Finché Monte non ci separi

Monte

Nel corso della seduta di oggi il titolo Mps oggi ha segnato il massimo da inizio anno: 0,29 euro. In un mese le quotazioni sono balzate del 51,3 per cento. Cominciano ad arrivare anche i primi upgrade degli analisti, come quelli di Banca Imi hanno alzato da 0,15 euro a 0,28 euro il target price sul Monte dei Paschi portando anche il giudizio da “Sell” (vendere) a “Hold” (mantenere in portafoglio). Un’ottima notizia per la presidente della Fondazione Mps, Antonella Mansi, che ora ha davanti a sé tre possibili alternative: se riesce a strappare un prezzo vantaggioso può vendere il 3% della banca che le resta al di fuori del patto di sindacato siglato con i nuovi compagni di viaggio Fintech e Btg anche prima dell’assemblea di fine aprile, altrimenti può decidere di cedere le quote dopo l’appuntamento con i soci o infine presentarsi in assemblea con circa l’1 per cento. In ogni caso oggi la Fondazione può contare sul 9% sindacato del Monte grazie al patto firmato con il fondo messicano (al 4,5%) e la banca d’affari brasiliana (al 2%) che raggruppa anche il 2,5% dell’ente senese. Quanto basta per avere il controllo del futuro consiglio di amministrazione. Lo statuto del Montepaschi prevede infatti che la lista che ottiene più voti abbia sei posti su dodici mentre il resto viene suddiviso tra le altre liste. Quindi, o si è al primo posto o le differenze percentuali in termini di governance contano meno. Le mosse sulle poltrone di Rocca Salimbeni si scopriranno probabilmente dopo l’aumento di capitale da tre miliardi che verrà varato a maggio.
Intanto però a Siena vedono già traballare l’attuale vertice della banca, in particolare il presidente Alessandro Profumo che aveva perso il primo round con la Mansi nell’assemblea del 28 dicembre con il via libera dei soci al rinvio della ricapitalizzazione chiesto dalla Fondazione. Il banchiere genovese dovrà presentare agli stessi azionisti il prossimo 29 aprile il bilancio 2013 chiuso con 1,43 miliardi di perdite dopo la pesante pulizia nei conti. E l’accoglienza della platea si preannuncia già fredda. Anche perché in città il tifo per la Mansi sta aumentando. E in molti sono convinti che nonostante l’incursione di fondi stranieri come Blackrock, oggi forse già sopra l’8% della banca, e l’arrivo dei due cavalieri sudamericani, le radici del Monte dei Paschi non verranno sradicate. Anche perché la presa dell’ente sulla banca verrà mantenuta, se pur in coabitazione con i partner latini in attesa dell’arrivo dei veri soci stabili. La speranza dei contradaioli è che non vengano commessi gli errori del passato e non ricompaiano i soliti grovigli che hanno strozzato Mps sotto la gestione Mussari-Mancini. A costo di tornare con i piedi per terra, ovvero con una banca regionale vicina al territorio che faccia finalmente tornare in filiale correntisti e imprese.

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Pubblicato da Camilla Conti

Giornalista. Moglie di un giornalista. Mamma di una nana anarchica.

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