Il Pianeta Terra è ricoperto per oltre due terzi dai Mari e dagli Oceani, mentre la finanza terrestre è ricoperta per proporzioni anche maggiori di bond. Un vero e proprio mare di bond.
“Papà, chi è il dio del mare?”
“Nettuno, figliolo”
“Nettuno? Ma non è pottibile!”
Invece pare proprio che sia così: il mercato dei bond corporate è raddoppiato in questi anni di crisi; grazie all’occasione offerta alle grandi corporations di emettere a tassi prossimi allo zero, il mondo è stato inondato di carta. Un consorzio di 12 grandi entità del settore finanziario (tra cui BNP Paribas, Credit Suisse, Goldman Sachs, HSBC, JP Morgan, Société Générale, AXA, Schroders) sono al lavoro su un’idea: il progetto Nettuno.
Si tratta di una sorta di centro commerciale globale per le obbligazioni corporate, dove gli scambi e la determinazione dei prezzi diventi più semplice di quanto non sia ora. Oggi il mercato delle obbligazioni corporate è un guazzabuglio di titoli poco liquidi, dove i market maker si garantiscono ampi margini operativi sfruttando la poca trasparenza ed accessibilità degli strumenti.
Nettuno dovrebbe migliorare tutto questo, andando in prospettiva anche a d attaccare il servizio fornito, in regime praticamente di monopolio, da Bloomberg agli operatori finanziari. Peccato solo che l’accesso ai bond corporate sia sempre più complicato: le nuove emissioni vengono sempre più spesso pensate con tagli minimi di sottoscrizione elevati (50mila, 100mila o anche 200mila €, $ o £ che siano), su molte piazze si limita la possibilità di comprare titoli subordinati, o non retati, per gli investitori non professionali. Molti intermediari, infine, si rifiutano di accettare ordini impartiti in regime amministrato per l’acquisto di bond con rating inferiore all’investment grade. Tutte cose che finiscono per portare l’investitore ad usare gli strumenti di risparmio gestito, a maggior tutela sua (viene spalmato il rischio default) e degli intermediari (si evitano ricorsi e disconoscimenti di ordini, imputazioni di presunti suggerimenti fraudolenti o in conflitto di interessi).
L’altra strada sarebbe quella di formare i risparmiatori, rendendoli maggiormente consapevoli del loro operato. Ma, a quanto pare, costa di meno sistemare un recinto (elettrificato) di regole e costrizioni.

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