma e dei leopardi dieci passi dopo sbocchiamo nel fulgore sfarzoso di centomila feste da ballo….
Non è vero?
David Sylvian

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