Debt Ceiling per tutti – #EpT 108

debt ceiling

Ci risiamo.

Come non bastassero le già abbondanti ragioni di turbativa dei mercati, ecco andare nuovamente in scena lo psicodramma a stelle e strisce del Debt Ceiling, il tetto al debito pubblico.

Insomma, il possibile default degli Stati Uniti.
Cioè un evento che, in realtà, possibile non lo è affatto, che banalmente non può accadere, tale sarebbe il cataclisma che ne deriverebbe, ma del quale ciclicamente si torna a parlare. Con tanto di annesse, terrificanti deadlines.

L’italiano medio, nell’orecchiare queste notizie, è colto da un comprensibile senso di straniamento. Perché noi lo abbiamo visto in faccia lo spettro del default e persino i più digiuni di vicende economico-finanziarie ormai lo sanno riconoscere bene il clima che si accompagna a quel genere di pericolo.
La sfiducia dei mercati, i nostri titoli di stato (gli unici assets finanziari in fondo veramente familiari al grosso degli italiani) trattati alla stregua di materiale radioattivo, l’angosciante bollettino dello spread, la sgradevole impressione di una planetaria fuga dal Belpaese.

Ma com’è che, per gli Usa, non si assiste a nulla di tutto ciò, eppure si parla di default? Com’è che, nel caso americano, i mercati, lungi anche solo dal sognarsi di provocare un default sovrano, sembrano, invece, come paralizzati in supplichevole attesa: “amici yankees, non decidete di fare default, please!”?

Si impone, a questo punto, una decodifica di questa bizzarra regola del tetto del debito. Conversazione inclinata di questa settimana dedicata, quindi, a rendere accessibile a tutti la questione Debt Ceiling.

La regola, va detto subito, oltreché bizzarra appare becera e sommamente disfunzionale.

Nel sistema americano, infatti, non vigono dei vincoli di bilancio assimilabili ai tanto vituperati (quanto da noi disattesi) parametri di Maastricht. La valutazione di tollerabilità del debito pubblico non è ancorata al rispetto di determinati rapporti, come quelli che fissano, ad esempio, la percentuale massima possibile di debito in relazione al PIL di un paese.

No, negli Usa è scolpito nella legge l’importo massimo e puntuale in dollari che il governo può prendere a prestito per finanziare i suoi obblighi. Un importo che, proprio per essere espresso in tal modo, è inesorabilmente condannato a diventare anacronistico, per effetto della progressiva perdita di valore del denaro, e che tuttavia, per essere modificato, richiede l’approvazione parlamentare di un’apposita legge che appunto innalzi il tetto del debito. Il Congresso approva una manovra di bilancio (la “finanziaria” diremmo noi) che prevede un debito maggiore? Poco importa, per rendere realizzabile quella manovra occorrerà comunque modificare il Debt Ceiling.

Tutto ciò è avvenuto già ottantaquattro volte nella storia americana. Il punto è che, fino ad una decina di anni fa, si ovviava all’irragionevolezza della regola interpretandola come un passaggio meramente tecnico. Poi, in epoca di brutale polarizzazione della scena politica americana, il passaggio è divenuto squisitamente politico, con l’opposizione di turno impegnata a strappare all’Amministrazione, sotto il peso del ricatto relativo al default, concessioni coerenti con il proprio programma e tali da snaturare l’azione di governo. Tanto più, poi, alla vigilia di un lungo anno elettorale.

E’questa la trattativa che si sta ora dipanando e che vi raccontiamo in questa puntata. Quanto pericolosamente verrà tirata la corda di un negoziato che non può giungere alla venticinquesima ora, ma può arrivare, seppur non senza conseguenze, all’ultimo secondo prima di una qualche mezzanotte?
Cosa può costare agli USA, in termini di rating, l’irresponsabile sdoganamento della plausibilità di uno scenario di default? Come e perché un dowgrading USA impatterebbe notevolmente sui mercati?
Cosa può avvenire prima dell’“accordo che non può non esserci”?
Cos’è lo shutdown e perché anch’esso ha pesanti risvolti finanziari?
Quale direzione prenderanno i mercati quando finità questa vicenda ed essi usciranno dall’attuale paralizzante anestesia?

Questione ormai di pochi giorni, forse di ore. Per non farvi trovare impreparati dal finale, prevedibilmente convulso, della telenovela sul Debt Ceiling, vi basta ascoltarci sulla vostra piattaforma preferita.

Un ulteriore approfondimento sul tema è disponibile nella newsletter di Alieno Gentile

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