Sabato 13 maggio finalmente appare un articolo di Alberto Bagnai nella rubrica sul dibattito aperto da Zingales sul Sole24Ore. Ammetto che la attendevo impazientemente dal giorno del suo varo. Bagnai non me ne voglia, ignoro il titolo con cui lo devo appellare: professore? Dottore? Vate? Leggo su twitter i commenti più ironici e caustici possibili mentre il titolato stesso mi ha bloccato da tempo per non ricordo più quale obiezione pungente che avevo mosso alle sue teorie.
Tuttavia, la lettura del suo contributo, pur trovandolo in generale condivisibile, mi ha deluso e non poco.
Bagnai ha ripetuto delle notevolissime vecchie banalità, tra l’altro fra le righe pare ammetterlo lui stesso: un’unione senza trasferimenti, senza bilancio e tassazione comuni, senza mobilità del lavoro nasce zoppa.
Va bene, lo sappiamo e – almeno per quanto riguarda questo blog su cui posso permettermi di fare affermazioni vincolanti – lo abbiamo ripetuto anche noi fino alla nausea. Il progetto di moneta comune doveva nascere quando ci si poteva dire pronti, non prima.
Ma è nato, guarda un po’, e ora ce lo abbiamo. E tanto per dissolvere i dubbi, chi scrive ritiene che fosse giusto che nascesse.
Ma non voglio allontanarmi dal mio proposito che è quello di analizzare il contributo di Bagnai. Ripeto, le sue critiche sono condivisibili ma inutili: sono note. Bagnai si limita a ripeterle, come se magicamente ne dovesse scaturire un movimento di indignazione collettiva che lo acclami.
Eppure le ‘regole del gioco’ Zingales le aveva scritte chiaramente: evitare insulti e polemiche, prendere una posizione chiara a favore o meno dell’euro e indicare una eventuale via di uscita usando dati scientifici e suffragati da evidenze teorico-empiriche.
Apprezzabile l’assenza di ogni riferimento di Bagnai al tristemente noto ‘cappottino di legno’, anzi l’ho trovato molto sobrio nell’esposizione. La posizione anti euro è chiara. Difetta mostruosamente tutta la parte costruttiva.
Sì sì, sono conscio che abbia dato degli ignoranti a Cochrane e a De Grauwe, amen, rispetto agli standard passati si è dimostrato più che corretto. Per quanto mi riguarda ci penseranno i diretti interessati a replicare se lo riterranno opportuno.
Ma di fatto cosa propone Bagnai? Boh!! Neppure un accenno alle svalutazioni competitive che lo resero famoso, alla stampa di moneta, all’autarchia e altre amenità.
Se non lo conoscessi penserei ad un riposizionamento, ma è un pensiero surreale.
Bagnai auspica che gli economisti facciano qualcosa, altrimenti il biasimo sociale travolgerà la categoria: bene….cosa propone? Nulla? Sembra una implicita ammissione di impotenza:
《vorrei ma non ci riesco》.
In effetti ci siamo messi in un vicolo cieco con l’euro: o impariamo a spiccare il volo o ci schiantiamo contro il muro. Il pericolo esiste, non lo neghiamo, ma ho maturato da anni la consapevolezza che paesi indisciplinati, e l’Italia lo è con ammirevole ingegnosità, devono trovarsi di fronte al muro per cambiare certi meccanismi che apparentemente le fanno bene ma realmente la danneggiano.
L’euro non è irreversibile, checché ne dica Draghi. Ma risolverlo è una catastrofe. Andiamo avanti perciò, e non sprechiamo tempo ed energie in futili polemiche sui social che ci hanno inutilmente diviso come categoria, ma uniamo le forze per definire urgenze e priorità di una riforma dell’Europa e dei suoi paesi aderenti in ottica di rimanere nell’euro e rafforzare cooperazione e integrazione, non divisione e guerra commerciale.
Eh no! Così non vale.
Lei dice “Ma è nato, guarda un po’, e ora ce lo abbiamo. E tanto per dissolvere i dubbi, chi scrive ritiene che fosse giusto che nascesse.”
Prima fate casini…poi dite che ormai il casino c’è….TROPPO COMODO!
O avete una soluzione voi o altrimenti vi fate da parte.
Anzi…a dirla tutta…lei ammette implicitamente una cosa importante…IMPORTANTISSIMA.
Poichè si è sin dall’inizio sbagliato, io non sono tenuto a rispettare i patti, dal momento che sono basati su presupposti errati.
E’ un contratto non valido.
Vede…è vero.
Bagnai non dà soluzioni…forse non ne ha…per lo meno non ha soluzioni complesse.
MA bisogna aggiungere una cosa importante: DI FRONTE AD UN SISTEMA COMPLESSO IN CRISI SISTEMICA POTREBBERO NON ESISTERE SOLUZIONI COMPLESSE.
La vera economia di mercato (non la TECNOFINANZA) la soluzione c’è l’ha già insita in sè: IL FALLIMENTO. Ma è stata evitata come la peste, fino alle ultime vicende bancarie.
Ma è questa la soluzione…con un’aggiunta: FALLIMENTO SENZA RESTITUZIONE DEL DEBITO.
Se il pressuposto per cui devo pagare Goldman Sachs era sbagliato, cadono tutte le liabilities.
Questa è l’unica sacrosanta verità…nessuno ha il coraggio di dirlo e gli economisti si illudono che una loro teoria possa risolvere una crisi sistemica.
sinbad
Sinbad, intanto mi scuso di risponderle solo ora, l’avvisatore automatico non ha funzionato e mi sono accorto del suo post solo oggi entrando per postare un nuovo articolo.
Le rispondo distinguendo la parte relativa alla affermazione implicita che avrei fatto (che il contratto euro sia invalido perciò non è vincolante) dalla parte relativa alla soluzione semplice contrapposta quelle complesse (di cui non si vede traccia, afferma lei).
Giuro che l’affermazione che lei mi attribuisce, lei è l’unico a vederla. Non ho detto mai che euro sia un contratto invalido o illecito nè ritengo che lo si possa desumere dall’unica affermazione ch ho fatto, che sarebbe stato da sottoscrivere quando tutti fossimo pronti con convergenza dei dati macro già a buon punto e regole chiare e vincolanti.
Lei fraintende totalmente quanto ho scritto, e temo lo faccia perchè accecato da un pregiudizio.
Quando affermo che personalmente ritengo che fosse giusto aderire all’unione affermo un fatto che io personalmente ritengo reale (lo dico chiaramente alla fine dell’articolo): solo di fronte al Piave paesi fiscalmente indisciplinati e istituzionalmente deboli sono costretti a mettersi in carreggiata.
In merito al secondo parte, lei non afferma nulla di speciale sa? Il fallimento è LA risposta sempkice e banale per eccellenza.
Ma scusi, li ha letti gli articoli dei contributors de ‘Alla luce del Sole’ che hanno spiegato chiaramente gli effetti deleteri del default sul debito?
Lei deve avere redditi variabili e denominati obbligatoriamente in valuta estera, nonchè depositi extra euro area e nessuna esposizione ai sovereigns europei per fare affermazioni di questo tenore. Beato lei.
Si vede che Lei non legge attentamente la letteratura scientifica sul tema, non almeno quella di classe A):
“Withdrawal of Italy from the euro area: Stochastic simulations of a structural macroeconometric model ”
Alberto Bagnai, , , Brigitte Granville, , Christian A. Mongeau Ospina
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0264999316308689
‘Di classe A’
A…A-nvedi?
X-(