World Economic Outlook. Con questo documento trimestrale una delle istituzioni più temute del globo, il Fondo Monetario Internazionale, esprime il suo punto di vista sullo stato e sulle prospettive della congiuntura economica globale, area per area.
“La ripresa dalla crisi continua, seppur troppo lentamente con le economie avanzate che si stanno gradualmente rafforzando e, allo stesso tempo, con la crescita di quelle dei mercati emergenti che ha rallentato. Le economie centrali d’Europa stanno mostrando segnali di ripresa, ma i Paesi periferici stanno ancora soffrendo, dove i progressi sul miglioramento della competitività e sull’aumento delle esportazioni non sono ancora sufficientemente forti per controbilanciare una domanda interna depressa. In tutta l’Eurozona, periferica e non continua ad esserci l’incertezza sui bilanci delle banche. Come per il Giappone anche l’Area Euro ha urgentemente bisogno di riforme strutturali per rafforzare il potenziale dei tassi di crescita attualmente anemici che stanno pesando sulla regione”
La crescita globale procede, ma a marce ridotte: il FMI ha rivisto le stime della crescita mondiale al ribasso, portando a un +2,9% le aspettative nel 2013 (contro il +3,2% ipotizzato solo tre mesi fa e che corrispondeva al dato del 2012). Per il 2014 la musica è simile: l’aspettativa scende da +3,8% a +3,6%.
La parziale novità è che il contributo delle economie emergenti alla crescita globale sta calando, e torna ad assumere rilevanza la partecipazione delle cosiddette “economie sviluppate“. Una di quelle occasioni che la Storia offre per passare da problema ad opportunità. Il fatto è che, come dice anche lo stesso documento del FMI, si osservano chiaramente “differenti dinamiche di crescita tra le maggiori economie“.
Le prospettive per l’economia italiana, ad esempio, restano invariate rispetto alle stime dello scorso luglio: il -1,8% previsto per quest’anno rimane tale, così come il +0,7% per l’anno prossimo. Per chi è abituato a farsi revisionare ogni volta le stime in peggioramento potrebbe già sembrare un mezzo successo. Il fatto però è che, come si diceva prima, la congiuntura per le economie core sta cambiando. Infatti le previsioni su Germania, Francia e Spagna sono state migliorate. E ancora di più sono cresciute quelle sul Regno Unito.
Paese | Prev 2013 prec | nuova prev 2013 | Prev 2014 prec | nuova prev 2014 |
Germania | 0,3% | 0,5% | 1,3% | 1,4% |
Francia | -0,1% | 0,2% | 0,9% | 1,0% |
Spagna | -1,6% | -1,3% | 0,1% | 0,2% |
UK | 0,9% | 1,4% | 1,5% | 1,9% |
Eurozona | -0,5% | -0,4% | 1,0% | 1,0% |
Situazione quindi che, nell’ambito di una crescita globale in calo, vede -Italia a parte- un generale miglioramento in Europa, con le strette fiscali (austerity) in progressivo allentamento, ma con delle criticità sul lato del credito nei Paesi periferici, dove le banche sono ancora in difficoltà.
Alcuni Paesi hanno dunque saputo cogliere l’occasione di farsi trovare pronti e di mostrarsi, agli occhi del mercato, come opportunità e non più come motivo di preoccupazione, ma come abbiamo visto le cose non stanno così ovunque: tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 la probabilità di una recessione è “vicina al 30%“. Meglio del 50% calcolato tre mesi fa, evidentemente, ma i fantasmi ancora non sono stati scacciati. La probabilità di recessione per gli USA è solo del 10% e ancora meno (“molto bassa“) per il Giappone, dove le prospettive iniziano a peggiorare entro fine 2014 a causa della stretta fiscale in arrivo (a quanto pare avere la sovranità monetaria non basta ad eludere le esigenze pubbliche per la sostenibilità del debito).
“Dear Prudence” dicevano i Beatles o “Careful with that axe Eugene” i Pink Floyd……..
Raffreddare stime di crescita, probabilità di recessione dal 50% al 30% e vari equilibrismi assortiti, palleggio e colpo di tacco, traccheggio e forse non andrà peggio o forse sì.
Se tracolla lo avevamo detto, se si starà bene lo avevamo detto, se va così, così, lo avevamo detto.
Sono #balleSPAZIALI. La ricchezza non viene redistribuita, la middle class è in fase di annientamento, la disoccupazione giovanile galoppa e nel mio territorio salta un’azienda dietro l’altra a parte le multinazionali planetarie. Le famiglie non hanno i soldi per le scatole di pastelli da 12 per i loro figli, risparmi erosi, consumi fermi e commercianti falliti.
Si va avanti a forza di droga finanziaria e alambicchi vari, il resto son chiacchiere per imbonire la mandria (noi).
Sakura le persone comuni, da quello che vedo e sento, ormai vanno avanti dando fondo ai risparmi, se ne hanno.
Ma non potrà continuare per molto tempo ancora.
Le loro previsioni lasciano il tempo che trovano.
PS: infatti, MPS, Alitalia, Telecom (junk), Coopsette, Unieco, Fonsai…… http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-01-23/imprese-storiche-fallite-storia-152343.shtml?uuid=Ab7DpNNH
Noi si parla di vertici, ma quanti comuni mortali hanno perso il lavoro? Do stanno? Come la sfangano? La sfangano?
Esattamente Luigiza, trovano il tempo che trovano……. Spero tu stia bene. Saluti.
Noi che (ancora) abbiamo un reddito ci facciamo violenza e ogni tanto a cena ci usciamo, compriamo i pastelli da 12, ma per quanto ancora?
Personalmente lo facciamo con la sensazione di immolarmi per cercare di far girare qualche soldo, perché la tentazione di vivere al lumicino massimo per tenere quanto più fieno in cascina possibile è fortissima, e tu stai sul tuo atollo e vedi l’acqua che si alza, ti rendi conto che düra minga düra no, non può durare… sempre più difficile tenere i piedi all’asciutto.
(E per inciso, di fieno in cascina, a fine mese, ne rimane comunque ben poco!)