Dilemmi greci fra risarcimenti e scadenze imminenti

L’occupazione nazista durante la seconda Guerra Mondiale va risarcita, secondo il governo greco l’ammontare equo del risarcimento sarebe di 279 miliardi di €. Sono decenni che Atene ne parla, ma è la prima volta che reclama una cifra definita, che includerebbe anche il rimborso di un “prestito di occupazione” che la Bank of Greece avrebbe sottoscritto obbligata dal Terzo Reich.

Correva l’anno 1941 quando gli eserciti dello Stahlpakt occuparono il paese ellenico, con oltre 20mila vittime civili e la distruzione di diverse piccole città (Kalavryta e Distomo le più famose).

Nel conteggio rientrano anche i costi finanziari diretti ed indiretti del mantenimento delle truppe occupanti, che stando alla Convenzione dell’Aia del 1907 erano a carico del paese occupato.

Con i fondi greci le forze dell’Asse avrebbero poi finanziato la campagna d’Africa.

I Trattati che seguirono alla Conferenza di Pace di Parigi del 1946 stabilirono, però, gli ammontari delle riparazioni di Guerra dovute da ogni Paese. Anche se la Grecia ricevette dall’Italia risarcimenti superiori a quanto venne riconosciuto dalla stessa ad una potenza vincitrice come l’URSS, la Germania non siglò alcun trattato visto che fino al 1990 rimase divisa in due entità (Est ed Ovest).

Nei successivi Accordi di Londra del 1953 vennero quantificati gli esborsi dovuti dalla sconfitta Germania, alla quale fu riconosciuto uno sconto del 50% su alcuni debiti di guerra (non verso Israele, per esempio) ed un allungamento di 30 anni nei tempi di rientro. Complessivamente ad oggi la Germania ha pagato 72 mld € di risarcimenti di guerra.

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Balza subito all’occhio la dissonanza fra i 72 mld € pagati al mondo ed i 279 mld€ reclamati dalla sola Grecia per i risarcimenti (capitalizzando gli interessi, evidentemente), e la “sospetta” vicinanza della cifra ai 240 mld€ ricevuti dai partner europei e dal FMI finora per le due operazioni di bailout.

Il  “prestito di occupazione” rivalutato ammonterebbe a 10,3 mld€, sembrerebbe quindi più una rivalsa politica per l’austerity (con l’arbitrio di stabilire che sia di matrice tedesca) che non un risarcimento di guerra.

In ogni caso, per i vostri occhi, allego qui il documento: reparation_war_agreement_greece

Se per questi risarcimenti si risale alle calende greche, un occhio invece va dato al calendario per le esigenze imminenti di Atene: da qui a fine mese la Grecia dovrà rimborsare diversi creditori internazionali e le sue riserve sono in esaurimento.
Il governo di Atene ribadisce e garantisce che i 458 mln € dovuti al FMI verranno pagati domani 9 aprile  come previsto, così come i 420 mln € di titoli a breve che scadranno il giorno 14.

“A Maggio il discorso cambia: Saremo senza liquidità, finché un piano di riforme non verrà ritenuto adeguato dandoci accesso a nuovi fondi di sostegno”

Le scadenze di maggio sono 950 mln€ dovuti al FMI e 2,4 mld€ in stipendi, spesa pubblica e pensioni. Dopo che la BCE ha escluso i titoli greci dalla lista dei collaterali utilizzabili per il rifinanziamento, la strada di emettere titoli brevi da far sottoscrivere alle banche locali è diventata preclusa. L’accordo con UE e FMI sul piano di riforme è quindi l’unica strada percorribile per Atene e sbloccherebbe 7,2 mld€, ma il sentiero dell’accordo è minato dalle promesse che Syriza fece per vincere le elezioni.

Il 24 Aprile a Riga si terrà l’incontro fra i ministri delle Finanze dei paesi dell’eurozona. Sembra il palcoscenico ideale per un

L’occasion mi è lieta per annunciarvi…

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Tornando alle esigenze immediate, alla fine dello scorso mese la Grecia diffuse la tranquillizzante notizia che i saldi dei conti correnti privati avevano ripreso a salire, allontanando lo spettro di una corsa agli sportelli. In poche ore ci si rese conto che questo era dovuto al fatto che lo Stato paga stipendi e pensioni negli ultimi giorni del mese, e che quei pagamenti sono stati realizzati dirottando le disponibilità dal fondo per il sostegno ai disoccupati… pertanto ora l’attenzione è massima per i pagamenti attesi dai cittadini greci a fine mese, cirsa 1,4 mld€

“Pagheremo come sempre, secondo le consuete modalità”

rassicura il vice ministro delle Finanze Dimitris Mardas. Ma cifre alla mano per farlo dovrà attingere almeno 1 mld€ dai fondi dell’ente pubblico di previdenza e dai fondi strutturali erogati dalla UE, che resteranno trattenuti ad Atene invece che finire ai contractor per pagare fornitori e dipendenti (per non parlare delle loro stesse imposte…).

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

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